Ingrata.
Kaya si fermò prima di entrare all'interno della cabina del capitano. Killian la osservò interrogativo e la vide sistemarsi il vestito ridotto a brandelli, pettinarsi i capelli con le dita e fare un respiro profondo, con lo sguardo rivolto verso la luna alta in cielo. Strinse la presa intorno a una vecchia bottiglia che aveva riempito col rum e poi entrò, con passo deciso.
Non appena vide la scena davanti a lei, la presa intorno alla bottiglia si fece debole e Killian ebbe i riflessi pronti per afferrarla, prima che questa si riversasse a terra.
Kaya non si accorse di quanto era successo. Era come se tutto fosse sparito e fosse rimasta solo lei. Aveva voglia di ribaltare la nave sottosopra e di urlarle insulti come non aveva mai fatto prima.
Il suo istinto era quello di avvicinarsi, spingerla e urlare di farla tornare come prima, che non si doveva permettere e che la odiava. Ma per una volta diede ascolto alla parte razionale, che per la maggior parte del tempo rimaneva assopita dentro di sé.
Chiuse la mano a pugno, fece un respiro profondo e contò fino a dieci, come più volte Arthur le aveva detto di fare.
Il vestito nero di Izumi copriva le gambe di Divakar, sopra le quali era seduta. Le unghie gli accarezzavano delicatamente i capelli, mentre gli lasciava dei baci sul collo.
Khaosrsim era in piedi davanti a loro, le mani intrecciate intorno alla testa, lo sguardo rivolto lontano verso l'oblò. «Non capisci la gravità della situazione.» Stava dicendo, con tono calmo.
«Non starei qui, se non la capissi.» Rispose questa mentre faceva scorrere il suo indice sopra il volto del pirata.
«Pensi sia possibile?»
Izumi si fermò e si girò a guardarlo. «Ma mi ascolti quando parlo?» Alzò gli occhi al cielo. «Ogni incantesimo ha il suo contro incantesimo.»
Khaosrim alzò la testa verso il soffitto e sospirò poi tornando a guardare verso terra. «Se non ce l'hai tu tutto questo potere...»
«Io non-»
«Sei la strega più forte che conosca, Izumi. Se non ce l'hai tu, non ce l'ha nessuno.»
La strega sorrise. «Mi lusinghi, ma non mi interrompere quando parlo.»
Khaosrim alzò gli occhi al cielo e le fece segno di continuare.
«Dicevo, io non posso. Ho il potere, ma non posso liberarmi da sola. Sapeva che ci avrei provato e che ci sarei riuscita, per questo ha fatto in modo che non potessi.»
Kaya era stufa di tutto quel teatrino che non comprendeva e aveva un'immensa voglia di tirare un pugno in faccia a Divakar.
Strappò la bottiglia dalle mani di Killian. Con ampi e pesanti passi, in modo da attirare l'attenzione di tutti, raggiunse la scrivania coperta di cartine e ci appoggiò sopra il rum.
Khaos la osservò accigliato e spostò poi lo sguardo sulla bottiglia. La prese in mano e la annusò. Sorrise e bevve. «Mi sei mancato.»
Kaya non lo guardava neanche, i suoi occhi erano su Izumi, che la osservava di rimando, con sguardo orgoglioso e le mani intorno al corpo del pirata.
«Oh, ehm...» Khaosrsim si passò una mano dietro la testa. «Killian, puoi alzarti.»
«No.» Si intromise Izumi con fermezza. Killian era in ginocchio, la testa bassa, rivolto verso la strega. «Che rimanga così finché non gli sanguinano le ginocchia. E anche la ragazzina.» Guardò Kaya. «In ginocchio.»
Questa arricciò le labbra contrariata e si costrinse a sostenere il suo sguardo. L'occhio di vetro scintillava con sfida, mentre con la mano portava alla bocca un fico.
STAI LEGGENDO
Il Matto, Il Carro, La Torre, La Luna
FantasíaLasciate che vi racconti la storia di due regni, che per l'amore proibito e nascosto dei loro due re, stavano per unirsi sotto un'unica bandiera e un unico nome, sfruttando l'amore combinato e corrisposto dei loro figli. Un'unione che come un velo...