CAPITOLO VENTUNESIMO - parte 1

949 147 17
                                    

-Oh, sono.... Rimasto addormentato- balbettò Toby, con la bocca ancora impastata dal sonno.
Il sole era già alto, e trapassava a fatica le nuvole grige che ancora dominavano il cielo.
-Ci muoviamo?- chiese Jeff, calando il cappuccio della felpa bianca sulla testa.
Toby annuì e si alzò in piedi; le foglie del cespuglio dondolarono lasciando cadere a terra le goccioline d'acqua che contenevano. Il bosco era tutto bagnato, ed aveva assunto una colorazione più scura; i tronchi, l'era, la terra, le rocce avevano un aspetto decisamente più cupo.
L'aria era fresca ed umida, e odorava di erba bagnata.
I due ragazzi si incamminarono silenziosamente, l'uno accanto all'altro. Ciò che dovevano fare adesso era trovare KageKao e sconfiggerlo una volta per tutte, sperando nell'aiuto della piccola Sally. La loro possibilità di vittoria dipendeva solo da questo.
-Toby?- disse Jeff, continuando a camminare con aria pensierosa.
-Hm?-.
-No...Niente non importa- mormorò, voltandosi dalla parte opposta.
Il castano fermò il suo cammino e puntò uno sguardo interrogativo in quello dell'amico. -Che cosa volevi dirmi?-.
L'altro sospirò. -Era una cosa stupida...-.
-Non importa-.
Taque per qualche secondo, come cercasse le parole giuste per comporre la frase. -Tu credi... Che abbia molto senso tutto questo?-.
-A cosa ti riferisci?- domandò il castano. 
-A tutto- rispose lui, allargando le braccia -Questa cosa non sarebbe dovuta nemmeno iniziare-.
-Beh, Slenderman l'ha voluto-.
-A proposito di questo...-. Si zittì qualche secondo, abbassò la testa ed aggrottò la fronte. -Kagekao mi ha detto che tu sei il pargolo preferito di Slender-.
Non appena il killer ebbe pronunciato quella frase, calò all'improvviso un pensante silenzio. Toby guardò il moro negli occhi, con uno sguardo indecifrabile, poi prese gli occhiali che aveva nella tasca della felpa e se li infilò.
-È vero- rispose, con un tono di voce improvvisamente più freddo e distaccato.
Jeff aggrottò la fronte. -Tutto quì? Non hai altro da dire?-.
-Che vuoi che ti dica?- ribatte l'altro.
-È stato Slender a darmi la forza di diventare una creepypasta, di uccidere quel bastardo di mio padre... Credo che l'abbia fatto perché gli interessavo, non saprei ben dire il perché... E ...-. Sospirò. -Mi ha tenuto con sé per un bel pò, è stato lui ad insegnarmi ad uccidere-.
Jeff strinse le labbra. -Nessuno di noi ha avuto contatti così lunghi con Slenderman-.
-Lo so, e so anche che ha una certa preferenza per me.. E allora?-.
-Allora avresti dovuto dirmelo-.
-Non dirmi che adesso non ti fidi più di me, Jeff!- grugnì il castano, alzando involontariamente il tono della voce.
-Tu al mio posto ti fideresti?- replicò il killer.
Toby lanciò a terra entrambe le accette con rabbia ed spalancò le braccia. -Ti ho salvato la vita mettendo a rischio la mia. Questo non significa niente?-.
Jeff abbassò lo sguardo, improvvisamente titubante.
-Pensavo che ormai avessi capito che non tradisco i miei compagni, Jeff!-.
-Hai ragione... Scusa- mormorò il moro, con voce stanca -È solo che... Voglio andarmene da quì, non ne posso più... E poi...-.
-E poi?-.
-Non mi va di combattere ancora... Tutti gli altri hanno sofferto in vita loro tanto quanto noi, e non meritano di morire così come forse non lo meritiamo noi-.
-Ascoltarmi Jeff- esclamò infine Toby, poggiando una mano sulla spalla del suo alleato. -Devi smetterla di sentirti in colpa per Jane, ok? Non è colpa tua, non è colpa di nessuno di noi creepypasta se siamo quello che siamo...-.
-Lo so ma..-.
-Le persone che ci hanno fatto questo, sono i veri mostri- lo interruppe -Sally è stata violentata dallo zio, lo sapevi? KageKao ha visto morire suo figlio tra le sue braccia, Jack è stato trasformato in un demone attraverso un rito... Nessuno di loro ha la colpa di questo, e allora? Dobbiamo solo cercare di sopravvivere!-.
Solo quando smise di parlare, Toby si accorse che Jeff stava piangendo.
-Scusa non vol...-.
-Sto bene- disse lui freddamente, ricomponendosi quasi subito.
-Sto bene-.
Si sforzò di allargare un caldo sorriso, e riprese a camminare.

Che guerra sia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora