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-"Non lo so Fulya cosa vuole. Mi chiama da ieri mattina e non la smette. Mi assilla con i messaggi che vuole parlarmi" dico nervosa alla mia migliore amica mentre siamo in ufficio.
-"Rispondi e mandalo a quel paese. Almeno vedi cosa vuole da te e te lo togli dai piedi" dice seria.
Io non ho chiuso occhio tutta la notte visto che non ho fatto altro che pensare e ripensare alla serata  con Berk e i suoi amici e pensare al mio ex fidanzato che mi ha assillata per una giornata intera e continua imperterrito.
-"Non ho voglia di sentirlo e vederlo. Potrei ucciderlo" dico con rabbia mentre Berk è sulla porta del mio ufficio e ha la faccia seria ma gli occhi sgranati.
-"Tu che ci fai qui?" dico arrabbiata. Fulya ci guarda sbigottita. Lei non sa nulla dell'uscita della sera precedente visto che dovrà rimanere segreta come cosa.
-"Possiamo parlare?" dice con tono dispiaciuto.
-"Avete litigato voi due?" chiede la mia socia confusa.
-"Si" dico secca. Berk rimane in silenzio sentendosi quasi a disagio.
-"Ok, io vado" dice alzandosi e svignandosela.
-"Giny" mi chiama dolcemente fissandomi dispiaciuto.
Giny.....mi ha chiamata?
Mi alzo di scatto prendendo la mia borsa ed il mio tablet.
-"Non possiamo Berk. Sto uscendo" dico seria non guardandolo nemmeno.
-"Ti accompagno" dice subito bloccandomi la strada. Lo guardo malissimo.
-"No, grazie" dico da finta gentile. Berk mi prende un braccio bloccandomi di nuovo.
-"Perdonami per ieri sera. Sono stato davvero uno stronzo" dice dispiaciuto. Lo vorrei uccidere in questo momento. Prendo il telefono che squilla e sbuffo vedendo chi è.
-"Anche lui ci mancava" borbotto irritata rimettendo il telefono in borsa.
-"Chi è?" chiede curioso l'attore.
-"Uno schifoso bastardo, ma a te non interessa" dico seria provando a camminare ma Berk non me lo lascia fare.
-"Berk, ho da fare" dico severa guardando i suoi pozzi scuri.
-"Perdonami" dice quasi pregandomi.
-"Solo perché sei un attore famoso, non hai il diritto di maltrattare le persone perché tu hai le tue crisi isteriche. Non ti hanno insegnato che non si lascia da sola una donna in piena notte in mezzo alla strada?" dico irritata, anzi, furibonda. Berk sospira e nei suoi occhi vedo davvero tutto il dispiacere. Mi prende la mano tra le sue fissandomi intensamente.
-"Lo so e sono terribilmente mortificato di tutto ciò. Perdonami Giny" dice serio. Lo guardo per qualche minuto, incatenando i miei occhi ai suoi mentre il respiro si fa sempre di più irregolare e sento un fuoco inspiegabile ardere dentro di me. Faccio un piccolo cenno con la testa, come a dirgli che lo perdono, e lui mi abbraccia subito. Rimango senza fiato per la sorpresa e la stretta che ha. Sono attaccata al suo corpo muscoloso e ricambio l'abbraccio mentre sento il cuore pompare furiosamente nel petto. I miei ormoni sono impazziti e sento un qualcosa tra noi due. Facciamo finta di nulla quando ci stacchiamo e raccolgo la borsa a terra, che mi era caduta mentre lo abbracciavo.
Berk si schiarisce la gola mentre il mio telefono continua a squillare e lo ignoro senza nemmeno vedere chi è.
Tanto so benissimo chi mi sta chiamando.
-"Io sto uscendo. Ti accompagno?" chiede in modo gentile.
-"Non voglio disturbarti" dico infilando il tablet in borsa.
-"È il minimo che posso fare per farmi perdonare" dice sorridendo.
-"Sto andando al locale dove si sono sposati Omer e Delia" dico seria.
-"Sono di passaggio. Devo andare a provare alcuni abiti da Ayse" dice serio e vedo un'ombra su di lui.
-"Andiamo" dico avviandomi verso la porta seguita da lui.
-"Faruk, chiama il nostro fioraio e chiedi delucidazioni sull'ultima catastrofe che ha combinato. Sono proprio curiosa di sentire le sue stronzate a riguardo" dico al mio dipendente. Faruk sorride divertito.
-"Sarà fatto mia signora" dice allegro.
-"Io sto uscendo. Dovrebbero arrivare dei pacchi dal mercatino. Ho preso alcune stoffe come campioni" lo informo.
-"Ok, appena arrivano te li poggerò in ufficio" dice sorridendo.
-"A dopo" lo saluto e saluto gli altri seguita da Berk Tekkin.
-"Con la donna che ami come va?" chiedo curiosa mentre scendiamo le scale a piedi. Berk sbuffa  grattandosi la testa.
-"Male. L'hai visto anche tu ieri sera" dice serio ed affranto.
-"Ma stai andando al suo atelier" gli ricordo con il sorriso.
-"Sono il suo modello. Devo fare le prove dei suoi abiti e non posso rifiutarmi" dice  scocciato mentre attraversiamo l'atrio salutando Alì e poi usciamo fuori dal grattacielo.
Davanti mi ritrovo il mio ex fidanzato, Kerem.
È rimasto lo stesso uomo bellissimo di quando l'ho mollato  anni fa ed è più maturo.
Alto, fisico asciutto e muscoloso, capelli di un castano chiaro ed occhi verdi.
-"Cosa ci fai qui?" chiedo con rabbia. Berk mi poggia la mano alla base della schiena fissando entrambi. Lo guardo un attimo e poi torno a guardare il mio ex fidanzato.
-"Ti sto chiamando da ieri e scrivendo. Non rispondi" dice serio.
-"Non voglio parlare con te. Non voglio vederti. Devi sparire dalla mia vista e dalla mia vita" dico furente prima di avviarmi verso l'auto di Berk, parcheggiata poco distante da noi. Berk non toglie la mano dalla mia schiena e apre la portiera quando arriviamo alla sua automobile. Salgo a bordo avvolta dai mille pensieri mentre il cuore pompa furioso nel petto e scricchiola dal dolore. Berk si accomoda accanto a me e mette in moto, rimanendo in silenzio per un pò.
-"Chi è?" chiede serio.
-"Il traditore bastardo. Colui che mi ha tradita qualche giorno prima delle nozze" sbotto furiosa. Sento inspirare forte Berk e trattenere il fiato. Lo guardo e noto le sue mani strette forti  al volante e le nocche delle mani bianche.
-"Figlio di puttana" sbotta irritato. Lo guardo sorpresa e mi verrebbe quasi da ridere se non fosse per il fatto che sono furibonda in questo momento.
-"Lascia stare. Voglio solo che sparisca" dico sospirando. Berk allunga la mano prendendo la mia nella sua e lo guardo sorpresa da tale gesto.
-"Lo spero anch'io" dice enigmatico continuando a guidare e a tenere la mia mano nella sua poggiate sulla mia coscia.
-"Perché ti sta assillando?" chiede serio.
-"Vuole parlarmi di qualcosa, ma non so cosa e nemmeno mi interessa" dico seria.
Arriviamo al locale dove si sono sposati Omer e Delia poco dopo.
-"Grazie per il passaggio" dico timidamente e parecchio grata.
-"Figurati, per così poco Giny. Se sei in giro mandami un messaggio. Magari torniamo insieme al palazzo" dice sorridendo mollando la mia mano.
-"D'accordo. Allora vado. Buona giornata" dico sorridendo ipnotizzata dalle sue iridi scure. Berk sorride.
-"Buona giornata anche a te" dice sorridendo.
Scendo dall'auto e mi avvio verso l'ingresso dell'immenso locale in stile moderno che si affaccia sul mare con un enorme giardino.
-"Cosa ti porta da queste parti nell'arco di pochi giorni?" chiede Civan, il mêitre del ristorante, sbucando da dietro la reception.
-"Ah, proprio te cercavo. Mi devi fare un favore enorme" dico prendendolo sottobraccio. Mi guarda sorpreso.
-"Buongiorno anche a te" saluta irritato.
-"Si si, buongiorno. Saltiamo i convenevoli Civan. Ho bisogno con urgenza immediata del locale tra qualche sera. Una mia cliente festeggia il compleanno e non abbiamo una località disponibile in tutta Istanbul" dico sbrigativa.
-"Non è con me che devi parlare e lo sai, ma con il boss" dice divertito.
-"Ma tu sei amico e socio del boss, quindi lo chiedo a te di farmi questo benedetto favore. Ovviamente poi pagherò il mio pegno" dico alzando gli occhi al cielo. Civan sospira frustrato perché sa che ha già perso in partenza con me.
-"Ok, parlerò con il boss. Entro stasera ti farò sapere" dice arreso. Sorrido soddisfatta mentre entriamo nella sala ristorante.
-"Grazie" dico sorridendo a trentadue denti.
-"Ti fermi per un caffè?" chiede gentilmente.
-"Si, grazie" dico mentre camminiamo verso il bar.
-"Ho giusto altri dieci minuti di pausa" dice guardando l'ora mentre ci accomodiamo sugli sgabelli.
-"Due caffè, Igor" dice al barista.
-"Che compleanno sarà?" chiede curioso.
-"Un compleanno di una settantenne, ex stilista e ben conosciuta" dico sorridendo.
-"Pensavo qualche compleanno alla moda, con gente famosa" dice sospirando.
-"Lo sarà, fidati" dico ridacchiando e pensando agli addobbi.

COLPA DI UN TURCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora