Capitolo sette

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Samsung notes - smartphone di Taehyung
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"Sono giorni pesanti... sento il peso di ogni ora che scorre sul mio corpo.
Io e Jungkook non ci incontriamo più fuori al lavoro, da quando c'era anche Jimin mi sentivo come se fossi il terzo in comodo e allora, a mal in cuore ho smesso di passare anche solo per salutare.
Ma la vita è imprevedibile e, ho una notizia satellite... nel giro di qualche settimana loro due si sono presi una pausa o meglio, Jungkook ha chiesto di interrompere la relazione... è Jimin che la chiama pausa.
Il mio migliore amico a scorsa notte è corso da me piangendo, spiegandomi nel miglior modo che riusciva, tra un singhiozzo e l'altro, che il suo ragazzo gli aveva chiesto di non vedersi per un periodo senza dargli un motivo ben preciso.
«Era così vago... forse è un periodo no, per lui? Ma io cosa centro! Anzi, vorrei aiutarlo se in caso fosse così.»
Questa è una delle frasi che mi ha detto mentre piangeva disperato seduto a bordo del mio letto: sono stato un pessimo amico perché non ho saputo cosa rispondere... non ho cercato neanche di consolarlo come si deve...
Però ho capito...
Ho capito perché Jungkook gli ha chiesto una pausa...
Vorrei che in realtà non fosse così... o per lo meno... non con lui... non per Jimin.

La mattina seguente ho visto Mia e, anche io ho sentito il bisogno di chiedere un periodo di pausa.. ma non ho detto niente, come al solito.
Così, senza un valido motivo, mi si sono diretto verso il negozio dove lavora Jungkook... gli ho chiesto del perché della pausa anche se, non sono affari che mi riguardano.
Lui è incazzato con me per il comportamento che ho avuto in questi giorni e poi me l'ha detto così, senza che io insistevo.

Mi devo sentire una merda di amico se mi sento rinato dopo quello che è successo? Probabilmente si.

Ps: ho contato quante volte ho scritto il suo nome in queste note del telefono che ti scrivo... ti dico solo che quasi superano il numero cinquanta.

Jungkook, Jungkook, Jungkook
Adesso ho superato il numero precedente:)

Serve che lo spieghi? Ho capito anche io.

Ti lascio,
A presto, mio caro satellite: Mi auguro che queste cose rimangano un segreto fra di noi.
per sempre."

-

Lo trovai di fuori al negozio che mi aspettava.
Il mio cuore palpitava così tanto che a stento riuscì a varcare l'entrata del negozio.

"Pensavo fossi morto."  Non lo salutai nemmeno: per quanto ero contento di rivederlo dopo giorni, ma allo stesso tempo, mi sentivo furioso perché era sparito dal nulla e per quanto incominciai a lanciare a sorte alcune optizioni del perché lui si comportasse in quel modo, arrivai a pensare finalmente che era per Jimin: ma in ogni caso non mi era andato giù per niente: comunque ero incazzato; non aveva tenuto conto a quello che eravamo noi anche se non eravamo nulla di concreto; ne amici ne fidanzati ma, semplicemente conoscenti.
La verità era che mi mancava, tutto qui. Anche se sentivo che i miei sentimenti correvano troppo.

"Jiminie ha pianto tutta la notte per colpa tua!" Il suo tono era uguale a quello usato dai genitori per un rimprovero.

"È per il suo bene. E poi sei venuto qui per farmi una scenata da amico del cuore? Non mi interessa grazie." Mi incamminai verso la macchina che quella volta era parcheggiata a pochi chilometri del mio posto di lavoro: avevo smesso anche di parcheggiare vicino al suo.

"Non è una sceneggiata! Semplicemente non puoi rimanere le persone in bilico! Lui non lo merita! La situazione deve essere o bianca o nera! Non esistono via di mezzo!" Lui mi camminava dietro, non riuscendo a stare al mio passo: con la coda dell'occhio vedevo i suoi capelli morbidi ballonzare e il ciuffo sulla fronte veniva spostato per il vento gelido.

"Non sono affari tuoi Tae!"

Quella era stata la nostra prima "litigata": se ci penso ora mi viene quasi da sorridere perché, all'epoca seppur inconsapevolmente, entrambi eravamo intenzionati ad accendere una miccia che non riguardava chi eravamo noi due insieme ma semplicemente una persona che entrambe condividiamo nella nostra vita: era stato il modo più egoista per rilegare, un pretesto per recuperare quello che nei giorni perduti è stato lasciato.

"Si invece! Perché tu hai chiesto la pausa quando io ho smesso di aspettarti davanti alla biblioteca!" Mi afferrò con una mano la spalla e mi girò verso di lui.
Aveva il viso rosso, non saprei dire se quel colore era dettato dall'imbarazzo o dalla rabbia oppure entrambe le emozioni.
So solo che era una cosa uscita dalla bocca involontariamente; ma in qualche modo una storia deve iniziare no?

"E tu cosa ne sai? Sei così presuntuoso da pensare che sia tu la causa?"

"Non sto dicendo questo..."

"Vuoi sapere la verità Taehyung?"

"Non devi parlarne con me... non sono io a dover sapere la verità!"

Il quel momento eravamo uno di fronte all'altro nel bel mezzo di un vicolo stretto avvolto dall'odore  di stufato cucinato: probabilmente qualcuno in casa lo stava mangiando; qualche passante lanciava un occhio a quei due ragazzi che erano impalati a fissarsi, con il respiro affannato parlando con un tono di voce troppo alto, che riecheggiava nel distretto del quartiere.

"La verità è che io non so tu chi sia! Non so nulla di te! Ne il tuo colore preferito ne il giorno in cui sei nato! So solo che mi hai fottuto il cervello da quando ti ho conosciuto! Non importa se è imbarazzante! Non è Jimin la persona che voglio al mio fianco!"

Ed era vero, perché per quanto per ben due mesi interi abbiamo passato del tempo insieme da quella volta in discoteca, Taehyung era di poche parole ed io sapevo poco e niente di lui che a differenza mia, sapeva la qualunque sul mio conto.
Taehyung parlava poco di sè; Lui preferiva ascoltare, ed io parlavo.. parlavo e parlavo senza fermatemi mai davanti a quegli occhi attenti su di me.

Mi lanciò una cartaccia che tenne stretta per  tutto il tempo fra le mani; quando la ricolsi da terra dopo che lui mi lasciò li, mi resi conto che era uno scontrino di qualche negozio alimentare, probabilmente la teneva già da prima fra le mani ma non ci feci caso.

"Hai frainteso tutto! Io non sarò mai come te! Mai e poi mai! Sparisci dalla mia vita Jungkook!

Si affrettò a lasciare quel vicolo per poi scomparire lungo la via e andare chissà dove.
Non lo inseguì: mi resi conto che era stato fatto tutto così frettolosamente, ma sono cose che non si possono pilotare; i sentimenti, quelli veri, non sono gestibili.

Cercai di arrendermi all'idea che avevo sbagliato tutto e che ormai nulla era riparabile: avevo agito in maniera impulsiva e dovevo assumermi la mie responsabilità.
Ma, ogni azione, ha una sua conseguenza.

CODARDIA | taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora