Capitolo 38

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Mi avevano appena rilasciato

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Mi avevano appena rilasciato.

Dovevo essere contento, no? No, perché ero di nuovo chiuso ai cazzo di arresti domiciliari fino al giorno del processo, in cui il giudice avrebbe dichiarato cosa fare di me e dei miei amici. Quale sarebbe stata la mia pena, se mai ci fosse stata.

Mi avevano messo allo caviglia un cazzo di braccialetto elettronico, come l'ultima volta. Se mi fossi allontanato dal perimetro stabilito sarebbero dovuti arrivare con una scorta e sbattermi dietro le sbarre senza pensarci due volte.

Stavo impazzendo, ed ero chiuso dentro camera mia a casa di mio padre da meno di due ore.

Continuavo a camminare avanti e indietro per la stanza con la voglia di scavalcare la finestra e uscire, correre via, il più lontano possibile.

Ma non potevo, mi avevano tappato le ali.

Mia madre e mio padre erano giù in salotto a litigare. Non sapevo bene di cosa, dato che il problema non era il loro rapporto ma bensì io come figlio.

Mio padre le urlava che era colpa sua se io ero così, e mia mamma ribatteva dicendo che era la sua assenza che mi aveva ridotto in questo modo.

Vi do uno spoiler, mamma e papà, non siete voi, sono io il problema.

Jeremy era in camera con me. Seduto e in silenzio all'angolo del mio letto mentre accarezzava Thor.

Avevo obbligato mia madre a portarlo qua visto che sarei stato chiuso chissà per quanti giorno.

Almeno Thor mi voleva bene nonostante tutto lo schifo che avevo combinato. Lui non mi giudicava e soprattutto non parlava.

Jeremy faceva lo stesso, ma sapevo che dentro si stava chiedendo per quale motivo avessi agito così.

Non lo so neanche io, Jer.

«P-potresti finire in carcere?» mio fratello, finalmente, aprì bocca alzando il capo e guardandomi con i miei stessi occhi azzurri.

«Si.» risposi schietto.

«Per quanto?» domandò subito dopo preoccupato.

«Tre, quattro, cinque anni... non lo so.» sbuffai
mettendo le mani al muro e poggiando la testa sulla parete.

Non potevo fare assolutamente nulla, la mia posizione non me lo permetteva.

I miei genitori, dopo non aver neanche bussato la porta, si palesarono in camera mia con due espressioni diverse sul volto.

Mia mamma era un mix tra dispiacere e delusione nei miei confronti.

Mio padre, invece, mi guardava con disgusto e rabbia.

Erano così diverso tra di loro che ancora oggi mi chiedo come era possibile che fossero stati insieme e che si fossero addirittura sposati.

Mia mamma sempre troppo buona per lui.
Mio padre sempre pronto a giudicarla, senza mai appoggiare le sue scelte lavorative e non.

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