Present 2

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Capitolo ventidue

Improvvisamente i miei occhi cambiano il modo di vedere Sung, il mio compagno

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Improvvisamente i miei occhi cambiano il modo di vedere Sung, il mio compagno.
Dentro di me si accende la speranza di un suo ritorno, «dopo ben otto anni è ritornato»mi dico tra me e me.
Quando hai vissuto un amore così grande, impari a conviverci, non riuscendo mai a dimenticare completamente; qualcuno prende il suo posto a livello fisico, il suo corpo prende piede nella tua vita ma, per lo meno nel mio caso, una parte del cuore rimane ancorata a quella persona che avrà sempre un posto dentro di me e nella mia anima dannata.
Passo intere giornate ad aspettare che lui non ci sia per leggere quelle note e piano piano che il mio dito scorre tra una cartella numerata all'altra mi rendo conto dei suoi sentimenti e di quanto lui sia stata la persona che più ha sofferto quella relazione: io del resto, in questi anni l'ho sempre cercato e non riesco a negarlo a nessuno; ho mantenuto questo piccolo segreto con me stesso ma i miei occhi, in qualsiasi parte del mondo mi trovassi o in qualsiasi situazione, cercavano Taehyung.
Da quella volta al mare a Busan, non ci siamo più rivisti e mi sono sempre immaginato che da otto a questa parte, improvvisamente l'ho incontrassi per caso in mezzo alla strada tra migliaia di persone, in un bar mentre entrambi prendevamo la colazione prima di iniziare la giornata, in un ristorante dove entrambi avevamo prenotato per cenare o pranzare con persone differenti, sederci e notarci tra la folla, al bancone, tra tavoli: e poi immagino con quale scusa potevamo riattaccare un discorso, quale argomenti trattare del tipo: « hey che ci fai qui!» « che lavoro fai?» « allora come procede la tua vita? Sono passati tanti anni ormai da quando non ci siamo più visti» come se incontrassi un vecchio amico di scuola, senza rancore o mettere in mezzo questioni legate al passato.
Ma,  Taehyung non l'ho più visto ne tanto meno sentito, sembrava essere scomparso per quanto io dannatamente  lo cercavo in ogni luogo e in ogni persona: per otto anni io non ho avuto più notizie e improvvisamente un vecchio telefono aveva riemerso macigni di una vita ormai andata.

Come accennato, aspetto che il mio compagno non ci sia a casa e quando era presente, leggevo le note del telefono durante la pausa pranzo a lavoro.

"Che fai amore?"
È sera e sono sul divano di casa, solo la luce della lampada illumina la stanza in maniera soft, quel che basta per vederci e non essere assorti nel buio totale; appena sento la sua voce nascondo il telefono nell'incavo della coscia.

"Mh niente... guardo un po' di Tv."

"Ma è spenta!" Mi fa notare - " tutto okay amore? In questi giorni ti vedo un po'..."

"Un po'?"

"Assorto nei pensieri, un po' per aria ecco..."

"Sono solo stanco... tutto qui."

"Capisco. Io vado a letto, quando vuoi vieni." Mi lascia un bacio sulla guancia, allunga il viso verso il mio ma io mi distacco e so che nel suo viso si forma un'espressione confusa.

"Arrivo tra un po', tu intanto vai."

Quando riprendo il telefono noto che la batteria e scarica: incomincio a cercare per l'intera casa un cavo adattabile alla presa del telefono ma noto che nessuno di quelli presenti è compatibile.
Il senso di inquietudine nel continuare a leggere aumenta ancora di più la voglia di cercare un caricabatterie quasi da spingere a chiedere al mio compagno se ne avessimo uno in casa ma, mi blocco solo al pensiero che lui può scoprire una cosa simile, lui sa che c'è stato qualcuno prima di lui ma non sono mai sceso nei minimi dettagli e non saprei neanche io la motivazione del perché io non ho mai parlato intimamente di Taehyung con Sung.

L'indomani lascio un biglietto sul tavolo: « stamattina sono a fare colazione fuori con un collega non mi aspettare! Ci vediamo dopo!».
E mi ritrovo in una caffetteria dopo aver cercato in lungo e largo per la città uno shop dove vendono oggetti di informatica e finalmente ho trovato un cavo adattabile: attendo che si carica, il telefono è collegato ad una presa che offre il locale e nel mentre sorseggio il mio caffè seduto ai tavolini vicino alla vetrata e improvvisamente sono immerso dai suoi ricordi, lo immagino passare sul marciapiede dove è la mia visuale.
E mi perdo a cercare quei momenti li, mi sento ancora attaccato al passato e mi sembra di non avere più un futuro: ricordo le parole, i gesti, il suo tono di voce, i suoi dettagli, i nostri attimi sono ancora incisi su bianco e nero nella mia mente.
Con gli anni sono diventato più emotivo, con il tempo si è portato via anche la frivolezza della adolescenza e allora mi riparo in un periodo del passato a tal punto che sento di non capire più la differenza tra il presente e quello che noi eravamo; il mio non è un rifiutare di andare avanti, io so di essere consapevole che tu non sei da qualche parte ad aspettarmi, non più. E allora, immagino quale vita tu stia svolgendo oggi, chi sei e cosa sei diventato.
Capisco però che mi sento vivo in quei momenti, a suwon, nella libreria, nel negozio di cd a noleggio, al Johnny place, nell'appartamento della mia vecchia casa, nella tua camerata dell'Università numero 108.
Io so che sono capace di amare e di essere amato, ma è la
sua forma che non mi permette di immaginarlo, nella mia testa ho te, Taehyung,
Ritorno a quello che è rifinito "oggi" e sfilo il mio cellulare dalla tasca e provo a cercarlo sui i social in vaga del momento ma non trovo nessun account compatibile con lui, lo faccio solo per avere una sua immagine di recente, di lui versione adulta; cerco anche Park Jimin, il suo migliore amico o per lo meno se hanno ripreso i contatti ma nel suo ig Instagram c'è solo una foto di un paesaggio a New York e una sua foto da piccolo seduto su un altalena che sorride, il suo volto non è mai cambiato. Ma anche qui non c'è traccia di Taehyung.
Quando noto che il telefono è arrivato ad un certo livello di carica, lo scollego e sono pronto a leggere l'ennesima nota, per esattezza la quindicesima.

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