II

88 7 0
                                    

25.05.1301, ore 23:00

La nobiltà di Bianca sembrava quasi fittizia in quell'istante. Ella mai aveva visto tanto oro in tutta la sua vita. Si chiese com'aveva fatto un semplice brigante a raccogliere tutto quel tesoro. Negli ultimi due giorni, Bianca aveva vietato l'accesso alle sue stanze per tutti. L'unica ammessa era Antonia, la sua fidata ancella. Ci volle una notte intera, più mezza giornata e diversi viaggi per permettere ai briganti di portare tutto il tesoro. Quando ebbero terminato ed ella rimase da sola con la sua ancella e quelle sacche di juta colme d'oro, quasi non sapeva cosa fare. Cercò di combattere la curiosità, ma non vi riuscì e finì per sbirciare all'interno. Quel luccichio le invase corpo e anima. Ci volle poco per far degenerare la situazione. Chiese alla sua ancella di preparare la tinozza per il bagno, ma senz'acqua. Era un'altra delle sue idee folli. Antonia non provò neanche a capire, assecondò i suoi desideri in silenzio, curiosa di ciò che poteva accadere.

Quando la tinozza fu pronta, Bianca vi svuotò all'interno tre delle cinque sacche colme d'oro. Si privò lentamente dei suoi abiti, con l'aiuto di Antonia e si immerse al suo interno. L'oro lucente delle monete più grandi e il rame delle monete più piccole creavano un contrasto con il suo corpo pallido, che faceva quasi male agli occhi. Era senza dubbio una bellissima visione.

Antonia rise, osservando quella scena tanto bella quanto inusuale.

"Ti faccio divertire?" chiese Bianca, spostando con le mani le monete sulla superficie della tinozza. Sembrava una fanciulla alle prese con un nuovo giocattolo mai visto prima.

"Siete buffa in quella tinozza." Ammise dolcemente la fanciulla.

"Vuoi entrare anche tu?" chiese Bianca. A fatica, mosse un po' il corpo, cercando di farle spazio, ma la fanciulla scosse il capo, non sentendosi abbastanza coraggiosa per raggiungerla. Bianca sospirò non capendo la sua timidezza. Alla fine però annuì, non volendo insistere. "Credo che questa sia la felicità!"

"Quelle sono davvero tante monete d'oro." Borbottò la ragazza, ammaliata, non avendone mai viste così tante.

"Prendi un sacchetto, Antonia e prendine un po'." Propose gentilmente la dama, con tutta la genuinità e serietà che possedeva.

"Signora, non credo che..."

"A Domenico non importerà. Anzi, credo ne sarebbe felice." La interruppe. Era convinta delle sue parole. Domenico era un brav'uomo e di certo non avrebbe avuto nulla in contrario a quel gesto. Se fosse stato lì in quel momento, l'avrebbe probabilmente proposto lui stesso. "Dai, prendine un po', al prossimo mercato potrai comprare il vestito più bello di tutti."

"In realtà preferirei spenderli in viveri." Sussurrò la ragazza. Aveva preso un piccolo sacchettino ed aveva iniziato a riempirlo in modo incerto e insicuro. Non voleva esagerare, non voleva superare un limite che credeva esserci. Per lei non era giusto prendere quei soldi. Nel suo immaginario, i soldi che meritava erano solo quelli che guadagnava con il duro lavoro. Nessuno le aveva mai donato nulla in precedenza e di certo non le avevano mai donato denaro.

"Devo sfamare il mio fratellino piccolo."

Bianca la guardò silenziosamente per qualche istante. Non sapeva dell'esistenza di un fratello. In realtà non era affatto a conoscenza della famiglia di Antonia. Udendo quelle parole si sentì giù di morale. Voleva aiutarla ancor di più adesso che sapeva. Così, con un brusco movimento delle braccia, fece cadere a terra una gran quantità di monete.

"Prendi anche quelle che sono cadute a terra." Propose.

"Signora, sono troppi soldi." Si preoccupò la giovane, che aveva già provveduto a chiudere il piccolo sacchetto ancora mezzo vuoto.

Dama Bianca (DISPONIBILE SU AMAZON)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora