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-"Ho preparato un accordo scritto" dico a Berk mentre siamo seduti all'isola della sua piccola villa, nella periferia di Istanbul.
-"Mi sta bene. Ne ho uno anch'io" dice sorridendo.
-"Bene" dico aprendo la cartellina con il foglio scritto e lui fa la stessa cosa.
-"Bene" ripete lui.
-"Ognuno rispetterà i propri confini all'interno della casa. Entrambe le parti svolgeranno le pulizie a turno e aiutandosi. Entrambe le parti cucineranno per entrambi. Entrambi non siamo obbligati a sapere quello che fa l'altro, dove va e con chi sta" leggo l'elenco.
-"Non sono d'accordo con le pulizie ed il cibo" dice serio. Lo guardo accigliata.
-"Se non sei d'accordo, possiamo annullare tutto" dico subito.
-"Io non faccio le pulizie. Non le ho mai fatte" dice irritato.
-"È il momento che impari a farle dato che vivremo solo noi due" rispondo irritata.
-"Non ci pensare" dice serio.
-"Allora io mi posso alzare e posso andarmene via" dico alzandomi. Berk mi ferma per un braccio e sospira.
-"D'accordo. Come vuoi tu" dice frustrato.
-"Bene" dico sedendomi di nuovo.
-"È il mio turno" dice serio.
-"Vai" dico seria guardandolo.
-"Entrambi non chiederemo informazioni sulla vita altrui. Ognuno è libero di continuare a fare la vita che stava facendo prima sempre nel rispetto dell'altro ed evitando di farsi beccare dai paparazzi. Entrambi vivremo in camere separate e condivideremo solo il piano di sotto. Mi preparerai una sana colazione tutte le mattine senza robe strane" dice serio.
-"Fermo. Io non preparo proprio un bel niente Berk. Non farò la colf una volta sposati" dico irritata. Sospira.
-"D'accordo" dice sbuffando.
-"È tutto?" chiedo seria.
-"Si" risponde serio.
-"Bene. Firmiamo" dico prendendo le penne. Entrambi firmiamo e controfirmiamo i contratti e poi li bruciamo nel lavandino per non lasciare prove del nostro accordo in giro.
-"Io mi metto a lavorare" dico andando verso il piccolo salottino dove ho poggiato la mia borsa del lavoro sul tavolo.
-"E la cena?" chiede confuso. Lo guardo malissimo.
-"Cosa abbiamo appena detto? Cucinati o vai fuori a cena. Io devo lavorare e sono indietro con le organizzazioni" dico irritata. Sbuffa irritato e se ne va in camera sua al piano di sotto, nella camera padronale. Poco dopo esce e si ferma vicino l'ingresso.
-"Io sto uscendo" dice aprendo la porta.
-"Ok" dico battendo le dita sulla tastiera. Non sento la porta chiudersi e mi giro. È fermo sulla porta che mi guarda serio.
-"Stai attenta" dice serio e va via. Rimango a guardare la porta confusa.
Attenta a cosa? Boh....
Mi giro e torno a lavorare tranquillamente.

*********

Non so se ce la farò a vivere con una donna che non amo sotto lo stesso tetto. Una donna che non mi piace e tra l'altro capricciosa.
Pretende che faccia io stesso le pulizie in casa quando io prima avevo una donna dei servizi a casa.
Ma come mi è saltato in mente di baciarla e di dire in giro che è la mia fidanzata? Poi lei.....
-"Ayese" rispondo alla sua chiamata mentre sto guidando mettendola in vivavoce.
-Dove sei?" dice piangendo disperata.
Ecco che ci risiamo!
-"Sono in macchina. Che succede?" chiedo preoccupato.
-"Murat...." dice singhiozzando. Alzo gli occhi al cielo irritato.
-"Ti ho detto mille volte di lasciarlo stare e tu ancora gli corri dietro. Come devo fare con te? Dove sei?" chiedo scocciato.
-"Al solito bar" dice singhiozzando.
-"Sto arrivando" dico prima di riattaccare e premere il piede sull'acceleratore.
Sono incazzato nero con lei, ma correrò sempre da lei alla fine perché sono innamorato pazzo.

Arrivo al nostro solito bar dove ci incontriamo di solito e scendo, precipitandomi dentro.
Ayse è seduta al bancone del bar con un cocktail davanti.
-"Berk" dice incredula avvinghiando le sue braccia intorno al mio collo. La stringo forte a me e annuso il suo profumo buonissimo mentre tutto sotto la cinta del pantalone si risveglia.
-"Sono qui tesoro. Cos'è successo?" dico serio guardandola. Le asciugo il viso bagnato e poi ci sediamo agli sgabelli.
-"Murat è uno stronzo. Decide di uscire sempre con le altre e con me non vuole mai uscire" dice rabbiosa. Alzo gli occhi al cielo esasperato da questa storia.
-"Lascialo stare. Ti prego, fallo per la tua sanità mentale e fisica. Tutta questa storia ti sta stressando" dico serio e preoccupato per lei.
Guardo chi mi sta chiamando ed ignoro la chiamata di Handa.
-"Lo so Berk, hai ragione. Proverò ad ignorarlo d'ora in poi" dice con le lacrime che le scendono lungo il viso ormai sfatto e con il trucco colante. La tiro a me e la tengo abbracciata per un pò.
Il telefono continua ancora a squillare e lo ignoro volutamente.
Non mi importa di nulla e di nessuno in questo momento. Ho la donna che amo tra le mie braccia e non ho nessuna intenzione di staccarmi da lei.
-"Forse dovresti rispondere" dice Ayse.
-"È Handa, lascia stare" dico fregandomene.

COLPA DI UN TURCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora