Guardai Cielo negli occhi e trattenni il respiro. Ancora mi sembrava impossibile.
Rimasi lì, immobile, al contrario di Cielo, che mi corse incontro, sorridendo, e mi abbracciò. Arrossii e sorrisi, stringendolo piano a me. Lo sentii accoccolarmisi contro, nel silenzio della serata, rotto dai deboli rumori dell'ambiente.
Dopo non so quanto mi resi conto di stare ancora stretto a lui, e anche quest'ultimo dovette riprendersi dal momento, perché si staccò da me, imbarazzato.
Rimanemmo in silenzio per qualche istante, finché io non trovai il coraggio di dire: "Sei bellissimo", sorridendo. Lui alzò i suoi bellissimi occhi su di me e mi donò il più bello dei suoi sorrisi.
"Vieni, voglio mostrarti una cosa", così si diresse verso il buio retro della casa, dove c'era una lunga scala che portava al tetto e un interruttore della luce. Lo premette e i lampioni si spensero, facendo sprofondare la casa nel buio. Poi salì lungo la scala e mi fece cenno di seguirlo. Lo feci e mi ritrovai un Cielo illuminato dalla luce della luna, seduto, che mi diceva di sedermi accanto a lui.
Mi sedetti e lo guardai. "Cosa vuoi mostrarmi?", ricambiò lo sguardo. "Questo" indicò il cielo, che, una volta spenti i lampioni, iniziò a punteggiarsi di stelle. Grazie all'assenza di ulteriori luci intorno, il cielo era davvero bello.
Quasi quanto la persona che ne prendeva il nome.
Di sottofondo a quella meraviglia, che alzava gli occhi per guardare il cielo stellato e che sembrava spegnerle, le stelle, c'erano i rumori della notte.
Un bacio.
L'unica cosa che volevo, l'unica cosa che avrei fatto.
Se non fosse stato per Cielo stesso. "A volte vengo qui su con la mia fidanzata. Ma mi piace mostrarlo a qualcuno di altrettanto importante".
A "la mia fidanzata" mi crollarono tutte le speranze addosso. In prima linea era una donna. Se Cielo fosse stato eterosessuale, mai davvero avrei avuto possibilità. E poi era già di qualcuno, quando io lo desideravo, lo bramavo, lo volevo. Lo volevo vicino a me, l'avrei trattato come il più delicato vetro. Ed era di qualcun'altro.
Sentivo che il mio autocontrollo stava per svanire. Gli sarei scoppiato a piangere in faccia. E non permettevo a nessuno di mostrare il mio lato fragile, men che meno a lui. Che figura ci avrei fatto?
Non so come riuscii a resistere. Cielo si appoggiò alla mia spalla, mentre parlava della sua giornata, come di solito faceva. Io, se avessi aperto bocca, sarei crollato. Non so con quale coraggio, ogni tanto gli strappavo una carezza, o un quasi impercettibile bacio tra i capelli, e lo sentivo sorridere. Ciò riusciva a rincuorarmi.
Quando fu davvero, davvero tardi, mi salutò con il suo abbraccio dolce, del quale mi ero già innamorato, nel quale già avevo imparato a sentirmi a casa.
Tornai a casa, con le cuffie perennemente alle orecchie, non sentivo nulla, solo quella musica tanto forte da sembrar riuscire a soffocare il mio pianto.
Quando tornai a casa, però, cambiai playlist. E scoppiai in lacrime, nel mio letto, senza riuscire a fermarmi. Avevo bisogno solo di Cielo, e anche in quel momento non c'era. Lui, che sembravo non riuscire a sentire più vicino a me.
Mi addormentai per miracolo, con il viso contornato dalla macchia umida che le mie lacrime avevano creato sul mio letto.
STAI LEGGENDO
La mia parola preferita è "cielo"
Fiksi UmumNico amava la solitudine. La stessa solitudine che lo ha portato al cadere nel buio. Ricevere un messaggio da qualcuno era l'ultima cosa che si aspettava. Dall'altra parte dello schermo c'era Cielo, un ragazzo più grande, che sembrava aver scritto l...