III

84 7 0
                                    

02.06.1301, ore 22:15

Giovanna passeggiava tranquillamente tra i corridoi del castello. Nelle sue mani stringeva una rosa rossa appena regalatale da Rodolfo. L'uomo era solito sorprenderla con regali simili. Sapeva la rendevano felice e lui riteneva il suo sorriso e la sua gioia contagiosi. La sorprendeva di tanto in tanto con regali semplici, come un fiore, un gioiello, un libro. Cercava tutto ciò che poteva interessarle per poter vedere un sorriso sul suo volto.

Negli ultimi tempi, la donna era stata molto nervosa e lui non sopportava vederla in quello stato. Era a conoscenza del motivo, sapeva bene ch'era la situazione di Eustasia ciò che preoccupava la sua amata. Fu anche per questo che rivelò a Fulvio dei sentimenti della donna nei suoi confronti. Nei giorni successivi vi furono altre discussioni tra i due sull'argomento. Fulvio gli chiese consigli, un aiuto e lui fu felice di darglieli. Era a conoscenza degli eventi successivi, era a conoscenza dell'inizio della loro relazione, ma non aveva detto nulla alla moglie, rispettando il volere del suo amico. Giovanna, di conseguenza, era ancora all'oscuro di tutto. Rodolfo non sopportava nasconderle le cose, forse lo sopportava ancor meno che vederla triste. Di conseguenza faceva tutto ciò che poteva per distrarla, rubarle un sorriso o vederla ridere.

Funzionava per qualche istante. Poi però rivedeva Bianca, udiva il suo nome o sentiva il suo profumo e tornava il malumore nella donna.

In quell'istante ella si trovò a passare avanti alla stanza della donna. Stava rientrando nelle sue stanze, dopo aver augurato la buona notte al marito e Fulvio, i quali erano rimasti nella sala del trono a consultare documenti di cui non capiva nulla. La porta delle stanze di Bianca era socchiusa e si udiva la donna sussurrare e ridacchiare. Inizialmente non vi diede importanza, credendo che stesse parlando con la sua ancella e proseguì dritta. Pochi passi più avanti, però, riuscì chiaramente ad udire la voce di un uomo e si bloccò sul posto. Si voltò, arrivò avanti alla porta e sbirciò alla meglio. Quando vide ciò che stava accadendo, la sua rosa le cadde dalle mani, finendo sul pavimento leggiadra e silenziosa.

Bianca e Domenico erano sdraiati sul letto. Per essere precisi, la dama era sdraiata sul corpo dell'uomo, il quale era privo di camicia o qualsivoglia indumento che coprisse il la parte superiore del corpo. Ridevano, sussurravano, lui le accarezzava dolcemente i capelli, si scambiavano sguardi e baci. Quella situazione non poteva essere in alcun modo fraintesa. Si udì un forte tonfo da una delle stanze accanto. Giovanna trasalì. Per non essere vista, corse immediatamente via, calpestando e dimenticando il suo dono lì.

I due notarono la porta socchiusa. Bianca si alzò e corse a chiuderla. Quando arrivò non vide nessuno, ma guardando a terra, notò la rosa rossa ormai distrutta.

"Che succede?" chiese Domenico, alzando il busto, reggendosi sui gomiti. Bianca rientrò in stanza perplessa, stringendo tra le dita quel fiore.

"Non lo so." Disse mostrandolo all'uomo. "Temo che qualcuno abbia avuto una discussione poco piacevole." Disse infine, lasciando cadere la rosa nel secchio dei rifiuti.

Dama Bianca (DISPONIBILE SU AMAZON)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora