Capitolo Ventotto

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“Il risentimento implacabile è un’ombra in un carattere. Ma hai scelto bene la tua colpa. Non posso proprio riderci sopra.”

(Orgoglio e Pregiudizio– J. Austen)


Luna mi aveva mentito. Lo aveva fatto per tutto il tempo in cui l’avevo creduta priva di intenzioni malevole. Non sapevo da quanto andasse avanti la relazione con Rolf, ma se anche fosse progredita di recente e resa certa dall’errore di quel bacio, come lo aveva definito lei, la sua cotta per il ragazzo era maturata molto prima.

Era stata sempre lì, davanti ai miei occhi e io avevo scelto di ignorarlo.

La lettera scritta a macchina e quella che mi aveva dato Malfoy avevano molti punti in comune, eppure il modo di esprimere gli argomenti sembrava diverso: Malfoy non aveva citato la voglia che avevo dietro il collo, mentre l'articolo la riportava.

Posai il foglio sul tavolo e girai le pagine del taccuino fino a trovare quella con i nomi dei sospettati. In cima alla pagina, cerchiato e sottolineato più volte, spiccava il nome di Malfoy.

Lui era sempre stata una certezza: era malvagio, il mio bullo fin dall’inizio del percorso scolastico a Hogwarts e disprezzava la mia famiglia. Ammettere che non fosse lui sembrava quasi mettere in discussione le leggi dell’universo. Doveva essere lui. Volevo che fosse lui.

Ma ora anche Luna meritava un posto d’onore in quella lista. Subito dopo il nome di Goyle, che avevo cancellato con una serie di linee rette e disordinate.

Luna era l’unica, oltre a Malfoy, ad aver visto quei lividi e l’unica a conoscere la posizione della macchia. Malfoy sarebbe stato in grado di scorgere la voglia in tutte quelle volte che lo avevamo fatto al buio?

Scossi la testa. A Malfoy sarebbe bastato scoprirlo da Parkinson, che aveva condiviso per anni la stanza con me. Forse non era stata nemmeno una rivelazione intenzionale. Tutti a Serpeverde sapevano che Pansy Parkinson amava spettegolare. Lo avevo fatto anche io con Rose, quante volte mi ero lamentata del disordine della Parkinson con Cedric…

Il mio Ced… se solo fosse stato ancora qui, tutto sarebbe stato più semplice. Quell’articolo non sarebbe mai stato pubblicato perché la notte passata tra le braccia del mio bullo di infanzia non sarebbe esistita.

Mi asciugai le lacrime con il dorso, nascondendomi alla vista degli studenti che girovagavano per i corridoi della biblioteca.

Forse era più facile trincerarsi dietro la convinzione che fosse ancora Malfoy. Affrontare la delusione che potesse essere mia cugina la responsabile del malessere perpetrato in tutti quei mesi, accarezzava la lingua del sapore amaro della solitudine.

Ma Parkinson non aveva mai acconciato i miei capelli, Luna lo aveva fatto. Intinsi la penna nel calamaio e lasciai scorrere il pennino dall’impugnatura dorata sulla carta, che ne assorbì subito l’inchiostro. Il nero brillante risaltava sulla pergamena anche dopo essersi asciugato, quello della lettera di Malfoy risultava opaco e incanalato tra i graffi del pennino di vecchia data.

Un altro elemento che avvalorava le sue dichiarazioni.

Mi sentii chiamare. Una presenza incombente oscurò la luce pomeridiana proveniente dalle finestre.

“Che cosa vuoi, Rolf? Perché è chiaro che non abbiamo più niente da dirci.” Indurii lo sguardo e raddrizzai la schiena. Avevo imparato la lezione: mostrarsi debole concedeva solo alle persone l’opportunità di ferirti e la longeva conoscenza dei miei sentimenti aveva solo agevolato il ragazzo.

Luna aveva la sua relazione segreta con Rolf come movente; aveva fatto di tutto per rendermi poco affidabile agli occhi del Corvonero, tanto che era stato in procinto di concludere la relazione a Pasqua. Mi chiesi se anche in quel momento mi stesse tradendo…

Blood Traitor- Orgoglio e Pregiudizio || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora