1.8 - Dopo il duello

72 8 32
                                    

Nella tribuna d'onore Cinperga aveva indosso il sorriso di un'adolescente, mentre teneva le mani strette sul petto e si frenava dal saltellare euforicamente. Non ricordava di essersi mai emozionata così tanto. Il vuciante si prese la sua piccola rivincita, intrattenendola con sorriso affabile, mentre teneva sottobraccio Udora. La moglie rimase taciturna, ma la sua soddisfazione era manifesta seppur domata da un altezzoso contegno.

La loro conversazione venne interrotta da Annio che, paonazzo in volto, si fece largo tra la gente per affrontare Badovario ringhiando. «Guarda come il tuo uomo ha ridotto il mio cuniatore!» disse indicando il campo, dove i barellieri portavano via il corpo senza vita di Onfugi. «Esigo un risarcimento!»

«Suvvia Annio, conosci i rischi di questo mestiere! La morte di un cuniatore fa parte di questo gioco.»

Annio strinse i pugni di fronte all'irriverenza di Badovario: avrebbe voluto scagliarli con forza su quella faccia da schiaffi.

«Ben detto, Badovario!» intervenne Vinigardo. «Le vostre rimostranze sono assolutamente inopportune, messer Annio. Sapete benissimo che esiste già un fondo per gli indennizzi che viene amministrato dal comitato!»

«Questo incontro non doveva neanche svolgersi! Doveva essere Taur l'avversario di Onfugi, non quello straniero! È stato un incontro falsato in partenza! E così ho perso il mio miglior cuniatore!» Tutta la frustrazione di Annio si fece largo tra quelle urla convulse.

«Oh, se codesto Onfugi era il tuo miglior cuniatore, credo che dovrai svolgere meglio il tuo lavoro!» In quella circostanza, Badovario ebbe gioco facile a farsi beffe del suo rivale. Trovò persino l'inaspettata complicità di Cinperga che sghignazzò vivacemente, mandando Annio su tutte le furie.

«Mi spiace messer Annio, ma voi avete accettato le nuove disposizioni e non potete rimangiarvi la parola! Non è certo comportamento da nobili!» Ad ascoltare l'intervento di Vinigardo, le orecchie del vuciante di Borgorovere iniziarono a fumare dalla collera.

«Sapete che vi dico?» Badovario prese la parola con voce comprensiva e impostata. «Forse sarà l'ebbrezza del grande successo della mia luclea a farmi parlare in questo modo...» La pausa degna di un teatrante lasciò i presenti sulle spine. «Ho intenzione di cedere una percentuale della borsa di un futuro incontro tra un mio uomo ed uno di messer Annio. In questo modo potrà veder rimborsata la triste perdita del suo miglior cuniatore

«Nobile gesto, messer Badovario!» applaudì Vinigardo.

«Viva Badovario!» gridò Cinperga.

Anche il principe Modegisilo applaudì le parole scandite con enfasi dal vuciante. Annio fissò Badovario con occhiate incendiarie, si girò e se andò imprecando ad alta voce.

«Oh quell'Annio, che caratteraccio! Noi vucianti dovremmo saper essere sportivi per il buon nome dei Giochi Erbetici e delle nostre terre!»

«Ben detto, messer Badovario! Ben detto!» esclamò il principe, mentre il vuciante mostrava a tutti un tronfio sorriso.


Giun arrivò nei pressi del padiglione che faceva da camera ai suoi compagni di luclea, seguito da un Eolfo visibilmente provato da quelle sconvolgenti emozioni. Vedendolo tornare, rimasero tutti in silenzio, attoniti. I loro sguardi incerti si posavano sul piccolo uomo dell'Est che non ricambiava loro le sue vitree occhiate. Solo a Baselio si stampò un sorriso bambinesco sul volto e interruppe quella situazione sacrale andando ad abbracciare Giun che, senza muoversi, si lasciò stringere dalle sue braccia possenti.

«Non toccarlo Baselio!» gridò Eolfo. «Attendiamo che il medico lo visiti.»

Il braccio sinistro di Giun presentava un'arcobaleno dei colori più accesi e un lungo taglio da cui colavano gocce di sangue. Fu accompagnato nella tenda del medico ed Eolfo si adagiò sulle panchine nel padiglione dei cuniatori, fissando il terreno. Cercò di mettere ordine nelle sue riflessioni che sobbalzavano con veemenza dentro la sua testa.

Il sentiero del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora