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-"Ieri sera non sei tornata a casa" sbotta furioso Berk mentre siamo in cucina a fare colazione. Già questa mattina mi sono svegliata con il piede sbagliato visto che la sera precedente sono rincasata irritata dopo la nostra litigata al telefono e non è nemmeno tornato a casa per dormire.
-"A differenza tua, io sono tornata a casa. Tardi, ma ci sono tornata" dico con tono tagliente alzandomi in fretta e andando a prendere le mie borse già pronta per affrontare un'altra giornata intensa di lavoro. Lui è ancora in pigiama.
-"Dove vai?" chiede allarmato alzandosi dall'isola.
-"Vado a lavoro" dico irritata avviandomi verso la porta d'ingresso. Mi raggiunge bloccandomi per un braccio. Strattono il braccio guardandolo in malo modo.
-"Ferma. Ti accompagno" dice serio.
-"Non serve. Prendo un taxi e non posso fare tardi" dico seria ed apro la porta ed andandomene.
Il telefono squilla mentre percorro il viale in pietra per raggiungere la strada principale.
-"Yaman" rispondo seria.
-"Scusa se ti disturbo a quest'ora. Ho cambiato alcune idee sulla festa" dice serio spiazzandomi a lavori quasi fatti. Ora sono ancora di più inviperita questa mattina.
Questi uomini sono peggio delle donne a cambiare le idee e se sono ricchi, sono anche parecchio viziati e capricciosi.
-"No, non disturbi. Sono appena uscita di casa. Ok, fammi mandare la lista dei cambiamenti da Nedim. Oggi non riesco a passare, sono troppo incasinata a lavoro" gli dico sbrigativa fermando un taxi di passaggio ma che purtroppo è già impegnato. Ho scoperto che l'imprenditore ricco non abita molto distante da noi. Tento di fermarne un altro ma non si ferma. Sbuffo e gli urlo dietro.
-"Qualche problema?" chiede serio.
-"No, solo i taxi che questa mattina hanno deciso di non fermarsi" borbotto irritata.
-"Sono di passaggio. Passo a prenderti" dice serio.
-"Non serve, grazie. Vado in taxi" dico agitata che qualche paparazzo possa vedermi e fotografarci.
-"Invece è un'ottima soluzione visto che potremmo parlare dei cambiamenti senza perdere troppo tempo" dice serio. Sospiro e non posso tirarmi indietro. Risparmio tempo e lego le due cose insieme.
-"Bene. Ti aspetto" dico prima di riattaccare.

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Cammino nervoso nel soggiorno mentre ripenso alla litigata appena fatta con mia moglie. Una ragazza bella e testarda.
Tutti i torti non li ha, però sa benissimo, e abbiamo pattuito prima delle nozze, che le nostre vite sarebbero continuate a svolgersi così come si svolgevano prima di conoscerci.
Vado furioso in camera da letto e poi in bagno per farmi una bella doccia fredda e sbollire la rabbia che ha preso possesso del mio corpo.
Quando esco dalla mia camera tutto bello profumato e vestito, vado via di casa raggiungendo l'ufficio della mia manager.
-"Buongiorno Handa" saluto entrando nel suo ufficio senza bussare. Mi fulmina con lo sguardo mentre è al telefono e io mi siedo sul divanetto di fronte a lei in attesa che termini.
-"Buongiorno a te. Stavo parlando con l'ufficio stampa. Sembra che ieri notte sei stato avvistato a casa di Ayse e sei uscito solo questa mattina da casa sua" dice arrabbiata. Sussulto alla notizia e divento teso di colpo.
-"Siamo migliori amici Handa. Cosa c'è di così strano?" dico sfoderando le mie doti da attore. Da parte sua un altro sguardo omicida.
-"E due amici cosa hanno di così importante da parlare fino al mattino dopo e tu lasci tua moglie a casa sola?" chiede seria. Beh, mi sento un pò una merda in questo momento, anzi mi ci sono sentito per strada questa mattina mentre tornavo a casa e pensavo a Ginevra. Appena sono rientrato sono salito subito al piano di sopra a controllare se era nel suo letto.
-"Tante cose Handa. Tante" dico con il sorrisetto da stronzo facendola incazzare ancora di più.
-"Berk Trekkin, smettila di fare lo stronzo e comportati in maniera seria da ora in poi nella tua vita. Sei sposato e devi mantere la tua figura da persona seria e posata. Tronca la cosa con Ayse, qualunque cosa essa sia" mi minaccia severa facendomi quasi tremare il culo. Rimango in silenzio abbassando lo sguardo e sentendomi come un adolescente arrapato preso in flagrante.
-"Questo è il copione di Chalanoglu. Leggilo" dice seria passandomi un malloppo gigante di fogli. Leggo la trama della storia e non sembra male.
-"Me lo porto a casa" dico alzandomi di scatto impaziente di andare da mia moglie. Non mi piace come ci siamo lasciati questa mattina e mi sento davvero uno stronzo nei suoi confronti.
-"Fammi sapere cosa ne pensi. Al più presto per cortesia" dice seria prima che esco senza nemmeno salutarla.
Il telefono squilla e vedo chi mi sta chiamando.
-"Ayse, scusa vado di fretta" dico serio riagganciando subito ed infilandomi il telefono in tasca. Entro in macchina e fisso la mia fede al dito per un attimo, che brilla lucente alla luce del sole. Metto in moto e parto quasi sgommando nella fretta di raggiungere presto il centro.

COLPA DI UN TURCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora