Prologo

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«Ed ora si apprestano a superare la Barriera della Sivangia, per scendere verso il sud e portare l'intero Maan nel caos...»


«Baggianate! Scempiaggini! Idiozie!» gridò un uomo dalla voce potente e dalla corporatura robusta arrivato là da poco, seguito da un piccolo gruppo di altri villici.

Zaccheo si girò di scatto, fissandolo con un'espressione seccata, mentre quello continuava a sbraitare. «Non dovresti più raccontare queste storielle inventate ai nostri figli! Su, bambini! Venite via da qui!»

I bambini che erano radunati intorno all'anziano, con lo sguardo ancora atterrito da quel pauroso racconto, ubbidirono all'ordine allontanandosi silenziosamente dal tavolo del narratore, mentre questi si alzava in piedi gridando verso quelle persone.

«Non potrete nascondergli la verità per sempre! Presto o tardi si paleserà davanti a voi, davanti a loro, davanti a tutti, in tutto il suo orrore! E coglierà impreparati tutti coloro che sono stati così ingenui da non voler vedere oltre al loro naso!»

«Smettila di delirare, dannato beone! Ti avevamo già avvertito di non insegnare certe stupidaggini ai nostri bambini! Se ci provi ancora una volta, un'altra volta soltanto, ti daremo una bella lezione!»

Lo sguardo di Zaccheo si fece torvo, socchiudendo gli occhi e serrando le labbra, mentre si ripiegava sulla sua sedia. «Folli! Gli oscuri sono alle porte di questa regione e voi non riuscite a far altro che fingere che non esista nessuna minaccia! La vostra miscredenza ci condurrà tutti alla morte!»

Un soldato, accorso sentendo le grida del litigio, vide questo parapiglia davanti a una bettola dove un vecchio con in mano un bicchiere di vino, seduto a un tavolo di legno che affacciava sull'esterno, si agitava di fronte a un capannello di uomini e donne adulte.

«Calmatevi lorsignori! Orsù calmatevi! Posso sapere cosa sta accadendo qui?»

«Nobile Marcovaldo,» rispose al soldato il genitore di uno di quei bambini appena allontanatisi. «è da tempo che il vecchio Zaccheo terrorizza i nostri figli inventando storie di imminenti tragedie! Siamo esausti di dover tranquillizzare i nostri pargoli che faticano a mangiare la sera e a prendere sonno la notte, turbati dalle fesserie raccontate da questo pazzoide. Più volte abbiamo chiesto al vecchio Zaccheo di non narrare certe favole soprattutto ai più piccoli e altrettante volte il vecchio Zaccheo non ha fatto altro che ignorare i nostri moniti.»

Un uomo allampanato si fece avanti e prese la parola: «Le sue continue frottole distraggono i ragazzini dai loro compiti! Mio figlio ora gioca con gli amici a far la guerra contro stregoni ed essere demoniaci!»

«Non sono frottole! È verità, pura realtà!» gridò con vigore Zaccheo, poggiando le mani sul tavolo e alzandosi nuovamente dalla sedia.

«Cuciti le labbra vecchia spugna!» rispose una signora dalla schiera opposta.

«Per piacere signori! Non scaldiamo gli animi ulteriormente. Tornate alle vostre case, abbracciate e baciate i vostri figli e le vostre figlie sulla fronte, date loro un pasto caldo e un letto sicuro. Non preoccupatevi di questo spiacevole incomodo, penserò io in persona a far ragionare sor Zaccheo d'ora in avanti. Avete la mia parola. Orsù, ora lasciate questo luogo, ve ne prego!» ordinò il soldato con voce rassicurante.

Il capannello di persone si allontanò lentamente disperdendosi nel villaggio tra i mugugni dei più infervorati che avrebbero voluto assestare una punizione a quel raggrinzito cantore. Il soldato, appena si assicurò che gli animi si fossero placati, si sedette al tavolo del vecchio mentre questi si era rimesso a sedere e riempiva convulsamente il bicchiere con dell'altro vino.

Il sentiero del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora