Capitolo 3.

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FACCIO STRANI INCONTRI NEL BOSCO.

Mentre tornavo a casa, speravo ancora di trovare qualcuno sulla mia strada, ma, come immaginavo, le strade erano vuote ed ero soltanto io a popolarle.
Quando entrai in casa, andai subito a vestirmi. A un certo punto mi accorsi di un bigliettino sul mio letto. Non ricordavo di aver lasciato niente lì sopra. Lo raccolsi e lo aprii.
'Sei l'unica persona rimasta sulla Terra...o forse non proprio l'unica'
Cosa voleva significare? Che forse c'era una seconda persona?
Mi guardai intorno, spaventata. Forse eravamo due persone rimaste al mondo. Merda.

                                    *

Volevo scoprire a tutti i costi chi fosse questa seconda persona sconosciuta. Con un pizzico di fortuna questa persona poteva essere italiana, così preparai uno zaino con tutti i viveri necessari e decisi di partire.
Prima di andarmene, sospirai guardando la mia porta di casa: chissà se sarei mai tornata lì.

                                     *

Era ormai calata la sera. Avevo girato Roma in lungo e in largo e verso il crepuscolo mi rifugiai in un boschetto alquanto fitto.
Durante il pomeriggio ero andata in un negozio per "comprare" una tenda da campeggio (se "comprare" è il termine adatto, dato che erano scomparsi tutti e non c'era nessuno alla cassa). Ok, avevo rubato, ma era inevitabile!
Avevo acceso un piccolo fuoco grazie a della legna che avevo trovato nel boschetto.
Ero seduta a terra davanti alla tenda e mi stavo riscaldando le mani, quando sentii un fruscio tra le piante.
Balzai in piedi. 'E se fosse un animale pericoloso? E se fosse qualcuno che vuole farmi del male? No, non è possibile! Sono scomparsi tutti! E se fosse quella seconda persona?' Queste domande sfrecciavano nella mia mente come delle auto da corsa mentre prendevo un bastone fortunatamente vicino a me, nel caso avessi dovuto difendermi.
Puntai il bastone nel vuoto.
"Chi è? C'è qualcuno?"
Sentii di nuovo un fruscio.
'Tranquilla, Diana. Va tutto bene, sarà solo un gatto' dissi a me stessa.
"Ehi! Rispondi, chiunque tu sia!"
Un'ombra buia venne verso di me. Fu in quel momento che urlai con tutto il fiato che possedevo. L'ombra fece lo stesso.
"AAAA!"
"AAAA!"
Cominciai a colpire alla cieca con il bastone.
"Ferma! Ferma! Sono venuto in pace!"
Mi fermai. Non era nessun'ombra malvagia, nessun mostro. Era solo un ragazzo.

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