Capitolo uno

398 28 0
                                    


Seul, 2020.

L'anno del 2010.
Di quel periodo, mi ricordo che i quotidiani parlavano di un'ipotetica fino del mondo; ogni volta che ci penso mi viene in mente l'espressione di mia madre che fu colta dal panico più di tutti noi in casa.
Io avevo vent'anni, non ero pratico nella tecnologia che sembrava evolversi sempre di più, però ci capivo qualcosa e sapevo riconoscere una, da come oggi viene definita, "fake news", rispetto a lei.
A vent'anni anni non ti importa di niente, vivevo giorno per giorno e, a quei tempi lavoravo in un piccolo shop di film a noleggio, studiavo per diventare fotografo, una delle mie grandi passioni che solo col tempo ho dovuto riscontrare che in realtà non era la mia strada; ma all'epoca non mi  importava, inseguivo quelli che erano i miei desideri e nel frattempo che aspettavo la loro realizzazione, il mio tempo oscillava tra i miei amici Jin e Yoongi, feste e pomeriggi rinchiusi in quel monolocale di negozio.

A quell'età era un tipo di ragazzo che viva la sua vita appieno; per me i problemi erano altri, sicuramente non di certo un'ipotetica fine del mondo; mio padre ogni volta mi diceva: "se sopra di te cade un missile, conoscendoti, ti sposti solo di un passo per non essere colpito!" con un tono da ramanzina. Ed era vero, nonostante la mia omosessualità nascosta per via dei pregiudizi degli altri che, poteva essere vista come un problema esistenziale per qualcun'altro che viveva la mia situazione , io vivevo la mia vita con una sorta di serenità e in un certo senso mi ritenevo fortunato: avevo una famiglia, degli amici e un lavoro che cercavo di combaciare con il divertimento e, ci riuscivo alla grande. Nulla sembrava distruggermi; non era neanche un tipo da storie d'amore serie, quel tasto della mia vita era il meno preoccupante, alla fine, pensavo che all'età di vent'anni anni niente mi avrebbe ferito così tanto da cambiare, poteva sembrare un atteggiamento strafottente da parte mia? Io ritenevo che in un certo senso la mia età si era bloccata all'età di dieci anni quando la mia unica preoccupazione era non perdere a quel stupido videogame contro Jin, il mio vicino di casa il quale ci spartivamo pochi anni di differenza, nonché uno dei miei migliori amici che considero ancora tutt'oggi un fratello. Sembrava che nella vita tutto mi era facile, arrivai a pensare che il vero dolore per me non sarebbe arrivato così presto, ero un ragazzo appagato e pieno di vita, la sofferenza non aveva posto e parlando chiaro, forse ero un po' troppo presuntuoso e immaturo per pensare una cosa simile ma era l'età frivola che mi permetteva di pensarla in quel modo.

La fine del mondo combaciava con lo stesso anno in cui incontrai Kim Taehyung.

mi ricordo quando varcò la porta del negozio di un pomeriggio di mezza stagione, sentì la piccola campanella appesa su in alto all'entrata che tintinnava ogni volta che si apriva; non catturò subito la mia attenzione, a dire la verità non era neanche il mio prototipo; aveva dei capelli troppo lunghi per i miei gusti che gli coprivano le sopracciglia e la parte di cartilagine delle orecchie un po' sporgenti, indossava indumenti larghi che a primo colpo d'occhio non sembravano essere suoi.
Solo dopo averlo studiato attentamente, forse perché entrò senza nemmeno salutare, notai che vicino a lui c'era una ragazza che cingeva con le mani il suo braccio e cercava di trattenere la risata premendo la bocca contro la giacca di lui, i miei occhi scattarono verso di lui e vidi che non rideva, neanche un cenno di un sorriso beffardo anzi, era impegnato a scegliere un film nella categoria "film drammatici."
Il mio primo pensiero era di quanto fosse strano quel ragazzo; solitamente al negozio i ragazzi di quell'età o i miei coetanei si fiondavano su pellicole cinematografiche di genere horror o commedia e per i più coraggiosi, cercavano quelli per adulti ma per loro sfortuna non si vendevano in presenza del titolare, io a qualcuno che mi sembrava particolarmente simpatico glieli vendevo e se erano troppo piccoli ero obbligato a cacciarli dal negozio mettendoli doppiamente in imbarazzo.

Quando lo vidi incamminarsi verso la cassa per pagare, non tanto distante dalle corsie piene di scaffali, distolsi lo sguardo da lui che notò i miei occhi attenti su quella coppia: la ragazza era ancora stretta al suo braccio e, a guardala meglio mi parve molto più giovane di lui che a differenza mi regalò un dolce sorriso, se fossi stato etero probabilmente quella ragazza poteva essere il mio prototipo ideale, capelli lunghi neri e occhi grandi i quali erano rari da trovare su una persona asiatica, forse era proprio quello che la rendeva davvero una ragazza particolare nel suo genere.

"Pago questo." Il rumore della cassetta batté contro l'alluminio del bancone, alzai lo sguardo verso di lui e i suoi occhi erano puntati verso di me, forse era infastidito dal mio guardare la sua probabile fidanzata, distaccai lo sguardo e lui dal piccolo zaino, estrasse un portafoglio.

"sono nove won, grazie. Ha la tessera?"
Annuì facendo muovere quella testa acciuffata e colma di capelli neri, appoggiò la tessera plastificata sul banco.
Kim Taehyung.
Il mio occhio cadde subito sul suo nome che sembrò improntarsi nella mia testa fin da subito; nonostante aveva la tessera di abbonamento, non lo avevo mai visto al negozio, i timbri sulla carta, infatti, dimostravano che non frequentava molto il negozio, su dieci stelline ne erano timbrato solo tre di cui una era per il film che aveva appena noleggiato.
Quello che avevano scelto era "Blue Valentine", con Ryan Gosling e Michelle Williams, era un film drammatico e romantico.
"Ha i sottotitoli in coreano, vero?" mi chiese lei con un tono un po' troppo stridulo.
Il sottofondo vi era il rumore dello scanner dove feci illuminare il codice a barre.
"Si, ma non è doppiato. Vuoi affittarlo comunque?" alzai gli occhi e lo vidi appoggiato con le mani metà coperte dal lungo giubbotto nero sul bancone, rimasi con il film tra le mani, e vidi con la coda dell'occhio le mani di lei che gli accarezzavano la schiena.
"si, l'importante è che ci siano i sottotitoli e poi il doppiaggio coreano fa veramente schifo: preferisco la lingua originale." Rispose lui. A quella battuta risi di gran gusto, mentre lui sforzò un sorriso timido per la mia reazione, invece la risata grossolana di lei ricopriva le nostre.
"non posso darti così torto in fin dei conti. In ogni caso, la scadenza di consegna è prevista entro le due settimane a partire da oggi." Imbustai il film in custodia e allungai il braccio per dargli il suo acquisto; Se ne andò salutandomi con un arrivederci e il suono della piccola campanella riecheggiò nuovamente all'interno del locale.

Intanto sul mio cellulare arrivò un sms da parte di Yoongi.
"Hey amico :) ! Stasera c'è una festa a casa di un amico di Hoseok! Passi? Fammi uno squillo se ti unisci."
Seppure la stanchezza sul mio corpo si facesse sentire, quella sera raggiunsi i miei amici a quella festa: da lì, tutto ebbe inizio.

CODARDIA | taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora