Malgrado tutto, l'atteggiamento di Giunbida non cambiò nei giorni a seguire. Dopo aver provato a punirlo altre volte, alla fine Eolfo si dovette accontentare di farlo allenare in disparte assieme a Baselio, la cui presenza in gruppo era spesso fonte di qualche guaio: si limitò a dargli dei compiti semplici, quasi sempre esercizi contro delle sagome in legno, e poi ad osservarli da lontano giusto per assicurarsi che non accadesse nulla di spiacevole tra i due.
Da quando quell'uomo varcò la soglia del suo palazzo, Udora iniziò a scrutare il campo di allenamento attraverso le finestre del piano superiore. Detestava la suprema ignoranza di quei servitori e non sopportava la ruvidezza delle loro maniere. Lo spettacolo del loro dolore destava in lei uno sdegno difficile da sopportare. Il solo pensiero che una tale barbarie trovasse spazio all'interno della sua sontuosa dimora le faceva orrore.
Non li avrebbe mai spiati se Giunbida non avesse messo piede tra le sue stesse mura. Aveva un fascino che la donna non riusciva a spiegare: era convinta che sotto quell'aria stralunata, che comunque non scalfiva di un graffio la sua avvenenza, si nascondesse qualcosa di diverso rispetto agli altri cuniatori. La sua eleganza nei semplici movimenti la illuse che non potesse essere un comune sudicione. Ne era come incantata, eppure lo temeva come si può temere uno stregone in grado di procurare perverse malie.
Se ne lamentò con il marito, un giorno. Lo trovò intento a istruire Corrado sul suo lavoro di vuciante, spiegandogli con pazienza quali fossero le leggi e i regolamenti in vigore e su come andasse organizzata la contabilità di una luclea. In quei momenti, poteva notare l'incoerenza di un individuo così avido e interessato solo al guadagno che riusciva invece a provare un amore incondizionato per il figlioletto tale da riporre belle speranze sul suo futuro.
Al contrario, lei osservava Corrado con commiserazione e fastidio. Il suo aspetto pallido e malaticcio, accentuato da un mento pronunciato oltre misura e da un'eccessiva magrezza, la mortificava terribilmente. E vedeva in lui così poco ingegno che non riusciva a sentire un briciolo di benevolenza nei suoi confronti. Se fosse stata in grado di predire il futuro, avrebbe annegato Corrado quand'era ancora in fasce.
"Povera la donna che andrà in sposa a quello sgorbio!" pensò crudelmente più volte, riflettendo anche sulla sua insoddisfazione come moglie di un vuciante.
«Perché avete portato qui quell'uomo?» chiese con voce aspra, interrompendo il conciliabolo tra padre e figlio.
«Di chi parlate? Dell'ultimo cuniatore?» Il marito era completamente curvo sulla sua scrivania, seduto su uno scranno in noce elegantemente intagliato.
Udora annuì. «Sì, proprio quel servo.»
L'espressione di Badovario si fece ambigua. «Semplicemente l'ho pagato poco. Meno di qualsiasi altro cuniatore.»
«E non vi è venuto in mente che vi fosse una ragione se l'avete pagato poco? O è perché vale poco o perché nasconde qualche insidia» Il tono della donna divenne sempre più tagliente e il vuciante la squadrò con sospetto.
«Da quando vi interessano gli affari della luclea?»
Con un impulso quasi istintivo, Udora emise un verso di stizza. «Trovate strano che mi preoccupi di ciò che accade tra le mura della mia dimora?»
Il marito, colto di sorpresa, drizzò la schiena.
«Ebbene, sappiate che non sono affatto entusiasta di lui. È un lavativo. Ho sentito dire che il tallista lo ha preso a frustate per punire la sua pigrizia e lo ha messo da parte per non disturbare il lavoro degli altri.»
Badovario fu sul punto di crucciarsi, ma fu trattenuto dal pensiero dell'irrisorio investimento che aveva fatto per lui. «Beh, forse ha bisogno di più tempo degli altri per adattarsi. Ripongo la più completa fiducia sul fatto che Eolfo riuscirà a renderlo un utile elemento per la nostra attività.»
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Il sentiero del drago
FantasyIn un mondo corrotto dalla sete di potere, il malvagio principe dei giganti vuole riportare sulla terra un'arcana stirpe di entità aliene, richiamando a sè un mostruoso esercito dei loro discendenti, pronto a conquistare il mondo e gettarlo nel caos...