CAPITOLO NONO - parte 1

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Il buio scese lentamente, inghiottendo il paesaggio boschivo e dando inizio alla terza notte.
Jeff uscì dal suo nascondiglio guardandosi attentamente intorno, e si incamminò nel buio che avvolgeva la fitta foresta facendo attenzione a non schiacciare i cumuli di foglie secche, che avrebbero generato troppo rumore.
L'aria era fresca e umida, e scivolava sulle sue guance ad ogni passo.
Dal cappuccio bianco calato sulla testa, spuntavano i ciuffi neri dei suoi capelli lisci che dondolavano sul petto.
Jeff camminò a lungo, senza mai smettere di osservare con la massima attenzione tutto ciò che lo circondava. Le orecchie erano attente a captare anche il più piccolo ed insignificante rumore; perfino il soffiare del vento tra le figlie lo insospettiva.
Tuttavia, per qualche ragione, quella notte sembrava non esserci nessuno in giro. Forse gli avversari si erano nascosti esattamente come aveva fatto lui, ed attendevano la luce del sole per agire, trovandosi in difficoltà in quell'oscurità.
L'ambiente era tranquillo e silenzioso. Nessun rumore sospetto, nessun movimento ambiguo, niente di niente.
Eppure, ad un tratto, una voce fece sussultare Jeff.
-Ah, sei tu-.
Era KageKao.
Ancora lui.
Se ne stava in piedi sul ramo di un albero, ma incredibilmente sbilanciato da una parte. Il suo corpo sembrava fregarsene delle leggi della gravità.
Jeff estrasse il coltello.
-Ti prego, non essere sempre così ostile- ridacchiò KageKao, saltando giù dell'albero con un balzo. La sciarpa a righe svolazzò a mezz'aria per poi tornare al suo posto, appesa verticalmente sul petto.
-Non intendo combattere con te-.
-Si può sapere che diavolo vuoi da me?- grugnì Jeff, prendendo le distanze. Detestava il modo in cui quell'individuo era maledettamente imprevedibile, e non conoscendone ancora le abilità si sentiva fortemente a diagio al suo cospetto.
-Nulla in particolare, a dire il vero- rispose Kagekao, sorridendo. -Ho notato che hai rotto la tua alleanza con Ticci Toby-.
Il killer aggrottò la fronte, innervosito. -Come lo sai?-.
-Te l'ho già detto, no? Io so un sacco di cose-.
-Beh, vai al punto- grugnì il ragazzo.
Kagekao assunse un'espressione divertita.
-Hai fatto proprio la scelta giusta ad allontanarti da lui... So che ti ha parlato di tutti noi, ed anche di sé stesso, ma c'è una cosa che non ti ha detto....-. Su entrambi i lati della faccia di KageKao comparve un sorriso sadico e inquietante.
-Ovvero?- chiese Jeff, impaziente.
L'uomo ridacchiò.
-Ovvero non ti ha detto che lui è.. come dire... Il cocco di papà-.
-Che significa?-.
-Tra tutti noi, Toby è l'unico che Slenderman ha tenuto con sé diverso tempo, dopo averlo trasformato in un creepypasta. In sostanza è il suo preferito-.
Jeff guardò l'uomo con aria confusa. Perché gli stava dicendo questo? Dove voleva andare a parare?
-Di conseguenza, io se fossi in te mi farei una domanda- concluse Kagekao, tornando a sorridere malignamente.
Jeff si spazientì. -E cosa dovrei chiedermi?-.
-Beh, io mi chiederei se Slender, alla fine dei giochi, non faccia vincere lui in ogni caso... Credo che sarebbe una mossa intelligente eliminarlo, prima dello scadere dei dieci giorni- spiegò l'uomo dal volto di due colori.
-Perché dovrei credere a quello che dici?- ribattè Jeff, scuotendo la testa. 
-Nessuno ha detto che devi farlo- rispose KageKao. Non appena finì di pronunciare quella frase, svanì nel nulla davanti agli occhi increduli del moro.
Il ragazzo rimase fermo per diversi secondi, a rimuginare quello che gli aveva appena detto.
Non poteva sapere se si trattasse della verità o meno, ma sicuramente questa cosa lo stava inducendo a sospettare di Toby.
Ma forse era proprio questo che voleva KageKao.
Insinuare dubbi nella sua mente, farlo barcollare.
Era questa la sua specialità, e ci riusciva maledettamente bene.
Per il momento, comunque, la domanda che maggiormente tormentava la mente di Jeff era un'altra.
"Che cosa diavolo vuole da me, questo individio?".

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