Of Moving On

5.3K 356 108
                                    

Louis Tomlinson

La mia mano sembrò ricevere un'assurda ondata di energia e vitalità non appena lui me la prese.
Faceva freddo, ma, quando la sua pelle toccò la mia, sentii un caldo interiore e presumo che le mie guance fossero diventate rosse.

Probabilmente fu una bella cosa il fatto che non mi stesse guardando. Mi sarei fatto una figuraccia.

"H!", qualcuno urlò dal piano superiore

"Tay!", gridò Harry mentre la ragazza scendeva le scale. Indossava un vestito nero e molto corto, che lasciava intravedere la sua figura snella e le sue lunghe gambe. Aveva i capelli biondi e portava un rossetto di un colore acceso. Le stava davvero tanto bene.

Si avvicinò ad Harry e gli diede un bacetto sulle labbra. Lui le sorrise e lei si preoccupò di pulire le tracce che aveva lasciato sulla bocca dell'altro.

Giunsi alla conclusione che quella fosse la sua ragazza. In fondo, lui era bisessuale e non era di certo una cosa impossibile.

"Ah, comunque, lui è Louis. Lou, lei è Taylor.". Le porsi la mano e ci salutammo a vicenda.

Un uomo si avvicinò a noi e ci offrì lo Champagne. Harry prese due bicchieri e ne diede uno a lei.

"Scusatemi, vado a dare un'occhiata alla mostra. Piacere di averti conosciuta.", sorrisi a Taylor prima di andare.

Li guardai mentre parlavano. Lui sorrideva in continuazione e lei aveva la mano appoggiata al suo braccio.

Sì. Era la sua ragazza, assolutamente. Probabilmente non sapeva del nostro matrimonio.

Ammirai i dipinti, ed ognuno di essi raffigurava coppie felici. Coppie etero, gay, lesbo, vecchie e giovani. Era quello il motivo per il quale Harry mi disse quelle cose? Perché avrei visto coppie felici e avrei pensato a quanto io fossi miserabile?

Aspettai un po' di minuti e guardai verso il posto in cui si trovavano prima, ma non c'erano più.

Salii allora al secondo piano della galleria e decisi di smetterla di farmi i fatti loro. Harry mi portò lì per guardare l'arte, non per vederli amoreggiare davanti a me.

I dipinti del secondo piano erano diversi da quelli del primo. Le coppie erano insieme, ma non stavano sorridendo. Sembrava come se la presenza dell'uno bastasse all'altra e viceversa. Nulla di più. Non erano più solari come gli altri, ma le persone avevano comunque un luccichio negli occhi.

Al terzo piano, era tutto completamente diverso. Le coppie stavano combattendo, piangendo e sembrava stessero urlando. Alcuni dipinti contenevano tre persone al posto di due, e mi accorsi di essere rimasto a fissarli un po' troppo.

Notai la carenza di colori vivaci, la tristezza nello sguardo, la distanza. Alcune settimane prima ero esattamente così: ferito, solo, nessun posto dove poter andare.

Raggiunsi l'ultimo piano e vidi che era vuoto. Non c'era nessuno a parte me. I quadri raffiguravano una sola persona, questa volta.

Sentii dei passi nella mia direzione.

"È la natura umana. Le persone vanno avanti quando credono che non ci sia nessun altro motivo per continuare a guardare verso il passato.", disse Taylor. La guardai e stava fissando il dipinto che aveva di fronte.

"Questo è il mio primo dipinto.", mi spiegò. "E ciò che ti ho detto è quello che mi ha insegnato Harry. Mi diceva tantissime cose riguardanti l'andare avanti.".

Cosa? Quello era un suo dipinto?

Guardai la targhetta accanto e lessi:
SWIFT, T.

Bene. Avrei dovuto saperlo.

"Come ti sta trattando?", mi chiese Taylor.

"Aspetta, tu lo sai?".

"Certo che lo so! Mi ha detto tutto. Spero non rompa troppo le palle.".

"Nah, non lo fa.", le risposi e lei iniziò a fissarmi.

"Okay, va bene. Un po' lo è, ma riesco a gestire la situazione.", dissi e ci mettemmo a ridere.

"Ti ho lasciata per due minuti ed ora ti ritrovo qui, con mio marito, a parlare di palle.", parlò Harry finendo di salire le scale.

"Non è colpa mia se sei un pulcino rompi palle.", rispose Taylor mentre lo guardava. Io finsi di ridere.

"Le ragazze come te potrebbero solo fare discorsi del genere!", scherzò Harry e si passò una mano tra i capelli.

"Ma alle ragazze come me sei piaciuto così tanto!", disse lei.

"E a me non piacevano loro.", rispose lui.

Stavano flirtando davanti a me. Avrei voluto evaporare.

"Comunque, è stato bello conoscerti, Louis. Devo andare ad intrattenere i visitatori, ora.", esclamò Taylor prima di porgersi verso Harry per un abbraccio; lui la baciò sulla guancia prima che lei se ne andasse.

"Quindi... Sei arrivato alla parte più interessante della galleria.", parlò Harry avvicinandosi a me.

"I miei capelli erano più corti.", spiegò. "Le dicevo di dipingere i paesaggi, ma lei insisteva per disegnare me. Disse che era il modo in cui mi vedeva. All'inizio odiai quel dipinto, ma poi mi accorsi di dover andare avanti perché non avrei mai potuto tornare indietro nel tempo e risolvere le cose.".

"Per quanto tempo siete stati amici? Lei ti piace?", gli domandai.

"Lei è la prima persona con cui mi misi dopo Mason. Non le raccontai subito di lui, ma lei capì che qualcosa non andava. Così le spiegai ogni cosa e mi accettò nonostante il mio passato e il mio orientamento sessuale. Inoltre, mi disse di essersi lasciata da poco col suo ragazzo, perciò ci siamo aiutati a vicenda. Iniziò a dipingere per uscire dal mondo reale ed esprimere i suoi sentimenti attraverso i quadri.".

Rimasi in silenzio, cercando di capire tutto ciò che mi aveva detto. Taylor accettò di essere un aiuto per Harry ed entrambi furono d'accordo.

Tirai un sospiro di sollievo capendo che, in realtà, ormai, fossero solo amici. Non avrei mai voluto che diventassero altro.

"Aspetta... Sei... Sei geloso?".

Spaces • Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora