Capitolo 28

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Quella

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Quella. Fottuta. Campanella.
Ti entrava nelle orecchie fino a perforarle.
Finalmente era arrivato l'ultimo giorno di scuola: il venerdì. Domani ci sarebbe stato il weekend e ciò voleva dire una cosa: festa.

Per fortuna non ci si annoiava mai qua, ma ora la cosa più importante era quella di affrontare questa giornata.

Era passata solo la seconda ora e già mi sentivo stanca come se avessi scalato l'Everest. 

«Oggi sei particolarmente assente, Eve. Come mai?» la voce di Britney mi risollevò dai miei pensieri.

«Ho sonno, mi fa male la schiena, non voglio seguire le lezioni e volevo restare a casa, ma mio padre mi ha costretto a venire. Ecco cosa ho, Brit, i coglioni pienissimi.» sbuffai raggiungendo il mio armadietto.

«Be' guarda il lato positivo, domani sono tutti al pub quindi andiamo anche noi e ci divertiamo.» fece Faith sorridendo e appoggiandosi al suo armadietto con i libri stretti al petto.

«Io domani non ci sono.» ci avvertì Daphne e noi scattammo la testa verso la sua direzione.

«Che vuol dire che non ci sei? Dove sei?» domandai curiosa.

Lei si grattò la testa in modo imbarazzato e ci rifilò la solita scusa che talvolta era vera, ma certe volte, come questa, no.

«Devo badare alle mie sorelle. Lo sapete che quando il dovere chiama, io rispondo.» sbuffò alzando gli occhi al cielo.

Mi chiesi, tra me e me, se questo dovere avesse un nome e se fosse proprio Winter.

Ma la risposta era ovvia: si.

Tuttavia non mi offesi. Era normale che lei volesse prendersi del tempo per la sua... come dovevo chiamarla? Fidanzata? Lo erano?

La sua e basta, sarebbe stato perfetto.

«Oh, tranquilla. Sai che non ci sono problemi, magari vuoi che ti facciamo compagnia? Che ne dite, ragazze?» chiese Faith guardandoci una per una.

Britney non sembrava contenta dall'idea, preferiva di gran lunga andare al pub, ma per la sua amica avrebbe chiuso un occhio tanto che annuì di risposta.

«Certo, ci possiamo vedere un film e stare insieme. Una sorta di pigiama party.» feci io guardandola, ma sapevo già che avrebbe detto di no e non la biasimavo.

«No, ragazze, tranquille veramente. Andate al pub e divertitevi, tanto la mia intenzione era quella di continuare a studiare perché sono leggermente indietro con il programma.»

«Sei sicura?» chiese per l'ultima volta la biondina.

«Si, sicurissima. Magari il pigiama party lo organizziamo un'altra volta.» sorrise di rimando e noi, ovviamente, accettammo.

Prima di ricominciare la secondo lezione feci una deviazione nel bagno femminile dato che stavo trattenendo la pipì da quando ero scesa di casa.

Non appena entrai le mie orecchie si raddrizzarono: qualcuno là dentro stava piangendo.

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