Capitolo 1 Genesi Parte 1

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3 Gennaio 1904 Villaggio nei pressi di Aokigahara (nella zona conosciuta anche come Jukai la foresta dei suicidi, una enorme e fitta foresta su piedi del Monte Fuji, Giappone).

Un ragazzo oggi avrebbe compiuto 17 anni e per chiunque sarebbe stato un giorno pieno di gioia e festeggiamenti; ma non per Reo Gotoge. In questo stesso giorno di un anno fa, questo ragazzo subì una terribile ferita fisica e mentale da parte di suo padre.

"Reo-kun, alzati. Farai tardi per la colazione e tuo padre ha bisogno d'aiuto con i campi", esclamò la voce di una donna fuori dalla porta della stanza di Reo.

"...si, okaasan...", rispose svogliatamente il ragazzo vestendosi e mettendo via uno dei libri che aveva letto la sera prima, a lume di una lanterna, prima di addormentarsi.

Reo era un ragazzo alto circa 1 metro e 73 centimetri dalla corporatura media, né magro, nè grasso ma non mostrava molti muscoli anche se riusciva a sollevare sacchi molto pesanti. Aveva gli occhi color marrone chiaro, un naso pronunciato ma non eccessivamente grande ed i suoi capelli erano corti e appuntiti di colore marrone scuro (quasi neri). Nel complesso aveva un viso nella media ma gradevole agli occhi. La cosa più vistosa sul suo corpo, però, era una lunga cicatrice che gli scorreva obliquamente dalla spalla sinistra, lungo il torace e l'addome finendo sopra il fegato; questo fu il dono datogli da suo padre lo scorso compleanno usando il cimelio della famiglia della madre del ragazzo: una katana che dal lato sinistro aveva un colore viola, con sfumature blu e bianche e dal lato destro un colore rosso con sfumature arancioni e dorate.

La famiglia Gotoge aveva dei campi coltivati, non così tanto da costituire un latifondo, ma molti di più rispetto agli altri abitanti del villaggio. Ed essendo Reo l'unico figlio in quella famiglia, avrebbe avuto il compito non solo di ereditare quella terra e di prendersene cura, ma anche di ampliare i suoi possedimenti tramite un matrimonio di convenienza.
Tuttavia gli interessi del giovane erano diametralmente diversi; il ragazzo coltivava uno spiccato interesse per quasi tutti gli argomenti scientifici, dalla biologia alla zoologia, alla botanica, alla medicina, fino alla astronomia ma trovava gradevoli anche le arti in quasi tutte le loro forme. Infatti, una delle prime domande, se non la prima domanda, che fece ai suoi genitori, da quando aveva memoria, fu: "Perché il cielo è blu?"

La sua famiglia non era ricca come l'alta borghesia o la nobiltà, ma riuscivano comunque a racimolare abbastanza soldi dalla vendita dei loro prodotti agricoli e, con questi soldi, Reo aveva deciso di saziare le sue curiosità sul mondo che lo circondava attraverso i libri; la stanza del ragazzo era piena di libri e pergamene contente gli argomenti più disparati. Aveva persino imparato da solo a leggere e scrivere in cinese ed in inglese e conosceva qualche parola in russo. Ma la sua vera passione erano i testi di biologia che, anche se rispondevano ad alcune sue domande, facevano sorgere in lui molti altri interrogativi.

Il padre del ragazzo aveva considerato le attitudini di suo figlio come un semplice svago e gli aveva comprato quei libri soltanto per tenerselo buono. Ma il vero dramma accadde proprio il giorno del suo sedicesimo compleanno quando lui e suo padre entrarono in una discussione che da verbale divenne violenta. In sostanza il padre gli aveva spiegato quello che sarebbe stato il futuro del giovane, come se il corso della vita di Reo fosse stato già deciso fin dal momento della sua nascita. Ma al ragazzo non poteva importagliene di meno di restare confinato in quel villaggio a coltivare la terra e mettere su famiglia. Lui volava viaggiare per il mondo, esplorare, ampliare le proprie conoscenze. Non aveva aiutato il fatto che quel giorno suo padre si ubriacò e, in preda alla rabbia, prese la katana di famiglia ed attaccò suo figlio. La madre di Reo riuscì a disarmare l'uomo ma non prima che il danno fosse fatto.

Il giovane dovette attendere 3 settimane prima di guarire del tutto, superando anche una grave infezione grazie alla sua forza di volontà e alla sua voglia di vivere. Ma da quel momento in avanti avrebbe portato con se quella cicatrice e in lui sarebbe nato un disprezzo ed un odio puro per i propri genitori. Tuttavia, il ragazzo avrebbe sopportato di vivere con loro fino a quando non avesse messo da parte una somma di denaro sufficiente per scappare e vivere la vita che desiderava.

Demon Slayer: Chronicles of New Legacy Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora