(scena esplicita, essendo inventato può essere un tantino fuori dal normale)
Il giorno durante il quale facemmo tre mesi, e anche prima, mi rimbombavano nella testa le parole che avrei dovuto usare per chiedergli di avere una notte d'amore con lui.
Sì, avevo paura. Di come sarebbe potuta andare, di come avrebbe potuto reagire, ma lo volevo, era qualcosa che volevo da troppo, quindi decisi di dirglielo.
Verso la sera, ci sedemmo sul divano di casa sua, poiché i suoi genitori erano di nuovo fuori per lavoro. Scegliemmo un film e premetti play. Dopo una ventina di minuti di film, dei quali non avevo capito un cazzo perché mi creavo un discorso in testa, toccai la gamba di Cielo per attirare la sua attenzione, che si girò verso di me.
"Sì?", guardandomi con quegli occhi bellissimi. Iniziai a sentirmi in difficoltà, ma parlai, "Ecco... volevo... proporti una cosa, ma ti prego non reagire male". Mi guardò con fare interrogativo, incitandomi con un gesto della mano a continuare. "Ecco, non so per te, ma io sono... sì, sono vergine e...", tenne gli occhi fissi su di me, mentre io sudavo dall'agitazione. "Nick, tutto okay?", "io... voglio fare l'amore con te".
Okay, non so come, ma glielo avevo detto. E stavo morendo, avevo paura di come avrebbe reagito.
Ero arrossito da solo alle mie stesse parole, e lui aveva fatto lo stesso. "Vuoi... sei serio?", annuii. "Scusami, per favore, io... se sto esagerando, mi dispiace". Lui sorrise e scosse la testa, ancora rosso, "Non devi scusarti di nulla. Anche io ci stavo pensando, ma so quanto sei insicuro e avevo paura di chiedertelo", lo fissai, mentre i miei neuroni cercavano di comprendere se fosse un sì o un no.
"Questo significa che mi piacerebbe. E anche io sono vergine".
Per prima cosa, come cazzo fosse possibile che 'sto figo era vergine non lo capivo, ma mi sentivo speciale ad essere la prima volta di qualcuno. Non sapevo se stessimo correndo troppo, ma sentivo di voler dimostrare il mio amore in un modo più nostro, e sentivo che sarei stato a mio agio.
In più da quando ci eravamo messi insieme, avevo iniziato ad interessarmi al mio fisico, seppur solo guardando Cielo osservarmi mi sentivo l'autostima alle stelle. Così iniziai ad andare in palestra e dopo tutte quelle giornate passate lì dentro, i risultati si potevano ben vedere, ed era aumentato il mio amore per me stesso (non che prima ne avessi molto).
Prima che potessi ribattere, mi allacciò le braccia al collo, mentre il film andava, ormai ignorato da entrambi, per iniziare a baciarmi con dolcezza. Gli posai insicuro le mani sui fianchi, iniziando ad accarezzargli questi e la vita. Lui si sedette tra le mie gambe, incrociando le sue dietro la mia schiena, togliendomi la felpa e io feci lo stesso con il suo maglione, timidamente.
Lo sentii rabbrividire al tocco delle mie mani gelide, comparate al suo caldo corpo, e un lieve sospiro, sentendo le mie mani passare poi lungo il suo petto. Arrossimmo entrambi quando Cielo mi tolse la maglia e ci ritrovammo a contemplarci reciprocamente.
Lui non riusciva a staccare gli occhi dal mio corpo seminudo, facendo scorrere le dita sul mio petto, creando linee e cerchi con le dita, mentre si mordeva piano il labbro. Arrossivo ad ogni suo movimento, lasciandomi scappare alcuni sospiri.
Gli baciai piano tutto il viso, passando alla mandibola e successivamente al collo. La mia paura di non essere capace svanì quando sentii Cielo lasciare dei sospiri, accarezzando i miei capelli, le mie spalle, la mia schiena, provocandomi brividi mentre passava le mani sul mio corpo.
"Nico... per favore, toglimi i pantaloni, mi fanno male...", uscì quasi come un sussurro, abbassai lo sguardo e notai i suoi pantaloni. Arrossii e aprii la zip dei suoi jeans, per poi toglierglieli, con qualche difficoltà. Lui arrossì di conseguenza, rendendosi conto di star quasi completamente nudo, così mi tolsi i pantaloni anche io, facendolo scendere un momento dalle mie gambe.
Quando tornò seduto su di me, sentii la sua erezione poggiarsi e strusciare sulla mia, attraverso il tessuto dei boxer. Arrossimmo entrambi violentemente, guardando prima le nostre intimità e poi l'uno gli occhi dell'altro.
Lo presi in braccio e mi diressi nella sua camera, facendolo sdraiare delicatamente sul letto. Lui mi guardava rosso in viso, tenendomi strette le braccia al collo. Quando sentì le coperte aderire alla sua schiena, chiuse gli occhi, avvampando quando li riaprì, vedendo che mi ero messo sopra di lui, iniziando a baciargli la clavicola.
Presi i bordi dei suoi boxer e lo guardai, "Posso toglierli?". Lui annuì, rabbrividendo quando se li sentì scivolare via. Lui prese i miei e fece lo stesso. Gli incollai gli occhi addosso per un momento che mi sembrò interminabile, e lui fece lo stesso, mi sentivo i suoi occhi scivolare in ogni millimetro della mia pallida pelle.
Mi alzai, anche se in imbarazzo, e presi dalla mia giacca appesa poco più in là un tubetto di lubrificante. Sì, non sapevo se avrebbe accettato o meno, ma in caso di sì, non volevo assolutamente rovinare tutto perché entrare gli avrebbe fatto male. Così tornai sopra di lui, aprii il tubetto e misi un po' di lubrificante sulla sua entrata, baciandolo per tranquillizzarlo.
Mi guardò rosso di imbarazzo, quando tolsi le dita posando il lubrificante. "Se non ti senti pronto o vuoi che io mi fermi, dimmelo, non voglio che tu ti senta sotto pressione", gli sussurrai all'orecchio, mordicchiandogli tra una parola e l'altra quest'ultimo. Lui annuì, mentre mi accarezzava la schiena e sospirava piano.
Mi sistemai tra le sue gambe, gli alzai un poco queste e entrai delicatamente dentro di lui, che spalancò gli occhi e strinse la presa sulle mie spalle. Si lasciò scappare un piccolo gemito di dolore, mentre io rimanevo fermo per farlo abituare, baciandogli dolcemente le labbra più volte, entrando, piano, completamente dentro di lui.
Era fantastico sentirmi dentro Cielo. Lui dopo un po' rilassò la stretta sulle mie spalle, così come quasi il resto dei muscoli. "Mi sono abituato... muoviti p-piano, però", mentre mi accarezzava le spalle. Annuii, continuando a baciargli il viso e iniziando delicatamente a muovermi. Ad ogni movimento stringeva e rilassava la presa sulla mia pelle, con una mano tirandomi verso di lui per baciarmi.
Piano, iniziai a muovermi con una decisione maggiore, quando mi resi conto che Cielo non provava più nulla tranne che puro piacere. Aveva un'espressione di piacere sul volto, che mi faceva venire incessanti e violente farfalle: glielo stavo provocando io, quel piacere.
Mentre mi muovevo, respirandogli dolcemente sul collo, Cielo si portò una mano al ventre, "Ahi... Nico, ho le farfalle...", questo fece aumentare le mie, iniziando a far veramente male. "Le ho anche io, piccolo", baciandolo dolcemente sul collo.
Dopo un po', tra ansiti e gemiti, strette e spinte, venimmo uno sopra e uno dentro l'altro. Mi accasciai sul suo corpo, ansimando, mentre lui mi stringeva a sé. Uscii da lui e gli passai i miei boxer, per potersi pulire dal mio seme. Dopo li gettò a terra e ci coprì con le coperte, rannicchiandosi tra le mie braccia.
"Nico... è stata la cosa più bella che abbia mai provato", disse, arrossendo, e anch'io di conseguenza. Lo strinsi forte a me e lui poggiò la testa sul mio petto, riempiendomelo di baci. Sbadigliò, sussurrandomi un "ti amo" e addormentandosi poco dopo tra le mie braccia, con le mie mani che lo viziavano di coccole. Successivamente mi addormentai anche io, con un beato sorriso sulle labbra.
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La mia parola preferita è "cielo"
Narrativa generaleNico amava la solitudine. La stessa solitudine che lo ha portato al cadere nel buio. Ricevere un messaggio da qualcuno era l'ultima cosa che si aspettava. Dall'altra parte dello schermo c'era Cielo, un ragazzo più grande, che sembrava aver scritto l...