Capitolo cinque

227 25 1
                                    

-Samsung notes- telefono di Taehyung
4

"Caro Satellite, così ho deciso di chiamarti, è un nome carino da dare ad un diario segreto no? Forse lo cambierò in seguito ma, mi piace pensare che dare un nome a questa sorta luogo in cui mi sfogo, abbia un nome! Anche se effettivamente satellite non è un nome proprio... ma qui, sulle note non abbiamo regole e limiti! Stabilisco io stesso questo patto :)
In ogni caso, è un po' che non scrivo qui su...
Le cose con Mia sembrano aver ripreso a funzionare... strano vero?
Probabilmente è dovuto al fatto che un paio di giorni fa abbiamo avuto una discussione abbastanza forte... vederla piangere mi ha spezzato il cuore, mi ha detto testuali parole: «tu non ci tieni più a me come una volta!» ed io ho ribadito che non era vero, che era solo una sua impressione paranoica; ho risposto con la solita scusa del «lavoro!» e «devo studiare, non è che non voglio vederti». Mia madre mi dice sempre che le donne hanno un senso istintivo, riescono a capire le cose prima di noi uomini... sarà così che lei ha capito le cose senza che io le accennassi.
In ogni caso da quella litigata passiamo molto più tempo assieme rispetto a prima, in realtà aspetto di vedere le cose come andranno con il tempo anche se non ti nego che lo sento, i miei sentimenti non sono più stessi.
Intanto però, passo molto più tempo con Jimin e il suo ragazzo (?) chiamiamolo così dato che neanche loro sanno come definirsi; devo dirti che quel ragazzo è davvero simpatico, puntualmente io e Jimin ridiamo sempre ad ogni sua battuta e seppure, il mio migliore amico ride per tutto, non è tanto scontato che io rida; ti sembrerà strano che io dica così ma è la verità, spesso amo stare per conto mio, Jimin ormai è abituato a questo mio lato caratteriale, a volte passiamo del tempo assieme senza parlarci, mentre io leggo un libro o lui gioca a qualche giochino scaricato sul telefono: ma a noi va bene così.
I ragazzi precedenti del mio migliore amico erano tutti dei gran coglioni a mio parere; puntualmente quando mi conoscevano, avevano sempre da ridire sul fatto che io non sono un ragazzo così espansivo: « come mai non parla? Il gatto ha mangiato la sua lingua?» arrivavano a dire frasi di questo genere! Ti rendi conto satellite?
Invece lui no... sembra non dargli fastidio passare del tempo con il suo "ragazzo" e il suo migliore amico taciturno. Sembra un tipo apposto, davvero.
Anche se ogni tanto lo becco che mi guarda... non so come definire quello sguardo... probabilmente cerca di cogliere qualcosa da me(?) so solo che non mi da fastidio...
Forse è meglio che smetta di scrivere anche perché sono arrivato a destinazione! Oggi niente bici... fa troppo freddo per prenderla!
Ah, con Jungkook ci incontriamo spesso fuori dal lavoro, l'altro giorno mi ha detto che non trovava parcheggio davanti al suo negozio e che l'unico posto in cui ne trova uno è quasi davanti alla biblioteca.
Non pensavo che Busan è diventata così popolosa :,)
Alla prossima, satellite"
-

Avevamo stretto un legame noi tre.
Taehyung spesso si univa a noi due quando staccava dall'orario lavorativo o quando aveva finito di essere un topo da biblioteca per lo studio, ormai lo prendevamo in giro, in senso pacifico, sul fatto che trascorreva la sua vita immerso nei libri.
A me piaceva passare del tempo insieme, ogni tanto vedevo che Jimin cercava un po' più di "privacy" per noi, ed io, mi rendevo conto che non ne sentivo il bisogno: ma dovevo farlo, sentivo per lo meno di dargli quelle attenzioni che mi chiedeva e puntualmente gliele concedevo; ad oggi però, mi chiedo se mai lui se ne era mai accorto del fatto che i miei occhi cercavano la terza persona che era con noi.
Perché prenderci in giro? Io probabilmente ci impiegai meno del previsto a capire che Taehyung stava incominciando a piacermi: a me i jeans larghi non mi erano mai piaciuti, prima pensavo che i capelli lunghi su i ragazzi non erano particolarmente attraenti: lui era l'esatto opposto di quello che io avrei definito essere il mio ragazzo prototipo. Ma la vita sembra essere imprevedibile; mi piaceva guardarlo quando i suoi occhi erano altrove dai miei, improvvisamente sembrava distaccarsi da tutto e si soffermava su qualcosa che probabilmente catturava la sua attenzione, quando avrei voluto sapere a cosa stesse pensando in quei momenti.

Capì che non mi bastava più il tempo che trascorrevamo insieme: incominciai a parcheggiare la mia auto fuori dal suo posto di lavoro, un po' inquietante come cosa forse, ma giuro che era fatto in buona fede; semplicemente, concepì io stesso che sentivo l'esigenza di trascorre del tempo assieme solo con lui ma, risultava più difficile del previsto.
Non riuscivo a beccarlo sempre; capitavano giorni che lui usciva prima oppure dopo dal mio turno di stacco e onestamente aspettarlo lì non mi sembrava opportuno: ammetto che qualche volta il pensiero di aspettare è balenato nella mia testa; conoscere Taehyung era diventato più difficile di quanto pensassi ed io mi stupì della mia determinazione nel volerlo fare.
Forse era proprio questo che accesse dentro di me un sentimento mai provato prima.
Un giorno però, destino vuole che, casualmente mi richiamò lui da lontano vedendomi arrivare alla macchina: mi ricordo che ero arrabbiato quel giorno, si, ma non il motivo ma probabilmente era legato al mio capo di lavoro di quel tempo e, per un lasso di minuti mentre camminavo dal negozio fino all'auto, non mi ricordai del fatto che io avevo parcheggiato li per un motivo.

"Jungkook!" Alzai di scatto il capo appena sentì chiamarmi, stavo scalciando una lattina di una bevanda gasata di metallo, probabilmente era per quello che si rese conto della mia presenza, dal rumore.
"Hey Taehyung!"
"Che ci fai da queste parti?"
Bella domanda, pensai.

"Beh, davanti al negozio non trovo parcheggio... ho pensato di metterla qui dato che è un posto un po' più isolato."

"Capisco... effettivamente qui c'è un campo più vasto per parcheggiare. Hai staccato ora?"

"Si, poco fa! E tu? Rientri a lavoro?"

"No in realtà ho appena finito anche io, stavo ritornando a casa!"

"Sei a piedi? Se vuoi ti dò uno strappo!"

"Non voglio darti tanto disturbo! Ho ancora una birra in sospeso con te." Scoppiò a ridere, inevitabilmente lo feci anche io, risi assieme a lui.

"Hai ancora tempo per rimediare se vuoi!" Guardai l'orario dal piccolo schermo dello smartphone ed erano appena scoccate le sei di sera.
Taehyung sembrò pensarci su per un lungo tempo, probabilmente nella sua testa passò il pensiero che non era corretto prendere una birra con il ragazzo del suo migliore amico ma, a favore delle mie speranze, accettò di prenderci una birra insieme.

Andammo in uno shop aperto ventiquattro ore su ventiquattro, prendemmo le nostre birre e ci sedemmo su una panchina di un piccolo parco.
Io parlavo in continuazione e lui ascoltava, e lo capivo dal suo sguardo attento: ogni tanto frugava le mani in tasca e tirava fuori una sigaretta che mi offrì ed io accettai anche se non ero un fumatore seriale, dal suo modo di aspirare capì invece, che lui lo era.
Gli chiesi dei turni del suo lavoro e lui mi domandò dei miei: avevamo in comune solo il lunedì, mercoledì e il venerdì, entrambi lavoravamo solo la mattina, e quelli, erano i due giorni che ci beccavamo sempre fuori dall'edificio: ci misi un po' di tempo a realizzare del perché puntualmente quei tre giorni Taehyung rimaneva fermo sulle gradinate della biblioteca ed il perché io avessi sempre un po' di affanno nel camminare.
Poi lui, quella sera, mi raccontò di una certa Mia, e mi giurò di non dire niente a Jimin del fatto che lui non provava gli stessi sentimenti per quella ragazza; la stessa del negozio, realizzai che era quella che gli stava attaccata al braccio per tutto il tempo.
Improvvisamente sentì un carico di emozioni che pensai di cadere anche se ero seduto su quella panchina affianco a lui : la speranza dentro di me si accese anche se lui non mi raccontò molto se non soltanto la "tragica"situazione con la sua fidanzata ma non entrando nei dettagli e soprattutto non mi disse che tra di loro era finita, lui era fidanzato con una ragazza nonostante tutto. Pensai che erano stati i superalcolici in vena a farlo parlare, forse. Perché non prendemmo solo la birra quella notte: d'altronde si dice che l'alcool tira fuori il vero sé di una persona ed io, ringraziai me stesso per avergli proposto quella bevuta in sospeso.

CODARDIA | taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora