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Mi fermo davanti alla boutique di Ayse e scendo dalla mia macchina nera tirata a lucido.
Sono il modello che indossa gli abiti di Ayse come prova e spesso passiamo del tempo insieme essendo vecchi amici.
Ieri sera mi ha telefonata ancora una volta depressa, dopo l'ennesimo rifiuto di Murat. Voleva che andassi da lei, e io ci volevo andare, ma non ho potuto per via del matrimonio del mio amico Omer.
-"Com'è andato il matrimonio ieri?" chiede Ayse, una bellissima ragazza bionda, occhi azzurri ed un corpo perfetto. Siamo entrambi di fronte lo specchio mentre guardo l'abito elegante che indosso e lei accarezza il bavero della giacca risvegliandomi i sensi.
-"Bene, tutto sommato" dico serio mantenendo la calma mentre mi guardo allo specchio.
-"Tutto qui?" chiede ridacchiando.
-"Era un classico matrimonio Ayse. Posto fantastico e da favola. È stato organizzato davvero in maniera impeccabile. Tutto qui" dico guardandola per un attimo.
-"E non ti sei divertito?" chiede accarezzando la mia spalla.
-"Si che mi sono divertito mia cara, ma dopo la tua telefonata il pensiero era sempre da te" dico serio ed incazzato con lei e con Murat. Lei sbuffa e si stacca mentre io mi giro.
-"Basta Ayse. Non puoi continuare una vita intera a rincorrere un qualcosa che non accadrà mai. Ti stai facendo solo del male così, da anni" dico preoccupato per lei.
La amo da impazzire ed odio vederla soffrire per un uomo che non la merita.
-"Lo so Berk, ci sto provando ma non ci riesco" dice con occhi lucidi. La prendo tra le braccia e la stringo forte contro il mio corpo.

**********

-"Ginevra" mi chiama il portiere del palazzo in cui io e Fulya abbiamo la nostra agenzia al primo piano.
-"Dimmi Alì " rispondo all'uomo sulla cinquantina d'anni avvicinandomi alla reception.
-"Il corriere ha lasciato questi per te" dice poggiando sul bancone due scatole.
-"Grazie Alì. Vado ad appoggiare queste cose in ufficio e vengo a riprenderle" dico girandomi di colpo e sbattendo contro un muro di muscoli. Quasi rimbalzo all'impatto e rimango senza fiato mentre la busta che ho in mano cade a terra e due mani forti mi reggono per le braccia.
Alzo lo sguardo rimanendo sconvolta ed imbambolata allo stesso tempo.
-"Mi scusi" dico staccandomi bruscamente in imbarazzo e raccogliendo la busta a terra.
-"Capita" risponde Berk Tekkin con la sua voce profonda ed un sorriso.
-"Torno subito Alì" dico al portiere allontanandomi velocemente.
Cosa ci fa l'attore famoso nel palazzo in cui lavoro? Non l'ho mai visto da tre anni a questa parte da quando abbiamo aperto in questo palazzo.

Dopo aver appoggiato le mie cose e la busta che avevo in mano nel mio ufficio, esco di nuovo per raggiungere di nuovo la portineria del palazzo.
Berk Tekkin è ancora a parlare con Alì.
-"C'è altro Alì?" chiedo al signore ignorando la presenza dell'attore e facendo finta di nulla.
Amo i suoi film ed è un uomo su cui sbavare, ma tengo le mie urla dentro di me per non apparire come la solita fan fuori di testa.
-"Si, la posta che non hanno ritirato i tuoi ragazzi" dice poggiando un malloppo di lettere sopra le scatole.
-"Grazie mille" dico prendendo le due scatole.
-"Vuole una mano?" si offre l'attore.
-"No, grazie. Sono leggere" dico sorridendo e mi allontano velocemente visto che a breve ho un appuntamento di lavoro.
La mano l'avrei voluta visto che le scatole non sono per niente leggere, ma di certo non mi mettevo a sfruttare uno degli attori più famosi.
Vorrei sventolarmi se ripenso ai suoi occhi scuri e profondi e a quelle labbra carnose, ma ho le mani impegnate.
-"Scusi. Sto salendo anch'io" dice Berk Tekkin entrando subito in ascensore prima che le porte si chiudano.
-"Prego" dico timidamente mentre sento il viso surriscaldarsi.
-"Che piano?" chiede guardandomi per un attimo.
-"Primo, grazie" dico mentre sento il telefono squillare nella tasca del mio jeans.
-"Me le passi, così può rispondere" dice allungando le braccia. Lo guardo titubante e poi gliele passo. Le nostre dita si sfiorano per un attimo e sento una vibrazione sotto pelle.
-"Dimmi Fulya" rispondo alla mia socia.
-"Non abbiamo il locale. Non ce lo vogliono dare" dice arrabbiata.
-"Che vuol dire che non abbiamo il locale socia? Tra due giorni abbiamo l'evento" dico ad alta voce incazzata nera.
Abbiamo una mostra molto importante di un artista internazionale ma non abbiamo il locale dove fare esporre le sue opere.
-"Can non vuole concedercelo" risponde irritata.
-"Aspetta, ti richiamo tra poco" dico prima di riattaccare e prendere i pacchi di nuovo in braccio.
-"Grazie mille e mi scusi" dico a disagio sorridendo.
-"Si figuri. Non erano così leggeri poi. Buona giornata" saluta con un sorriso bellissimo e due occhi scuri che brillano.
-"Buona giornata a lei" dico mentre si chiudono le porte dell'ascensore.
Fisso come una rimbambita l'ascensore chiuso, ancora incredula di aver incontrato l'attore molto famoso e bellissimo nello stesso palazzo dove lavoro.
Torno in me ed entro dentro la mia agenzia poggiando le scatole sulla prima scrivania che trovo vicina.
-"Firat metti apposto questi e smista la posta per cortesia" dico lasciando il tutto nelle sue mani e mi rifugio dentro il mio ufficio chiudendomi dentro.
Chiamo Fulya e chiedo dettagli sulla situazione evento e rifiuto e poi le racconto che ho incontrato l'attore famoso nell'atrio del nostro palazzo. Lei parla eccitata e super euforica.
-"Sto arrivando. Parlo io con Can" le dico alzandomi dalla sedia e prendendo la borsa.
-"Si, ma vacci piano per cortesia.  Io torno in ufficio" mi avverte.
-"Tranquilla. Userò le mie solite tattiche socia" dico ridacchiando uscendo dall'ufficio e riattaccando.
-"Faruk" chiamo il mio dipendente.
-"Dimmi Gin" risponde avvicinandosi.
-"Controlla l'elenco degli invitati all'evento della mostra e vedi le conferme. Non voglio casini proprio quella sera. Esco. Vado a risolvere un enorme problema a riguardo" lo avviso scocciata.
-"Quale problema?" chiede preoccupato.
-"Conosci Can com'è fatto e quanto rompe" gli rispondo prima di andarmene.

COLPA DI UN TURCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora