16. Kaya

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La Tua Tartaruga.

Izumi, seduta sul tavolo cosparso di stoffe la osservava dall'alto in basso, con un sopracciglio alzato.

Kaya si guardava intorno spaventata, non capendo come facesse a essere lì con lei, com'era riuscita a tornare a Landorr?
Si sentiva strana, si percepiva più leggera, ma allo stesso tempo sembrava che ogni suo movimento fosse rallentato.

«Cosa mi hai fatto?» Chiese con un tremolio nella voce, portando le mani davanti a sé, le agitava cercando di essere veloce, ma queste non rispondevano ai suoi comandi e continuavano a muoversi lentamente.

«Niente di ciò che avrei potuto farti, visto il modo in cui hai ridotto il vestito.» Glielo aveva fatto lei, alternando ago e filo alla magia. Non sembrava arrabbiata però, la sua voce era calma. Appoggiò le mani dietro di sé, sul tavolo e accavallò le gambe. C'era qualcosa in lei che non andava, sembrava diversa. Fece un respiro profondo e scosse la testa. «Sei una pessima apprendista.»

Kaya non capiva. Non capiva a cosa si riferisse e non riusciva a capire come avesse fatto a tornare da lei. «Perché sono qui? Non dovrei essere qui...»

«No, infatti. Dovresti essere legata all'interno di un'umida cella di Makai... o col collo appeso a una corda.»

Il panico iniziò ad ammontare, si sentiva mancare l'aria, lo stomaco si era ristretto e il cuore batteva forte. Cercava di capire cosa fosse successo, ma le era difficile concentrarsi con il proprio corpo che non sembrava più appartenerle. «Avevamo un accordo, Izumi. Non puoi fare incantesimi su di me!» Urlò, o almeno ci provò, la sua voce infatti uscì debole. Kaya si portò una  mano alla gola e provò nuovamente a parlare, ma uscì solo un sussurro.

Izumi scese dal tavolo e a passo lento si avvicinò a lei. Le afferrò il volto in una mano, graffiandolo con le sue lunghe unghie. «Un accordo che vale nella vita terrena, ma qui... qui comando solamente io.»

La donna le accarezzò il volto con l'indice, facendolo scorrere fino alle sue labbra dove diede un leggero colpetto. «Ora stai zitta, devo concentrarmi» si allontanò verso il tavolo. «Non verrò più ad aiutarti, ragazzina.»

Le gambe di Kaya iniziarono a muoversi senza il suo consenso e la seguirono. Provò a fermarsi, ma il suo corpo sembrava essere sotto gli ordini di Izumi, piuttosto che i suoi. Fece per protestare e chiederle spiegazioni, ma si rese conto di non riuscire più ad aprire la bocca.

Si portò le mani alle labbra, queste erano serrate. Guardò Izumi terrorizzata, ma la donna non badò a lei. Aveva tra le mani una palla di cristallo nera, pronunciava parole incomprensibili e lentamente su questa apparve una scena.

Kaya cercò di fare respiri profondi per ricacciare all'interno le lacrime spaventate, ma fu del tutto inutile quando vide ciò che apparve sulla sfera di cristallo. Come poteva essere in due posti contemporaneamente? Cosa le stava succedendo? Forse era già morta. Voleva urlare e ci provò, ma le sue labbra rimasero chiuse e le sue corde vocali vibrarono a vuoto provocarono solo un lieve "hmm".

Si vide insieme a Killian, nelle stanza del principe, davanti a loro l'esercito di Makai. Lei si era fatta avanti, faceva delle  mosse con le mani, mentre le sue labbra si muovevano all'unisono con quelle di Izumi.

La strega si voltò dandole le spalle e impedendole così di vedere oltre. La ragazza fece nuovamente per protestare, ma decise che era meglio non insistere, perché intanto sarebbe stato inutile.

Era la prima volta che si trovava vittima della sua magia, più volte l'aveva minacciata di farle qualche incantesimo, soprattutto quando non riusciva a seguire a pieno il suo insegnamento, ma non aveva mai fatto niente, se non colpirla in testa con la scopa o insultarla.

Il Matto, Il Carro, La Torre, La LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora