Capitolo 2.

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IMPROVVISAMENTE L'UMANITÀ SCOMPARE.

Quella mattina mi svegliai presto con il solo suono della sveglia e senza le solite urla di mia madre che mi intimano ogni giorno di alzarmi. Strano, pensai: di solito mia madre e mio padre andavano a lavoro dopo le 8:00. Erano le 7:30 di una semplicissima domenica: i miei non andavano a lavoro la domenica. Dal piano di sotto non proveniva nessun rumore. Silenzio. Troppo silenzio.
Scesi al piano di sotto con l'intenzione di chiamare mia madre e chiederle dove cavolo fosse, ma, mentre stavo per digitare il suo numero, notai che il suo cellulare era lì, sul tavolo. A quanto pare, mia madre non si era mossa da casa. Mi diressi nella camera da letto di lei e papà, ma la stanza era vuota e il letto era disfatto. Provai a chiamare mio padre. Come per la mamma, il telefono di mio padre era sul comodino.
Sospirai, confusa e assonnata. Guardai casualmente fuori dalla finestra e qualcosa mi saltò agli occhi.
La città che si espandeva sotto di me era...vuota. Non c'era letteralmente anima viva. All'apparenza sembrava una normale città alle 7:30 del mattino, popolata da palazzi, negozi, monumenti, edifici, ma in realtà era strano che una metropoli come Roma fosse povera di turisti o anche delle normalissime persone del posto. Era semplicemente impossibile.
All'improvviso attraversò la mia mente un pensiero. 'E se...no. Guardo troppi film di fantascienza. Devo smetterla di pensare cose impossibili. Ma..."
Presa dalla curiosità, controllai i social sul mio cellulare. Instagram, Tik Tok, Twitter, YouTube erano    inaccessibili. Nessun nuovo contenuto. Nessun utente.
Cercando di non farmi prendere dal panico, uscii dall'appartamento e corsi giù per le scale del condominio, noncurante del fatto che stessi in pigiama. Uscita fuori, mi guardai intorno: nessuno passava di lì.
Non riuscivo a crederci, così, nonostante avessi indosso un pigiama imbarazzante, mi incamminai per tutte le strade che conoscevo, alla ricerca disperata di un essere umano.

                                    *

Erano le 9:00 di mattina. Avevo girato gran parte della città. Da Piazza Del Popolo a Piazza Navona non c'era anima viva.
Fu in quel momento che capii. L'umanità era scomparsa nel nulla e io ero rimasta sola. Letteralmente sola. A quanto pareva il mio desiderio si era avverato. Non sapevo come, ma si era avverato. Volevo essere lasciata in pace. Volevo che scomparissero tutti. Peccato che ora non lo desiderassi più.

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