IV

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26.09.1301, ore 15:00

"Nave in vista!" urlò la vedetta della nave.

Il capitano, ch'era in cabina con Bianca, si alzò e si avviò verso l'uscita.

Bianca era stata liberata e tenuta sotto la protezione del capitano. Non ne capì mai il motivo, forse era pura empatia femminile, oppure il suo scopo era di vendere un prodotto che non fosse stato depredato da uomini violenti e disgustosi.

"Non muoverti!" le ordinò, prima di uscire.

Bianca annuì.

Non aveva osato parlare neppure una volta ed era rimasta ferma ad obbedire gli ordini che le venivano dati.

"Capitano, nave nemica in vista."

"Pirati?" chiese, poco prima di prendere il monocolo dalle mai della vedetta ed osservare lei stessa.

"No, mercenari." Replicò all'istante.

"Maledizione."

"Cosa facciamo? Attacchiamo?" chiese il vicecapitano.

Bianca uscì silenziosamente dalla cabina, per capire cosa stesse accadendo.

"No. È la nave di Asol, siamo in svantaggio e sarebbe un suicidio." Rispose Awilda. "Difendete la nave. Tutti ai vostri posti!"

"Capitano." La interruppe ancora il vicecapitano, il cui nome era Vincent. "Asol non è a conoscenza del tuo aspetto. Faresti meglio a ritirarti sotto coperta." Le propose.

"Lo so, ma ho bisogno di capire prima una cosa." Mormorò la donna.

Lui la guardò confuso ed ella sbuffò. "Devo capire come trattare con lui."

"Non penso ci sia modo. Sono mercenari, sappiamo già cosa vogliono. Abbiamo due alternative. Scappare o attaccarli."

"No, moriremmo tutti in entrambi i casi. Asol è un bruto e quando vede la possibilità di diventare ricco diviene un demone." Spiegò.

Le era già capitato di incontrare quell'uomo in passato, ma era sempre riuscita a sfuggirgli senza essere notata.

"Che alternativa abbiamo? Non sembra il tipo da credere alle parole di un pirata, tantomeno di un pirata rinomato come te."

"Non gli lascerò prendere i miei schiavi! Se lo può sognare quell'idiota."

"Tabacco." Sussurrò timidamente Bianca, avvicinandosi lentamente a loro.

I due si voltarono di scatto e Awilda la fulminò con lo sguardo.

"Ti avevo detto di non muoverti." Le ricordò la donna, seria, severa.

"Capitano, aspetta." La interruppe Vincent, prima di rivolgersi a Bianca, curioso di scoprire la sua idea. "Cosa vuoi dire?"

"Ho visto che avete delle scorte di tabacco e mele. Potreste fargli credere di trasportare solo quelli." Propose.

"Sarebbe impossibile, torna dentro, donna." Ringhiò Awilda.

L'idea di Bianca non era cattiva, anzi, avrebbe potuto funzionare alla perfezione, ma Awilda si sentì ferita nell'orgoglio, poiché non fu lei a pensarci.

"Io posso riuscirci." Mormorò ancora Bianca.

Non aveva altri fini, non voleva imbrogliarli o scappare. Voleva aiutarli poiché aveva capito che una situazione del genere non avrebbe aiutato neppure lei o i briganti ancora rinchiusi nella stiva.

E non voleva, in alcun modo, essere separata da Domenico.

"Capitano, non sarebbe una cattiva idea." Tentò Vincent.

"E dimmi" cominciò Awilda, avvicinandosi lentamente a Bianca. "Perché mai dovresti fare una cosa del genere per aiutare dei pirati che vogliono vendervi."

"Perché voi siete una donna." Rispose d'impulso, dando voce ad alcuni dei suoi pensieri. "Non sono una sprovveduta, ne tantomeno una stupida come credete. So bene che in entrambe le navi saremmo tutti trattati come schiavi, picchiati e alla fine venduti, ma v'è una differenza tra queste navi."

"E quale sarebbe?"

"Voi, capitano." Rispose. "Per quanto mi duole ammetterlo, la mia fiducia nei vostri confronti è più alta di quella che potrei avere nei confronti di un uomo mercenario." Ammise, abbassando lo sguardo e unendo le mani con fare fanciullesco, com'era solita fare. "Inoltre, per quanto vogliate negarlo, avete dato l'ordine ai vostri marinai di non toccarmi in alcun modo perché l'idea che un'altra donna venga violentata a causa vostra vi toglierebbe fame e sonno. Potete far finta di essere malvagia, di essere crudele, ma il vostro cuore è buono, nonostante sia quello di un pirata."

Awilda non rispose, incapace di negare tale verità.

"D'accordo. Va', ma due dei miei uomini verranno con te per tenerti d'occhio." Ordinò dopo qualche istante.

Fu in quel momento che Bianca ghignò e la sfidò con lo sguardo.

"Non così in fretta capitano. Vi aiuterò, ma come ho detto: non sono una stupida. Dovrete fare anche voi una cosa per me!" le disse sfacciatamente.

Awilda aveva decisamente bisogno di lei ed avrebbe ottenuto quell'aiuto necessario se avesse accettato la sua proposta.

"Certo che ne hai di coraggio!" ringhiò il capitano. "Torna sotto coperta, mi hai solo fatto perdere tempo."

"Dovrete solo liberare il mio amato Domenico." Replicò Bianca, ignorandola.

"Non se ne parla neanche!"

"Potrete venderci, picchiarci, fare ciò che volete di noi, ma lasciate che stia con me. Vi chiedo solo questo." Aggiunse, addolcendo leggermente il tono di voce.

Tutto ciò che voleva era passare del tempo con il suo amato. Sapeva sarebbe stata un'impresa difficile, ma doveva provarci.

"Tutto ciò che voglio?" ghignò Awilda dopo averci pensato un po'. "Bene, affare fatto."

Si strinsero la mano come firma del patto e Bianca fu mandata sulla nave con due pirati e delle casse di mele e tabacco.

"Cos'hai in mente, capitano?" chiese Vincent, notando l'espressione della donna. "Sembri infuriata."

"Quella ragazzina crede di poterla passare liscia dopo avermi umiliata avanti ai miei uomini." Ringhiò frustrata. "Cos'ho in mente, chiedi? Lo vedrai!"

E si liberò in una risata maligna.

Dama Bianca (DISPONIBILE SU AMAZON)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora