Capitolo sei

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Samsung notes- smartphone di Taehyung.
5
"Ho bisogno di parlare con qualcuno. Devo dare voce a ciò che provo.
Sembrerà strano ma, io e Jungkook ci vediamo almeno tre volte a settimana fuori dal lavoro: non è un tipo di appuntamento, non ci vediamo di lunedì o di venerdì accordandoci, ma abbiamo gli stessi orari lavorativi in quei giorni.
L'altro giorno il mio capo voleva propormi il venerdì mattina come turno, ho supplicato fino alle mie ultime forze per non essere cambiato: devo preoccuparmi?
Sento come se... stessi mancando di rispetto a qualcuno ma, l'amicizia tra me e Jungkook mi fa bene... mi spiego: quando sono con lui sento che posso parlare di ogni cosa, anche se passiamo pochi minuti insieme dato che la tratta lavoro- casa in macchina è davvero questione di poco e, il fatto che lui si apposta sotto casa per sentire cosa io abbia da dire mi fa stare bene e anche ascoltarlo non mi dispiace: un po' di giorni fa, ero ubriaco e gli ho raccontato di Mia... e non mi sono sentito giudicato affatto, e questa cosa, mi ha fatto davvero piacere.
Però, perché mi sento in colpa Satellite?
Jimin magicamente si è reso conto del nostro rapporto, ora, fuori ad aspettarlo non sono solo io ma c'è anche lui; e mi vergogno a scrivere questa cosa ma... uno di questi giorni in cui noi tre eravamo in macchina, Jimin ha proposto di andare al cinema... io ero seduto dietro mentre Jimin, giustamente era davanti, ed io seduto al centro guardavo le macchine davanti a noi illuminare con i fari la città nella sera, ho alzato gli occhi e ho visto che gli occhi di Jungkook dallo specchio retrovisore mi guardavano.
Ho sentito qualcosa che non so spiegare.
Ha distolto subito lo sguardo quando ha incontrato i miei occhi ma, è stato un momento di secondi in cui qualcosa si è mosso dentro di me.
Qualcosa, qualcosa, qualcosa...
Che nome ha?
Alla fine siamo andati al cinema... i biglietti numerati che avevamo assegnati prevedano che io e Jungkook stessimo seduti vicini... ho notato che Jimin era un po' dispiaciuto che non fosse seduto di fianco a lui... e anche lì ho provato un leggero fastidio, forse perché era l'atteggiamento infantile del mio amico... cosa cambiava?
Io non volevo alzarmi ma, essendo che qualcuno aveva messo su il muso, ho dato il mio posto a lui: quando mi stavo per alzare, ho sentito la mano di Jungkook sfiorarmi il braccio nudo.
Ho fatto finta di niente e mi sono spostato.

Mi sento in un loop di confusione."


Il fatto che Jimin scoprì i nostri incontri "casuali" fu davvero un caso ed io non potevo evitarlo.
Quando uscì da lavoro una di quelle mattine, lo vidi lì davanti che mi aspettava, cercai di trascinarlo via nella direzione opposta perché sapevo che nell'altro vicolo c'era Taehyung nelle gradinate ad aspettarmi ma lui insistette sul fatto di andare a casa sua, con una voce insinuante.
Arrivammo e la scena era esattamente come l'avevo prevista: Taehyung seduto ad aspettare e Jimin incredulo del fatto che il suo migliore amico era lì anche se non capì che era una cosa già programmata a modo suo.
Notai lo sguardo perplesso di Taehyung: il ragazzo affianco a me gli chiese cosa stesse facendo lì e lui tiro su una scusa dell'autobus, che aveva perso quello prima ed era rimasto lì ad aspettare dato che mancava abbastanza tempo dal prossimo.
"Jungkook ha la macchina! Gli puoi dare uno strappo fino a casa? ti darà lui le indicazioni!"
Avrei voluto dirgli che conoscevo esattamente dove abitava Taehyung, che passavo giornate a parlare dentro la macchina parcheggiata un po' più distante dall'isolato di casa sua, ma non dissi nulla di tutto ciò; come potevo dire una cosa simile?

Alla fine, Jimin mi aspettò quasi tutti i giorni fuori dal lavoro, finì così quel rapporto che avevamo io e Taehyung ed eravamo di nuovo noi tre insieme: non avevamo modi di parlarci tramite telefono perché per quanto passavamo insieme del tempo da soli, nessuno dei due ebbe il coraggio di chiedere un recapito telefonico: così, lui smise di aspettarmi nelle gradinate.

Un giorno, quando andammo al cinema noi tre, sentivo che ne avevo abbastanza, era anche un periodo che io e Jimin litigavamo spesso forse perché sentivo la mancanza di Taehyung: incominciò a lagnarsi del posto che gli era stato assegnato ovvero affianco a Taehyung che beccò quello nel mezzo, io ero capitato di fianco a lui e, ammetto che a me mandava più che bene.
Taehyung sentendo le continua lamentele dell'amico decise di spostarsi e cambiò di posto, fu istintivo per me, cercare di fermarlo ma appena sentì che lui si irrigidì sotto la mia presa, abbandonai la mano e lo lasciai andare.
Da quella volta al cinema, lui non c'era così spesso; Jimin mi diceva che era con la sua ragazza o che lavorava ed io, sentivo che c'era qualcosa che non andava: pensai che Taehyung cercava di rimanermi il più distante possibile, o per il suo bene o per quello del suo migliore amico che non si domandò mai del perché prima Taehyung mi aspettava e poi, improvvisamente era diventato il ragazzo più impegnato della città.
Di seguito, le discussioni con Jimin aumentavano sempre di più ed ero sempre io a farle nascere e soprattutto da delle stupidaggini: mi resi conto che stavo facendo del male a due persone, sia a me che a lui.
A tal punto che decisi di chiedergli di rompere con lui, non sopportavo il fatto che passavo del tempo con una persona che per quanto mi faceva stare bene, non era quella che volevo al mio fianco.
La persona che volevo sembrava essere sparito, ogni tanto passava per un saluto solo perché capitava che si era già accordato con Jimin che lo supplicava, arrivava, quelle poche volte, sempre svogliatamente.
Anche se a lui non potevano mancare quegli incontri io ne sentivo il bisogno, anche se per Taehyung io ero solo un amico, dovevo far in modo di ritornare a quello che stavamo costruendo prima e Jimin, anche se non la prese nei miglior dei modi, non c'entrava niente; lui non ne aveva colpa, Jimin semplicemente pensava di aver accanto un ragazzo che per lo meno aveva lo stesse interesse pari al suo: ero io in torto, lo avevo riconosciuto fin dal primo istante, ma dovevo seguire il mio istinto, mettendo in conto tutte le conseguenze.

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