1.18 - Guardami

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Era un giorno sorprendentemente cupo e grigio, con un cielo ammantato da pesanti nubi che fluttuavano soffocantemente basse nei cieli. Cinperga aveva attraversato la cittadina nella sua carrozza fino all'arena e l'atmosfera non aveva per nulla alleviato il suo umore, oppresso da un'intollerabile senso d'ansia a cui non era abituata. La gioia e quel senso di partecipazione ad un evento unico e mondano come era la presenza ai Giochi Erbetici sembravano appartenere ad un passato lontano. Le parve che in città non ci fosse ulteriore suono o movimento oltre al rumore degli zoccoli dei cavalli che trainavano la sua carrozza. Arrivata nei pressi dell'arena, fu colpita da un sinistro gracchiare di un corvo che sorvolava i paraggi e, interpretandolo come presagio di sventura, il suo spirito sprofondò in un baratro di terribili tumulti.

La carrozza si arrestò davanti all'entrata ed un servo vestito con una livrea che portava i simboli dei Gualogna e dei Pietraluce balzò a terra e spalancò il portello. Nel momento in cui Cinperga si accinse a scendere, la sagoma di un giovane nobile ben vestito si stagliò davanti a lei. Aveva apparentemente bei lineamenti, ma l'aspetto confuso ed emaciato deturpava penosamente la sua immagine. La scena destò così tanto sconcerto che le guardie dell'arena si avvicinarono mettendo mani alle armi, pronte ad alzarle al primo movimento. L'aristocratico si lasciò cadere, prostrandosi davanti alla carrozza. Cinperga, inizialmente perplessa e stupita, accennò un sorriso sprezzante e posò la sua piccola scarpetta sulla schiena dell'uomo, utilizzandola come scalino per scendere con maggior agiatezza. La straordinaria leggiadria dei suoi movimenti distolse l'attenzione dei presenti dalla miserabile figura del nobile e rimasero tutti ammirati dalla straordinaria grazia della duchessa.

«Che cosa è saltato in mente al conte di Grottasavia?» chiese indignatissimo Guiscardo al barone Arrigo.

«S'innamorò della duchessa qualche tempo fa,» rispose laconico Arrigo. «ma lei si fece beffe del suo cuore e il dolore lo ha reso pazzo.»

«Ingenuo a farsi certe illusioni!» replicò Guiscardo con un tono di disprezzo più che di pietà. «Quella donna è solo capace di sciupare l'esistenza di uomini bennati!»

«Può darsi» disse Arrigo con una rinnovata irritazione. «Ma sapete bene che vi sarebbe qualcuno disposto a pagare per sentirsi sciupato da una creatura così al di sopra della comune natura umana!»

L'astio che Guiscardo provava per Cinperga gli fece detestare ogni singola parola del suo sodale; tuttavia non aveva intenzione di indisporlo ulteriormente e si affrettò a tranquillizzarlo. «Non temete. Presto faremo in modo che sia lei a strisciare ai vostri piedi.»

La dama dimenticò in men che non si dica l'accaduto e avanzò verso la galleria con un fare sostenuto, elargendo pochi e fugaci sorrisi di cortesia. Il brusio della folla, l'incontro con Vannuccia e le formali chiacchere che doveva alle alte personalità che affollavano la tribuna d'onore risollevarono momentaneamente il suo stato d'animo. Diversamente, la presenza di Badovario e Udora la rese preda di un nervosismo latente che tutti i convenevoli posticci non riuscirono a scacciare. L'inconsueta assenza del giovane Corrado fu un piccolo pretesto per intraprendere una breve conversazione con loro e riempire il vuoto silenzio generato dall'aria di disagio.

«Oggi, lorsignori, scenderanno nella lizza tutti i cuniatori della mia luclea! Vi prometto uno spettacolo indimenticabile!» annunciava Badovario con grande orgoglio ad ogni nuovo gruppo di nobili che incrociava.

«Più possibilità di perdere allora!» provava a schernirlo Annio con voce gracchiante, consumato dall'invidia.

Come venne annunciato l'inizio dei giochi, la dama prese posto dietro i due coniugi, affiancata da Vannuccia. L'incontro d'apertura vide la partecipazione di Mureo, della luclea di Badovario, contro un giovane appartenuto alla palestra di Bencio di Quintograno. La convincente vittoria del primo l'allietò apparentemente e fu l'occasione per ingraziarsi ancora di più la coppia con vivi sorrisi e complimenti. Anche il principe rimase ammirato dai sorprendenti progressi di Mureo e lodò Badovario per la sua abilità di scovare guerrieri talentuosi.

Il sentiero del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora