CAPITOLO SEDICESIMO - parte 2

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Sally si svegliò da quel pesante sonno solo due ore dopo. Quando aprì gli occhi, sollevò di scatto la schiena e si guardò intorno, spaesata. Il suo sguardo si fermò sul volto indifferente di Jeff, che seduto accanto a lei teneva gli occhi puntati a terra.
Il suo sguardo era seminascosto dai capelli neri, ma era evidente che non stesse bene.
-Hey piccoletta, ti sei svegliata?- esclamò Toby, avvicinandosi. Non appena la bambina lo vide, la sua bocca si allargò in un enorme sorriso e gli saltò letteralmente addosso, abbracciandolo con forza.
-Stai bene?- le chiese il ragazzo.
Lei annuì e sorrise ancora, estasiata.
Era così semplice.
Come poteva un potere così grande risiedere nel corpo di una bambina così piccola?
La sua incredibile forza aveva rotto la maschera di Jack, mentre né Toby, né KageKao erano riuscito anche solo a scalfirla.
Sally disponeva probabilmente del potere più potente di tutti, ma lei non sembrava nemmeno esserne consapevole.
-Resta quì con Jeff, ok?- le disse poi il castano, lasciandole una tenera carezza sulla testa.
-Io sono quà fuori-.
KageKao era seduto sul solito sasso proprio accanto all'ingresso della grotta; il cappuccio nero calato sulla sua testa nascondeva il suo volto, ma sembrava osservare con rilassatezza il bosco che lo circondava.
-Hey- mugolò Toby, mettendosi a sedere accanto a lui.
KageKao taque per diversi secondi, prima di degnarlo della sua attenzione. -Sei preoccupato?- domandò, soffocando una risatina.
-Per cosa?-.
-Per tutto. Perché Jack sarà incazzato nero e ci starà cercando, perché il tuo amico Jeff non sembra stare granché bene, perché io potrei tradirti da un momento all'altro rivelando la nostra posizione al nemico...-.
Il castano strinse le mandibole e fece un pesante sospiro. -Avevo tenuto conto di tutto questo quando ho chiesto la tua alleanza...Quindi no-.
-Però?- insistette KageKao, ridacchiando in modo fastidioso.
-Però ci serve un piano, e anche subito-. Toby emise un secondo sospiro alzando lo sguardo fino a puntarlo sui rami degli alberi, coperti di foglie chiare e dalla forma ovale. -E così tu... Puoi rendere invisibili le persone che tocchi...- disse, cambiando discorso.
-Diciamo di si- rispose l'uomo. -Ma come hai potuto vedere applicare il potere su me stesso e su un'altra persona contemporaneamente mi richiede uno sforzo molto maggiore, ed il risultato è che duro al massimo un paio di minuti...-.
-Se organizziamo un piano intelligente, potrebbero essere sufficienti- borbottò il ragazzo.
-Non lo nego-.
Toby voltò la testa verso KageKao, con la fronte aggrottata.
-Per quel che riguarda far apparire gli oggetti invece? Hai delle limitazioni?-.
-Certo che sì- ridacchiò ancora lui. -Posso farlo solo con gli oggetti a cui sono stato più legato in vita, prima di diventare un creepypasta-.
-Vale a dire?-.
-Vino. Soltanto vino-.
Toby sollevò un sopracciglio con faccia stranita; non riusciva a capire se quella fosse una battuta oppure se diceva sul serio.
-Ero un vero intenditore, uno dei migliori- spiegò l'uono, con un filo di nostalgia.
-Non lo metto in dubbio- rispose Toby, prima di rimettersi in piedi e tornare dentro.
"Che cosa inutile", pensò.
Jeff giaceva ancora immobile nel suo angolo, con il viso totalmente impassibile. La sua espressione era strana: non solo vuota, non solo triste. Qualcosa non andava, in alcuni momenti il suo volto era così diverso dal solito che a malapena si riusciva a riconoscerlo.
-Stai meglio, Jeff?- gli chiese il castano, avvicinandosi. Solo adesso che riuscì a guardare meglio il suo volto poté notare una luce di odio nei suoi occhi.
Ma che diavolo stava succedendo?
Il moro non rispose alla domanda che gli era stata posta, ma piantò il suo sguardo pungente in quello dell'amico.
Nonostante fosse assurdo per ovvie ragioni, una domanda si insinuò inevitabilmente nella mente di Toby:
"È ancora sotto al controllo di Jane?".

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