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"Vera, su" mi richiama la Tocca per la ventesima volta, sto provando il passo a due di jive ma non mi viene, Umberto e Mattia mi guardano aspettando una risposta o forse una reazione, che non tarda ad arrivare, "non ci sto di testa, sto dando il massimo" rispondo, "no Ver, tu puoi dare 130 se vuoi, ma ora vedo un 20, è successo qualcosa" mi dice Umberto. Nego, "no, o meglio nulla di importante" guardano il mio compagno che risponde, "non so, ma pure in casetta è persa" "Vera dai riproviamo" mi incoraggiano e faccio, mi butto a terra con la testa sul pavimento nascondendo il viso. "Speedy, tutto bene?" Mattia si accascia vicino a me parlando quasi in un sussurro, mento annuendo, "secondo me no" risponde, "vuoi sfogarti con loro? Vuoi che vado?" Nego, "resta" dico in un sussurro che sembra essere impercettibile.

Mi metto a sedere davanti il plexiglas che ci divide con i professionisti, loro replicano il mio gesto, "dicci" mi sprona il ballerino dall'altra parte del vetro plastificato, mi mordo il labbro inferiore guardando in alto per non incrociare lo sguardo di nessuno, sarei troppo fragile e scoppierei a piangere. "Non so cos'ho ma qualcosa c'è perché io non sono mai stata così" ammetto, "lo so Ver, ti ho vista con i miei stessi occhi" dice Francesca facendomi riposizionare lo sguardo sulla sua figura "ma so anche che tu non stai così per nulla" aggiunge guardandomi dritta gli occhi. "Dicci che è successo, butta tutto fuori. Tenerti tutto dentro non ti fa bene, sia psicologicamente che fisicamente" si aggrega Umberto, "non saremo Anastasia, ma lei cosa vuole? Vuole che parli, ti ricordi te l'ha detto, devi confidarti nonostante non sia io ad ascoltarti" dice Francesca, Mattia mi guarda perplesso, non sta capendo nulla ma annuisce. "Ci sono un po' di cose, mi manca casa" ammetto, i due ragazzi penseranno mi riferisca alla mia famiglia, ma l'unica che realmente sa il vero significato di quella parola così usata, casa è la ballerina mora difronte a me.

Casa per molti è la famiglia, il loro posto sicuro, stare con le persone che fanno sentire bene, è difficile da spiegare cos'è la casa, ma per una che una casa in senso figurativo l'ha avuta solo per nove anni cosa può sapere. Per me casa vuol dire vivere la mia nuova vita, che ora è quella presente, quella nata 10 anni fa che per non risentire la mancanza della sorella fa una scelta affrettata, andare via di casa, cambiare confini, cambiare paese, andare dall'altra parte d'Europa, a Roma. Da quando sono a Roma la mia casa è diventata Anastasia, i due coniugi di latinisti, lo staff di quel programma di dove mia sorella fa parte, quel teatro, quella è la mia casa, ma inconsciamente anche Amici sta diventando casa. Quante cose nascoste in un solo sostantivo che si usa quotidianamente.

"Però non è quello" aggiungo passandomi una mano sugli occhi, "ho litigato con Samu domenica" ammetto, Mattia sbarra gli occhi e camminando sulle ginocchia si avvicina a me abbracciandomi, mentre i due professionisti aspettano che io parli, "mi ha rinfacciato di non avergli detti che ti conosco" guardo Francesca, "perché essendo amici dovevo dirglielo perché a sua detta era una cosa importante" tiro su col naso levando una piccola lacrima solitaria fuoriuscita dal mio controllo. "Ma la cosa che mi ha ferito è che ha detto che noi eravamo amici, sottolineando il passato, ci tenevo, tengo a lui, è importante per me, Samu, ora l'ho perso. Vedi che è vero quando dico che gli unici veri amici siete voi, mie avete cresciuto ed accolta, tutti gli altri se ne vanno, se se ne sono andati pure i miei genitori chi altro può restare" ammetto. "Mi dispiace, non immaginavo" dice Mattia, apprezzo che non fa domande per il voi riferito alla ballerina e il cast, "ti mancano?" Domanda Umberto, "a volte si, sento che vorrei avere quelle persone che tutti chiamano mamma e papà, ma non sento la loro mancanza perenne. Ho trovato altre persone che nonostante non gliel'ho mai detto considero mamma e papà" dico con un sorriso.

La Tocca mi guarda con gli occhi lucidi, sono che vorrebbe piangere o per lo meno potermi abbracciare, "Francesca puoi" sentiamo dire da una ragazza della produzione, nessuno capisce tranne che la ragazza presa in causa, che esce dalla porta per poi entrare dall'altra, quella che conduce alla nostra parte. Si avvicina con una camminata veloce, mi alzo e la stringo a me e lei mi stringe a se con più forza che abbiamo, le lacrime scendono sempre più veloci e anche il suo viso sempre luminoso è ricoperto di lacrime. Riesco solo ad annuire in un mare di lacrime, "Vera" dice in un sussurro, "ti considero anche io mia figlia" dice e le lacrime si duplicano. "Siete la mia famiglia" le sussurro, "e tu sei la nostra gioia" risponde.

Penso che questo sia l'attimo più bello della mia vita.

Restiamo abbracciate, per ancora molto tempo, "grazie, per tutto quello che avete fatto per me" le dico, "non serve" risponde, poco dopo Mattia si alza e se ne va, ha capito la fragilità di questo momento così come Umberto, si saranno spostati in un'altra sala per continuare a provare. La porta si riapre e vedo Todaro, anzi vedo mio padre, "papà" riesco a dire solo questo e lo stringo a me, anche a lui una piccola lacrima esce, le lacrime ormai hanno preso il mio possesso, il controllo, piango, piango di gioia, felicità, malinconia, tristezza, gratitudine allo stesso tempo, "si, si" dice lasciandomi un bacio in testa e abbraccio i due insieme.

Finalmente posso dire di avere una famiglia che mi apprezza.
Sono la mia famiglia insieme ad Anastasia.

Angolo autrice

Stavo quasi per piangere anche io scrivendo questo capitolo, è corto, ma sostanzioso, pieno di speranza, gioia, tristezza e malinconia insieme e penso sia uno dei capitoli più belli che abbia mai scritto.
Che ne pensate?
Non so se cambiare titolo, stavo ascoltando una canzone "manifesto" e rappresenta molto la mia idea per la storia. Avevo pensato di cambiarlo in "si all'amore" ma non so, perché anche questo mi piace, ditemi voi.

Wendy || Samuele Segreto || Amici22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora