Mi alzai presto, quel giorno. Almeno, più presto del solito. E mi svegliai in modo fantastico.
La sera prima avevo infatti sognato Cielo. I miei film mentali con lui continuavano a tormentarmi, la notte, ma cercavo di vederne il lato positivo: almeno, in qualche modo, riuscivo ad averlo con me.
In più, sognai qualcosa di particolarmente preciso, che corsi ad appuntare prima di dimenticarlo: sognai la fine delle lezioni, poi il sogno si sfocò e mi trovai seduto al computer. Stavo chiedendo a Cielo il luogo in cui abitava. E, in quel mio sogno, lui rispondeva con la cosa migliore che potesse capitarmi: era vicino a me e potevo incontrarlo facilmente.
Mi vestii ed andai a scuola, con il sorriso sulle labbra. I miei compagni, subito dopo avermi visto, cominciarono a parlare tra di loro, come sempre, lanciandomi occhiate. Ma in quel momento, quel giorno, non mi importava.
Passai la lezione a disegnare, provavo a rendere un disegno i sentimenti che provavo. Non che fosse facile: non avevo mai provato qualcosa di così intenso per una persona. Non riuscii a prestare attenzione alla lezione, una delle poche cose che non erano cambiate. Pensavo solo a lui.
Attesi la fine delle lezioni, volevo parlargli. Dovevo parlargli, sentivo che le cose sarebbero andate bene. Probabilmente mi stavo facendo troppe speranze, così si aggiunsero anche le paranoie di rimanere deluso. Ma la mia idea non cambiò: dovevo chiederglielo. Perché volevo vederlo.
Tornai a casa e mi fiondai sul computer. Non mangiai, di nuovo, così aprii immediatamente Wattpad e scrissi a Cielo, che mi rispose subito.
Nico: Hey, Cielo. Finalmente le lezioni sono finite, stavo morendo.
Cielo: Heyy, non vedevo l'ora di scriverti. Mi sei mancato, sai.
Arrossii.
Nico: Anche a me... ascolta, vorrei farti una domanda. Se non vuoi rispondere, tranquillo.
Cielo: Sì, certo. Dimmi.
Nico: Ecco, mi chiedevo dove abitassi.
Mi rispose con quel che speravo. Eravamo più vicini di quel che le mie paranoie sostenevano: in due città diverse, ma vicine tra loro.
Cielo: Mi fa piacere che siamo vicini. Mi piacerebbe vederti.
Nico: Sì, anche a me. Posso venire io, se vuoi, magari... anche ora.
Cielo: ORA?! Sicuro? Ma, il tempo che arrivi e si è già fatto buio.
Nico: Non mi importa. Voglio vederti.
Alla fine, Cielo, anche se dovetti insistere perché si preoccupava che avrei potuto ammalarmi per il freddo o cadere per il buio (nemmeno una madre con i suoi figli), accettò. Così sistemai lo zaino e, in preda all'euforia, uscii di casa.
Avrei finalmente potuto incontrare la ragione dei miei sorrisi.
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La mia parola preferita è "cielo"
General FictionNico amava la solitudine. La stessa solitudine che lo ha portato al cadere nel buio. Ricevere un messaggio da qualcuno era l'ultima cosa che si aspettava. Dall'altra parte dello schermo c'era Cielo, un ragazzo più grande, che sembrava aver scritto l...