34. Khaos

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Energia

Midori era il posto più bello che avesse mai visto, e lo poteva dire con certezza, perché di posti lui ne aveva esplorati tanti. Ma in nessuno di questi gli abitanti si comportavano come una famiglia, in nessuno di questi la mattina presto si sentiva l'odore del pane appena sfornato, né il chiacchierare sommesso delle donne che andavano a pulire i panni al lago. Non aveva ritrovato in nessun altro posto l'ora dorata della sera, quando il sole tramontava e si posava sul tufo e sui mattoni delle piccole case colorando tutto di una luce arancione.

Di Midori aveva solo bei ricordi. Lì aveva trovato una famiglia e una casa, vedeva tutti gli abitanti come se fossero suoi zii o suoi stessi genitori, perché lì tutti si prendevano cura di tutti. Lui che era stato strappato dalle braccia di sua madre perché non era nato con le sue caratteristiche, ma con quelle di suo padre, e queste non gli avrebbero permesso di sopravvivere sott'acqua. Aveva però trovato una mamma tra le braccia di Morgana. La strega del paese e la donna più buona che esistesse al mondo.

Negli anni si era sempre domandato come da una persona come lei fosse mai potuta uscire una persona come Izumi. L'unica risposta che gli veniva in mente era che qualcosa fosse dovuto andar storto durante l'incantesimo.

Morgana infatti non poteva avere figli, non nella maniera tradizionale almeno, ma li aveva sempre desiderati. Voleva avere qualcuno a cui insegnare tutto il suo sapere, qualcuno a cui dare il suo potere nel momento in cui lei sarebbe diventata troppo stanca per utilizzarlo. Così cercò nel suo grimorio e in quello delle sue colleghe, finché un giorno non trovò l'incantesimo perfetto.

Fu così che nacque Izumi, tra un mix di erbe aromatiche, fiori e parole recitate in una lingua antica.

Sicuramente qualche parola Morgana l'aveva pronunciata con un accento sbagliato, perché Khaos non aveva mai visto la donna rivolgersi a qualcuno, come Izumi si era rivolta a Kaya durante l'allenamento della mattina.

Lui le osservava dalla finestra della sua camera nella torre. Voleva capire quanto poteva effettivamente fidarsi di Kaya. Era sicuro che lei potesse aiutarlo con le mappe, ma prima di svelarle ciò che celavano doveva capire bene chi fosse. E allo stesso tempo desiderava che anche la ragazza sapesse con chi aveva a che fare. Per questo, finito l'allenamento le avrebbe mostrato la verità su Izumi, o almeno parte di questa.

Doveva essere molto attento quando lavorava con la magia, soprattuto in un'operazione complicata come quella che volevano affrontare loro. Sapeva bene che se la ragazza non si fosse fidata a pieno, il loro piano si sarebbe posato su una base traballante. Non poteva permetterselo. Qualsiasi cosa doveva essere studiata con precisione. E la fiducia e la sicurezza di Kaya erano alla base.

«Ti devi concentrare!» Urlò Izumi sbattendo il bastone a terra, e la ragazza sobbalzò dallo spavento. «Non è difficle, Kaya. O sei stupida o sei distratta!» Urlò ancora.

Khaos sospirò e si passò una mano sul volto. Sperava solo che la piccola strega fosse abituata ai modi barbari della sorella.

«Sono stupida allora» mormorò lei lasciando ricadere le braccia sui fianchi e si girò poi verso la sua maestra.

Izumi la guardò in cagnesco. «Sì, penso proprio di sì.» Si avvicinò a lei a grandi passi e prima che Khaos potesse anche solo pensare di provare a fermarla, sua sorella alzò una mano e le afferrò la camicia avvicinandola a lei. Kaya spalancò la bocca per quel gesto inaspettato, aprì la bocca e rimase col fiato sospeso. «Smettila di fare la ragazzina e di piangerti addosso... e guardami quando ti parlo.» Aspettò che la ragazza tornò con lo sguardo su di lei, poi continuò. «Sei da sola, Kaya. Devi imparare a difenderti e a usare la tua magia. Nessuno verrà a salvarti. Non voglio vedere un'altra lacrima scendere sul tuo volto o ti darò un vero motivo per piangere. Ora riprova.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02, 2023 ⏰

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