Samsung notes- smartphone di Taehyung
12"Caro satellite,
sapevo che Jimin sarebbe ritornato, me ne aveva parlato.. fatto capire che era intenzionato a riprovarci.Non so descriverti come mi sento in questi giorni... sembra che una perenne stanchezza invada il mio corpo ed io rimango paralizzato in una situazione e tempo che mi sta scomoda ma, allo stesso tempo non riesco a rinunciare a stare con lui, con Jungkook.
Se qualcuno mi avesse detto che tra qualche anno la mia vita si ritrova in questa situazione, non ci avrei creduto.
Da una parte non ti nego che vorrei tornare indietro ai vecchi tempi... quando tutto era semplice, o almeno apparentemente.
Mi ha detto Jimin che ha incontrato Jungkook, anche se con lui ho fatto finta di niente questa sera: Jimin mi ha detto che sono rimasti in buoni rapporti nonostante lui «sia innamorato di qualcun'altro» a quelle parole ho sentito il mio cuore impennare dalla velocità, lui è innamorato di me.
Ora chiudo.
Ci sentiamo presto. t."Taehyung sembrava che non scrivesse più a Satellite come prima, le note diventano sempre più brevi. Forse per lui quel periodo non era stato semplice: diviso tra chi amava e chi voleva bene come un fratello.
-Da quando Jimin piombò davanti casa mia la situazione rallentò: sembrava aver preso una piega che piano piano lacerava ogni cosa.
Il giorno seguente, decisi di chiamarlo e parlargli con l'intenzione di raccontare quello che era la verità un tempo, pensai che non serviva a niente nascondere tutto.
Ero intenzionato a farlo anche senza dirlo a Taehyung.
"Pronto jimin? Ciao sono io..." dall'altra parte della cornetta sentì minuti di silenzio interrotti, e prima che proferisse parola, un sospiro arrivò dalla parte del mio telefono.
"Hey Jungkook... come stai?"
Lo chiamai da una cabina telefonica giù al mare, attorno a me c'era un atmosfera autunnale; le foglie arancioni, gialle e insecchite che arricchivano le strade di Busan, accumuli di esse erano posizionate ai mordi delle vie, in seguito qualche spazzino avrebbe raccolto per pulire, lasciando le strade libere.La vista davanti a me, mentre mantenevo la conversazione, mi fece rendere conto di quanto il tempo sia passato, di quanto era cambiata la mia vita negli ultimi mesi: sentì il peso della mia esistenza, avevo venti anni e mi sentivo invecchiato tutto di un tratto, un uomo già compiuto, arrivato al termine della propria esistenza. Un'anno fa ero un ragazzo così spensierato, non avevo mai conosciuto l'amore, e in quel momento, rinchiuso dentro quattro vetri di una cabina, stretto nella mia giacca a vento, mi sentivo fragile di fronte a qualcuno che amavo con tutto quello che mi restava da dare, da offrigli.
"Ehm... penso bene... ascolta io sono qui verso il mercato del giovedì, ti va se ci vediamo, avrei bisogno di parlarti, dal vivo."
"Mm... penso di riuscire nel giro di dieci minuti, riesci ad aspettarmi?"
"Si, penso di sì."
Era mattina, un sole caldo illuminava il mio viso rivolto verso di lui che splendeva in alto, mentre ero seduto su una panchina sul lungo mare.
Dietro di me c'erano le voci del confusionario mercato, i gabbiani che volavano alto nel cielo limpido, le persone in bici che passavano o qualcuno a piedi che teneva tra le mani le buste della spesa; la città era più viva che mai quel giorno, sembrava così colorata di anime, e in quel momento, per il mio stato d'animo, mi sentì fuori luogo.
Poco dopo arrivò Jimin, sembrava quasi euforico, quando lo vedi attraversare la strada di fronte alla mia, pensai a cosa si aspettasse che accadesse quel giorno.
Mi salutò con la mani già prima di arrivarmi vicino, io mi limitai ad alzare la mano per salutarlo e gli sorrisi, perché nonostante tutto, Jimin mi metteva sempre di buon umore.Una manciata di minuti dopo, eravamo seduti uno di fianco all'altro in silenzio, nell'attesa che uno dei due prendesse l'iniziativa del discorso, detestai quella situazione e presi a parlare.
"Jimin ascolta... mi dispiace ma, io non penso sia il caso di dare una seconda possibilità alla nostra relazione."
Sentì sospirare, nel mentre gli parlavo: mi girai per guardarlo meglio e lo trovai con lo sguardo dritto in una direzione senza meta davanti a lui, e le gambe strette fra di loro."Non capisco... vorrei sapere perché hai perso l'interesse all'improvviso. Mi hai lasciato prima chiedendomi una pausa e poi sei sparito senza dirmi niente..."
"Jimin io-" mi bloccai nel mentre gli stavo per dire la verità ma presi coraggio e pensai che era la volta buona per mettere fine a questa storia: " io sono innamorato di un'altro ragazzo."Per la prima volta mi guardò in faccia e capì quanto fosse innamorato di me, e quanto lo avevo ferito dicendogli quelle parole, i suoi occhi parlavano al posto di tutto.
Solo anni dopo, capì il senso della frase "in amor vince chi fugge." Con un età più consapevole della vita, appresi il significato e pensai immediatamente a lui, al ragazzo che era seduto vicino a me, dieci anni prima."Lo immaginavo, ma comunque sono disposto a starti vicino..." continuò: "scusami e- che io non sono pronto... insomma... io penso di provare dei veri sentimenti per te..."
"Jimin tu sei davvero importante per me... mi fai stare bene... ma oltre ad un amico non riesco a vederti... nella mia vita c'è una persona che ha stravolto tutto... nessuno dei due merita di sentirsi preso in giro o mentito..."
Sghignazzò e poi aggiunse:
" beh... è fortunato! Allora perché mi hai detto di pensarci fuori casa tua?""Perché ero con lui quella sera... non sapevo cosa dirti e l'unico modo per mandart-"
"Ho capito. Ho capito..."
"Jimin mi dispiace davvero... vorrei tanto però che rimanessimo amici o non so..."
"Voglio solo sapere, sei stato sincero con me fin dall'inizio?" Qualche lacrima gli rigò il viso, lui cercò di spazzarle via per non farmene accorgere ma, aveva fallito miseramente.
"Si, all'inizio provavo qualcosa..."
"L'hai conosciuto quando stavamo insieme?"
"Si."
"Ed io, lo conosco?"
Improvvisamente il volto di Taehyung si parò davanti me, era lì seduto accanto e aveva preso il posto di Jimin: mi guardava con il suo solito sguardo attento, i suoi capelli corvini disordinati.
Volevo rispondere ma capì di amarlo in quel esatto momento perché mi resi conto di quello che provavo e dovevo proteggerlo, dovevo rispettare quello che mi aveva detto nell'ingresso di casa mia la sera precedente, non dovevo prendere una decisione per entrambi senza il suo consenso."No, non lo conosci."
-
La sera dello stesso giorno, andai nella camerata universitaria di Taehyung, non avevamo fatto l'amore ne niente ma, ce ne stavamo distesi sul letto ancora vestiti, abbracciati mentre la sua mano mi accarezzava la schiena da sotto la felpa.
"Io lo sapevo che sarebbe tornato Jungkook. Mi aveva detto di averti visto un giorno e che, si era reso conto di volerti..."
Io avevo il viso nell'incavo del suo collo e lui, fissava in alto nel soffitto avvolto nel buio totale.
"Oggi ho parlato con lui sai? Gli ho detto che sono innamorato di un'altro, non ho fatto il tuo nome però."
"Meglio così... ormai lo sai..."
"Shh. Non ripetermi che è troppo tardi Tae... non voglio sentire quelle parole..."
Sentì stringermi alla gola al solo pensiero di non averlo più nella mia vita.
"Taehyung, resta con me ti prego."
"Finché posso, starò con te." Le sue labbra si posarono sulla mia fronte.
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CODARDIA | taekook
FanficBusan 2010 Ad un party universitario, Jungkook incontra Jimin con cui inizia una frequentazione. La situazione si ribalta quando Jungkook e Taehyung, nonché migliore amico di Jimin, si conoscono. tra i due nascerà un'amore nascosto e incerto, tenu...