CAPITOLO SECONDO - parte 1

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Jeff continuò a camminare, guardandosi intorno con estrema attenzione. Capì che probabilmente Slenderman aveva chiamato al rapporto anche altri creepypasta oltre a lui, e che quindi la situazione era più seria del previsto.
Che diavolo stava accadendo?
Raggiunse il rifugio di Slender poco dopo, e sorrise lievemente quando se lo trovò davanti.
Era una grossa casa a tre piani, molto bella, con il tetto spiovente ed i muri bianchi. Non era affatto cambiata, era esattamente come Jeff la ricordava; leggermente degradata, sciupata dal passare del tempo, ma ancora imponente e bellissima.
Nessun umano era mai venuto a conoscenza di quel luogo, inquanto Slender lo teneva nascosto grazie alle sue incredibili capacità di controllo mentale: qualunque individuo indesiderato si avvicinasse alla casa, veniva colto da improvvise allucinazioni che lo costringevano a fuggire, o anche a suicidarsi.
Non appena Jeff si trovó a pochi metri dall'ingresso dell'abitazione, sentì un lieve fischio nella sua testa, segno che l'entità maligna si trovava lì dentro.
Le luci interne all'abitazione erano accese, e filtravano attraverso i vetri delle fineste illuminando lievemente l'ambiente circostante.
Jeff varcò la soglia con il coltello stretto nella mano, ed appena ebbe infilato la testa oltre la soglia si trovò davanti un gran numero di persone.
Voltò la testa a destra e sinistra più volte, confuso ed allibito.
Una decina di individui poco raccomandabili erano sparsi un pò ovunque nella grande sala, al centro della quale se ne stava ferma in piedi la snella figura di Slenderman.
L'entità notificò immediatamente l'arrivo del moro; girò il suo volto bianco e vuoto verso di lui, e parlò ancora nella sua testa.
-Sei il penultimo. Mettiti comodo e attendi-.
Jeff si portò i palmi delle mani alle tempie, premendole con aria scocciata, ed avanzò con incertezza. Non amava stare tra la gente, soprattutto quel tipo di gente.
Non aveva mai incontrato nessuno degli altri creepypasta in vita sua, e così passò gli occhi su ognuno di loro per registrare nella mente i loro aspetti.
Il ragazzo con le accette che aveva visto poco prima nel bosco era adesso appoggiato con la schiena contro al muro dall'altra parte della stanza, ed aveva la bocca ed il naso coperti da una maschera di ferro. Gli occhi erano invece celati da un paio di strani occhiali gialli, e le dita di entrambe le sue mani erano fasciate. Ogni tanto muoveva la testa in modo buffo, probabilmente soffriva di tic nervosi.
Poco distante da lui, una bambina era seduta a terra e giocherellava con i propri piedi. Aveva dei bei capelli color miele ed uno sguardo innocente. Che ci faceva in mezzo a quel branco di psicopatici?
Jeff girò la testa in un altra direzione, ove vide uno strano ragazzo con la faccia coperta da una maschera blu; due raccapriccianti buchi lasciavano scorgere le sue orrende orbite vuote, dalle quali fuoriusciva una strana sostanza nera. Poco distante, un elfo alto poco più di un metro se ne stava seduto a terra; aveva i soliti vestiti verdi che si vedevano tipicamente nei cartoni animati, ma la sua faccia era tutt'altro che amichevole.
Infine, da solo in un angolo, vi era un uomo alto, con dei capelli neri e il volto che sembrava essere stato dipinto; da un lato era bianco, e dall'altro nero. Sul lato bianco era disegnato un sorriso.
Jeff valutò rapidamente che non aveva assolutamente intenzione di rapportarsi con nessuno di quei curiosi individui, così si posizionò con la schiena alloggiata ad una parete, il più lontano possibile da tutti.
Sospirò, volgendo ancora il suo sguardo alla figura immobile di Slenderman.
Solo allora ricordò di avere ancora il coltello in mano, così sorrise e lo ripose nella tasca.

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