Cielo

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Sapevo che a mia madre non sarebbe importato se fossi uscito o no, quindi mi limitai a prendere le chiavi e dei soldi e uscii.

Pagai il biglietto del bus, sul quale salii con le mie cuffie alle orecchie, ascoltando quella playlist di canzoni che mi facevano pensare a Cielo.

Ero fissato con lui? Sì.

Mi faceva pensare a lui letteralmente ogni cosa che potesse rendermi più chiaro quel groviglio nero di pensieri che avevo nella mente.

Passai il viaggio a guardare fuori dal finestrino, fantasticando su come sarebbe stato incontrarlo. Non mi aveva mai mandato alcuna foto di sé, ma immaginavo fosse bellissimo.

E pensavo di dichiararmi, ma le domande, l'insicurezza e le paranoie si impadronivano della mia mente: E se mi rifiutasse? E se amasse già qualcun'altro? Scossi la testa per eliminare quei pensieri. Dovevo smetterla di pensare troppo. In fondo, lo conoscevo da diversi mesi, già. Forse avrei avuto speranze. Forse.

Cielo aveva ragione, quando arrivai era buio. Aprii il link della sua posizione ed iniziai a camminare, godendomi la musica, passeggiando nel buio.

Arrivai dopo vari minuti davanti ad una casa molto carina. Mi abbassai le cuffie, studiando l'ambiente illuminato dai lampioni: una casa grande, sembrava una piccola villetta. I fiori nel giardino e quelli che scendevano (probabilmente rampicanti) dal grande balcone, insieme alla luce gialla e delicata, davano alla casa un aspetto confortevole e quasi romantico. Altre foglie e rampicanti incorniciavano in modo molto carino le grandi ed eleganti finestre, delle quali la pittura dorata spiccava sulla delicata sfumatura di rosa della quale era rivestita la casa.

E lì dentro c'era la persona che amavo di più al mondo.

Mandai un messaggio a Cielo, chiedendogli di aprire. Non mi fece attendere più di qualche secondo. Quando sentii la porta aprirsi, trattenni involontariamente il respiro. Ma quando lo vidi, rimasi a bocca aperta.

Mi si presentò un ragazzo piuttosto snello e più basso di me di una decina di centimetri, forse, con dei jeans a zampa, un maglioncino bianco neve a collo alto e stivaletti altrettanto bianchi che completavano la sua meravigliosa semplicità. Sul suo viso spiccavano due occhioni marroni e dolci, dei fluenti capelli color cioccolato lunghi fino alle spalle, delle lentiggini sparse per il viso, con la pelle che pareva dorata, alla luce dei lampioni. E quel sorriso, quel sorriso capace di togliere l'anima. Quel bellissimo sorriso che, con quelle labbra fine, sembrava risplendere di luce propria. Era semplicemente bellissimo.

Mi sentii inadatto, in quel momento. Io, con i miei capelli corti corti blu elettrico, i miei occhi neri spenti, che si accesero di una nuova luce quando lo videro, il mio sorriso che odiavo, la mia pelle pallida per le ore passate al buio. Io, con la mia felpa  oversize, i miei jeans dritti e larghi, le mie semplicissime scarpe da ginnastica nere come il resto dei miei vestiti, con la mia miriade di anelli, collane, bracciali "estivi" ed elastici ad entrambi i polsi e un semplice e malandato borsello a tracolla. Mi sentivo di troppo davanti a tale persona.

Ma non ci rimasi a pensare molto sul come stessi in confronto a lui, perché finalmente lo avevo lì. 

Avevo Cielo davanti ai miei occhi.




(ciau)

Allora, per  prima cosa mi scuso se il capitolo era noioso, ma era ora che descrivessi qualcosa. Però una parte che, ai miei occhi, non sarà male sarà la prossima. Quindi salva un po' l'essere noiosa di questa parte. Per chi legge subito quando aggiorno, forse questa settimana ci sarò di meno, ma tanto fra poco ci sono le vacanze, yee. 

Muah<3

La mia parola preferita è &quot;cielo&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora