Everything he has

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Louis Tomlinson

"Baby, puoi farlo per me, perfavore?", Harry urlò mentre si abbottonava la camicia, poco dopo sarebbe andato al bar.
La scuola era in vacanza, perciò io non dovevo lavorare. Decisi comunque di rimanere a casa e di non andare al locale con lui. Mi fidavo.

"Cosa devo fare?", chiesi io.

"Il mio telefono. Potresti leggere il messaggio che mi è arrivato?", puntò il dito. Quando lo presi, realizzai di non averlo mai tenuto in mano. Guardai lo sfondo, e c'era una foto di me mentre dormivo, con tutti i capelli scompigliati sulla faccia. Ero davvero una merda, in quel momento, eppure lui aveva deciso di fare uno scatto.

"Oh, andiamo. Stai scherzando?", mi lamentai mostrandogli lo sfondo.

"Eri così carino, ho dovuto per forza.", si difese sorridendo e gli spuntarono le fossette.

"Qual è il codice di sblocco?".

"2202.", rispose ed io digitai. Mi ricordai anche del suo tatuaggio.

"Cosa vuol dire?".

"Di che parli?".

"2202, cos'è?", domandai.

"22 febbraio.", disse.

"E quello sarebbe...?".

"Il centesimo giorno. Il giorno in cui sarebbe finito tutto. In cui noi saremmo finiti. Avremmo perso tutto ciò che avevamo.", spiegò.

Guardai di nuovo il telefono, e riflettei su ciò che aveva appena detto. Non volevo finisse qualcosa, in nessun modo.

"Ma non importa più, no? Ho te e non ti perderò. Va tutto bene.", disse cercando di tirarmi su di morale. Probabilmente aveva notato il cipiglio formatosi sul mio volto.

Aprii il messaggio. Amavo il modo in cui aveva fiducia in me. Quando stavo con Hannah, non mi ero mai permesso di prendere il suo telefono. Forse avrei dovuto, almeno avrei scoperto il suo tradimento molto tempo prima.

Da: Mamma
Tesoro, perfavore vieni a casa. Tuo padre vuole parlare con te per quanto riguarda la festa.

"Tua mamma vuole che tu vada da loro, tuo padre deve parlarti della festa.", dissi ad Harry.

"C'è solo quello?", chiese ed io notai un altro messaggio.

Da: Mamma
Sai come la pensa sui fidanzati. Vorrebbe che portassi una giovane ragazza. Ricordi? Ne avevamo parlato l'ultima volta.

Non lo lessi ad alta voce. Harry avrà sicuramente notato la mia espressione, perché mi tolse il cellulare dalle mani e lesse.

"Cazzate.", disse e lanciò il telefono sul letto.

Rimasi per un attimo in silenzio, ma poi parlai.

"Sai che ha ragione. Sai che rovineresti la reputazione, in caso facessi coming out.", dissi. "Vai alla festa con una ragazza ed andrà tutto bene.".

Sapevo come si sentisse. Neanche io avevo fatto coming out, e tutti credevano che fossi eterosessuale.

Ma Harry proveniva da una famiglia severa. Non importava la sua opinione. La sua vera sessualità sarebbe dovuta sempre essere nascosta.

"Non capisco perché tu sia così fissato col trovarmi una beard.", disse quasi urlando. Le sue mani erano tra i suoi capelli e aveva le pupille dilatate.

"È solo per una notte.", dissi.

"Non voglio stare con nessun'altra persona!", urlò. "Ma ok. Se vuoi vedermi con un'altra persona, solo per una notte, ok. Così sarà. Mi troverò una ragazza."

Spaces • Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora