Dall'ultimo incontro con Giun, le giornate si fecero drammaticamente lunghe per Cinperga. Abituata alle lodi eccessive e alle riverenze sin dalla culla, non era capace a tollerare di esser contraddetta o addirittura divenire vittima di un rifiuto, specialmente da parte di un servo. Era vissuta nel costante riflesso della propria magnificenza, avvolta nel privilegio di trovare un'estrema condiscendenza in qualsiasi ambito. Ed ora, dopo esser stata respinta con tanto sgarbo, si trovava in un abisso di confusione e tormento.
Passeggiava assorta nei suoi giardini, percorrendo metodicamente gli stessi sentieri fioriti, con la mente che oscillava in bilico tra la disperazione e l'indignazione. Ora un sospiro stanco le sfuggiva dalle labbra, un riflesso della malinconia che si leggeva sul suo sguardo afflitto; ora, con un moto di sdegno, si voltava irrigidita e il volto si mostrava stizzito.
"Lui sì, incarna la vera essenza dell'uomo! Con quale audace coraggio mi ha dedicato un trionfo sotto gli occhi di tutti! Con quale fierezza ha sfidato persino la mia nobiltà tanto da non prostrarsi neanche di fronte a me! Quanti cortigiani si sarebbero resi zerbini per molto meno? Lui è degno di me! Ma io sono degna di tale spirito?" pensava nei momenti in cui precipitava nelle profondità più cupe dell'insicurezza. "È un uomo di mondo: ha viaggiato per metà del Maan, ha vissuto chissà quante avventure, mentre io sono rimasta confinata in questa piccola provincia! Non sono altro che una figura insulsa al suo confronto!"
Un momento dopo la sua vanità ferita si faceva furibonda. Lanciava contro di lui le peggiori maledizioni. Come aveva osato comportarsi in quel modo irrispettoso? Quanti aristocratici avrebbero sacrificato la loro dignità per avere solo un piccolo frammento della stessa grazia che lei gli aveva concesso? E anche in quello stato di passione, la contraddizione riusciva a farsi spazio tra le sue riflessioni.
Bramava dal vederlo umiliato ai suoi piedi, implorante per avere il suo amore, dopo averlo consumato e reso pazzo di lei; avrebbe goduto nel respingerlo crudelmente, nel vedere la sua vendetta compiuta con il cuore di Giun calpestato dal suo rancore. Ma in altri momenti, le riflessioni si facevano amare e un'ondata di rabbia si rivolgeva contro sé stessa per aver concesso il suo corpo a un misero tanghero.
"Che io sia condannata dagli dei se avrò ancora l'ardire di imprimere un altro bacio su quelle labbra!" ripeteva nella sua testa, contenendo l'ira a stento.
Nelle ore notturne, quando le sue membra sprofondavano pesantemente nel materasso, rimaneva a guardare i drappi del baldacchino, confortandosi nella speranza di esser quasi compianta. Si domandava se anche lui fosse steso sul letto, con gli occhi puntati a fissare il soffitto, a immaginare lei, distesa tra le lenzuola che pensava a lui, in un ciclo ininterrotto.
Accoglieva la mattina con la speranza che fosse il giorno buono per dimenticarlo. Al tramonto, preso atto che il ricordo non sbiadiva, si faceva più triste, desiderando che arrivasse presto il giorno successivo.
Continuò a dibattersi senza sosta ed i suoi arrovellamenti si fecero sempre più intricati. Iniziò a dubitare che il cuore di Giun fosse sgombro di sentimenti e l'idea che le avesse mentito aggiungeva l'oltraggio alla tortura. Forse nutriva dell'affetto nascosto per una delle ancelle del palazzo di Badovario, qualcuna tra quelle più giovani e aggraziate che Cinperga aveva avuto modo di vedere? Le balenò addirittura per la mente che potesse essere proprio Udora la sua possibile rivale, che con la sua superba compostezza si era fatta padrona anche del suo cuore.
"Sarebbe forse questo il motivo per cui si oppone a un altro nostro incontro? È gelosa di noi due!" rifletteva in un misto di contrarietà e sarcasmo. "Ah, come sarebbe divertente farsi beffe di lei! Sarebbe un delizioso argomento di conversazione per il prossimo ricevimento. Chissà come ne riderebbero Vannuccia e Tassia ad ascoltare questa farsa! Udora, la domina che perde la testa per il suo patetico servetto! Quant'è ridicola!"
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Il sentiero del drago
خيال (فانتازيا)In un mondo corrotto dalla sete di potere, il malvagio principe dei giganti vuole riportare sulla terra un'arcana stirpe di entità aliene, richiamando a sè un mostruoso esercito dei loro discendenti, pronto a conquistare il mondo e gettarlo nel caos...