Lo scopo nonchè la volontà dello scrittore nascono dall'aspetto, dal fattore e da studi uniti a percorsi e ricerche personali decennali i quali decidono di dissotterrare tutto quanto sia stato sepolto in nicchie di eletti nel passato remoto della ve...
Il fine ultimo della pratica Sufi è soprattutto la conoscenza diretta, o almeno più possibilmente, di Dio, l'esperienza piena del Divino tramite un percorso di Purificazione Interiore chiamato "Tariqa" che mira alla totale realizzazione spirituale.
Questo traguardo è in pratica possibile da raggiungere nel momento in cui il discepolo, sapientemente guidato dal suo Maestro detto "Shaykh", giunge a poter discernere la Realtà per quello che è: un riflesso, un'illusione del Vero che Dio incarna.
Per usare un'ulteriore e comune metafora, l'apice del percorso Sufi può definirsi quale il superamento, sempre nei limiti dell'umano, dei veli che dividerebbero l'uomo e Dio.
Il discepolo Sufi infatti deve poi procedere lungo la Tariqa seguendo una serie di varie "Maqamat" (Tappe) le quali, una volta raggiunte tutte, segnano il possesso definitivo e permanente della conoscenza nonchè il passaggio alla Maqama successiva. Il numero delle tappe che tale discepolo deve assimilare a livello interiore variano da ordine a ordine e dipendono dalle predisposizioni del discepolo stesso. Pertanto, il viaggio lungo la Tariqa è per gran parte individuale.
L'esperienza delle diverse tappe sopra citate lungo la Via è così in pratica il risultato del perfezionamento di differenti di riti esoterici che iniziano con la "Baraka" (benedizione) da parte del Maestro, aspetto fondamentale per ildiscepolo per beneficiare di tutte le qualità purificatrici degli altri riti.
Il fulcro e perno centrale di quest'ultimi è il Dhikr ("ricordo", "menzione" letteralmente) eseguito in modalità molto e sempre diverse a seconda della confraternita ma, di solito, l'esecuzione procede in modalità crescente ed è costituita dalla Shahada, la professione di fede, e menzione di alcuni dei nomi di Dio.
Nella religione Islamica si ritiene infatti che Dio abbia addirittura ben 99 nomi, ognuno dei quali si manifesta nel Creato e che esclusivamente Adamo, vicario di Dio in Terra, li conoscesse tutti. Dunque, attraverso la menzione dei suoi nomi il discepolo può pretendere di aspirare, al pari di Adamo appunto, a raggiungere la Verità.
Quando e se si raggiunge il grado della conoscenza, si entra in uno stato di Wilaya (santità) vale a dire della massima prossimità a Dio consentita agli uomini. Nel Sufismo tuttavia esistono più gradi e più tipi di santità diversi a seconda della gerarchia dominata dal "Polo Supremo" (Qutb) al di sopra del quale siedono i Profeti.
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