Capitolo Quattordici

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"Una persona che sa scrivere una lunga lettera con facilità non può scrivere male."

(Orgoglio e Pregiudizio- J. Austen)






Draco






I graffi dietro al collo pungevano. McLaird aveva ancora l'epidermide attaccata alle unghie? Io, di certo, avevo i suoi lividi sulla pelle.

Le macchie scure si scagliavano con prepotenza sul candore, quasi a volerne ricordare la violenza. Il viola era sempre stato un colore ispido, simbolo dell'eleganza dell'odio. Lo stesso che io e McLaird nutrivamo con devozione e indossavamo così bene.

Lo specchio restituì l'immagine del braccio martoriato; lì dove le sue dita avevano scavato così forte sulla camicia da imprimerne la forma. Premetti il dito, il dolore contenuto inviò un brivido lungo la schiena che si insinuò fin sotto l'ombelico.

Era stato l'odio ad alimentare l'ardore che ci aveva consumati la sera scorsa, colpevole di aver commesso l'imperdonabile. Mio padre sarebbe stato disgustato se avesse scoperto che mi ero nutrito del frutto proibito di McLaird e imbevuto del suo nettare.

Ma lo avevo fatto per lui. Quello sarebbe bastato a placare il ribrezzo momentaneo che avrei riscoperto nei suoi occhi aguzzi.

Dovevo solo scrivere la lettera. Sarebbe giunta a quel traditore del sangue entro il giorno successivo e McLaird non avrebbe curato i propri lividi da Madama Chips. Sapevo quanto si vergognasse. Il Dittamo rilasciava fumi infiammabili se scosso, quindi non era autorizzato tra gli studenti per medicarsi. A meno che McLaird non avesse eluso i controlli, ma i suoi erano troppo prudenti per permetterle una tale negligenza.

Quando il padre sarebbe giunto a Hogwarts per confermare le mie parole, lei non avrebbe potuto fare niente per giustificarsi. Forse si sarebbe pentito di non averle concesso un flacone prima.

Gli sarebbe venuto un infarto, a quello stronzo. Ci speravo. Così avrebbe capito una volta per tutte cosa significasse mettersi contro la famiglia Malfoy. Quei traditori del sangue avevano creato già troppi problemi. Dovevano capire qual era il loro posto.

Giù.

Giù.

In basso, sotto la suola delle nostre scarpe.

Quello era il posto dei reietti. Quello era il posto dei McLaird.

Intinsi la piuma nel calamaio, la strinsi tra le dita...

Gentile Sig.re McLaird,

Risi. Quell'appellativo non si addiceva affatto a quelli come lui.

Le invio questa lettera per comunicarle le recenti attività intraprese da sua figlia Y/n Rowena McLaird...

sono certo che ne resterà turbato, perciò è mio dovere rendere nullo ogni sorta di imbarazzo che sarebbe costato caro alla sua figlia adorata.

Y/n e io siamo giaciuti insieme, la scorsa notte. E la prego di verificare di persona, o fermarsi a esaminare i lividi sul collo appena sopra la giugulare, la lunghezza delle clavicole e le cosce sode di sua figlia, se non dovesse credere a queste mie povere parole.

Ho ancora il suo profumo impresso tra le dita, l'epidermide tenera sotto le unghie, e sono certo che lei saprà dirvi lo stesso. Ma vi prego di non riflettere troppo seriamente su questa missiva. Buon Salazar, non sono in cerca della sua benedizione.

In compenso, divertitevi a considerare le mie umili azioni come la più sentita vendetta da parte del capostipite Malfoy, che ora tenete ingiustamente rinchiuso nelle celle del vostro sudicio dipartimento.

Blood Traitor- Orgoglio e Pregiudizio || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora