Capitolo 23

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Eccomi qua, finalmente.
Mi siete mancate tanto, pupe😭🤍
Vi avverto che ci potrebbe essere qualche errore di battitura o di distrazione, appena posso correggo, giuro.
Intanto godetevi il capitolo.

Le tre del pomeriggio

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Le tre del pomeriggio. A quest'ora potevo essere seduto sul divano a giocare alla play e fumarmi una canna, invece ero in palestra con il culo sugli spalti ad aspettare, insieme ad Eve, quel coglione di Oliver.

Stava ritardando da dieci minuti. Non aveva un cazzo di orologio al polso? Perché doveva essere così fastidioso?

«Tra poco me ne vado e lo mando a fanculo a questo coglione.» sbottai girandomi verso Eve che nel frattempo stava raccogliendo i suoi folti capelli rossi in una cosa alta.

Era seduta negli spalti accanto a me e mi guardava in faccia mentre legava i capelli.

«Anche tu ritardi, non mi sembra che qualcuno ne faccia un'affare di stato.» girò l'elastico intorno alla chioma per tre volte di seguito e poi strinse per stringerla per bene.

«Io posso, gli altri no.» i miei occhi perlustrarono il suo viso soffermandosi per qualche secondo in più sulle sue labbra carnose che volevo ancora baciare.

Dopo essere usciti da quel bagno, qualche ora fa, non ci eravamo più rivolti la parola e questo solo per rimanere il meno sospettabili possibile. Gli altri all'esterno dovevamo percepire che l'odio che provavamo nei confronti dell'altro non era svanito del tutto, anzi, era solo aumentato.

Lei alzò gli occhi al cielo e io gettai l'occhio alla porta per accertarmi che non ci fosse nessuno nei paraggi.

Quando ne fui certo, avvolsi la mia mano grande intorno al collo di Eve e la portai vicino al mio viso.

«Dammi un bacio.» ordinai alternando lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi verde smeraldo.

«No, potrebbe arrivare Oliver da un momento all'altro.» sorrise in modo provocatorio mordendosi il labbro inferiore.

«Non me ne fotte un cazzo di Oliver. Dammi un bacio.» l'avvicinai di più a me facendo sfiorare i nostri nasi.

«Dammelo tu.» sussurrò con tono sexy.

«Tu non sai prendere iniziativa, sirenetta?» inclinai il collo di lato e la guardai con un angolo della bocca alzato.

«Mi piace di più quando lo fai tu.»

«Non mi provocare, altrimenti lo faccio aspettare io ad Oliver.» la mia mano salì sopra il suo viso e le agguantai le guance in una presa salda.

«Mh? E facendo cosa?» mi poggiò l'esile mano sulla gamba fasciata dalla tuta nera e la avvicino piano piano verso il mio bacino.

La stronza mi stava provocando.

«Tipo portandoti nello spogliatoio più vicino che c'è, farti sedere sul lavandino, allargare le gambe e affondare la mia lingua dentro la tua fica bagnata mentre urli il mio nome, così che Oliver sappia quanto sono bravo a scoparti anche solo con la bocca.» sussurrai con tono baritonale.

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