1.26 - Silottene

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Ad Anenco, la tradizione voleva che si accogliesse la fine della primavera con grandi festeggiamenti che venivano celebrati proprio il giorno del solstizio d'estate. La ricorrenza era chiamata Silottene, ed evocava il mito della dea Selotte (Sylàtt in lingua antica).

Ogni anno, in quel periodo, i menestrelli della città occupavano le piazze e, con toni enfatici e teatrali, narravano nei loro canti l'epica storia di Selotte, trasportando gli spettatori in un tempo lontano in cui il mondo era abitato dalle antiche divinità.

Secondo i loro racconti, Selotte era figlia di due tra le più importanti figure della corte divina. I genitori erano infatti Dei primigeni, arrivati nel Maan direttamente dal piano celeste. Lilaira era la madre, considerata la regina del pantheon, in quanto la prima a calpestare il suolo terrestre e a generare la vita nel mondo; Numino il padre, un dio dal portamento elegante e raffinato, venerato come colui che rese benefici gli effetti della luce.

Nonostante la loro posizione di rilevanza, al concepimento di Selotte le due divinità vivevano un momento di difficoltà e decadenza. Il Maan era infatti devastato dalla furia vendicativa di Atargo, la figura più potente e tirannica della corte divina, e dei suoi figli, bramosi di potere e di riscatto. Essi avevano ridotto a brandelli e confinato in un piano irraggiungibile i sei figli di Lilaira e Numino, ferendo gravemente quest'ultimo che aveva provato disperatamente a difendere la sua progenie ed esiliando la coppia in terre lontane.

Tra il dominatore e i due sposi divampava un odio terribile: Atargo era stato infatti il secondo dio a scendere nel mondo tangibile e fu il primo amante di Lilaira con cui ebbe tre figli. Numerosi avvenimenti lo avevano portato a scontrarsi con i suoi pari, venendo sconfitto e imprigionato per lungo tempo, costretto a generare una numerosa progenie con la dea Echissa e ad assistere impotente al consolidarsi dell'amore tra la sua amata e Numino. Solo grazie a un inganno riuscì a liberarsi dalle sue catene e a propagare la sua sete di vendetta.

Alla sua nascita, Selotte ereditò così una cagionevole costituzione dal momentaneo stato di salute del padre, ancora debilitato e infermo. I due genitori, segnati dal dolore della perdita della loro prole, divennero talmente premurosi nei suoi confronti da risultare rigidi e stringenti. Come ne ebbe l'occasione, Selotte si allontanò dalla loro soffocante protezione per esplorare il Maan e finì con l'entrare nel regno di Atargo.

«Sono il signore e padrone del mondo!» disse il tiranno non appena si trovò di fronte all'ignara ragazza. «Non tollererò l'affronto che mi arrechi, presentando al mio cospetto la tua stessa esistenza!»

Prima che potesse punirla, Lilaira accorse in aiuto della figlia, ingaggiando uno scontro cruento con il suo vecchio compagno, ma finì col soccombere. Atargo, ancora pazzo di lei, la costrinse a sottomettersi per generare un'altra figlia assieme e compensare così l'onta della nascita di Selotte.

«Ecco il nostro ultimo frutto» annunciò la dea tra le lacrime amare, presentando al dominatore la piccola creatura. «Si chiama Silda. Ha la mia bellezza, che tanto hai bramato e hai infine preso con la violenza. Ha la tua forza e la tua abilità, che tanta disperazione hanno portato in questo mondo che sarebbe dovuto essere la nostra casa accogliente. Le farai fare la stessa fine della mia prole e dei tuoi oppositori, sovrano degenerato?»

«Taci!» ringhiò Atargo, afferrando la bimba tra le mani e ponendola in una culla che aveva costruito lui stesso. «Rimarrai al mio fianco ad allevarla finché non sarà grande e indipendente. Ti comporterai da brava madre con lei e da moglie devota con me, fino all'arrivo di quel giorno!»

Il dominatore, rinfrancato dall'avere di nuovo la sua prediletta accanto, tollerò con malcelato fastidio la presenza di Selotte che accudiva con amore la sorellina e confortava la madre per la triste situazione. Con tutte quelle cure, Silda crebbe sana e robusta, e i suoi lineamenti si delinearono sempre più simili a quelli della sorellastra. Quando divenne una giovane donna, Lilaira considerò assolto il suo compito e manifestò ad Atargo i suoi desideri.

Il sentiero del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora