Capitolo Ventidue

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"Non posso dimenticare le follie e i vizi degli altri così presto come dovrei, né le loro offese contro me stesso... La mia buona opinione, una volta persa, è perduta per sempre."

(Orgoglio e Pregiudizio- J. Austen)

La sera era calata con poco preavviso e largo anticipo. Gennaio faceva apparire le giornate corte e cupe, come i claustrofobici sotterranei traboccanti di studenti. I primi anni corsero su per le scale, sbucando nell'atrio.

"Domani me li fai copiare tu i compiti di Erbologia, vero?" Gregory abbassò il quinto volume del suo fumetto su Circe e voltò la testa.

"Credi che la macchina da scrivere usata per gli articoli sia ancora nel castello?"

"Per le mutande di Salazar! Non starai di nuovo ripensando a quelle lettere..." si lamentò lui, chiudendo con decisione il fumetto.

Mi superò sulla soglia e si fermò a guardarmi. Gli allievi che salivano le scale dietro di noi lo spintonarono con la spalla, camminando lungo il grande muro tappezzato di dipinti e ritratti.

"Secondo te? Potrebbero rifarlo in qualsiasi momento. Dobbiamo essere preparati." Mi guardai attorno, cercando di scorgere tra la folla gli occhi acuminati di Malfoy dietro l'Argus C3 di Colin.

"Ti ho già detto una decina di volte di lasciar perdere. Non sono un genio in Aritmanzia, ma se la memoria non mi inganna questa dovrebbe essere la dodicesima."

"L'undicesima, Gregory." Pizzicai il ponte del naso. "Dopo il dieci, viene l'undici."

"Quello che intendo, è che si sarà di certo trattato di un dispetto. Sei un pezzo grosso, ora che tuo padre è diventato Ministro e ci sono una miriade di studenti che ce l'hanno con te. Sei un bersaglio facile." Ribadì, inserendo con presunzione il fumetto nella borsa dopo svariati tentativi in cui ci aveva provato senza guardare. "Sarà stato qualche nipote di Scrimgeour. Non era lui il secondo candidato per il posto di Primo Ministro?"

Gregory guardò con disgusto alcuni Grifondoro che scendevano dalla grande scalinata di marmo, come se tra il gruppo potesse trovare la prova inconfutabile alle sue teorie cospiratorie.

"So bene chi è stato. È solo che non ho le prove per dimostrarlo." Le unghie si conficcarono nei palmi. Malfoy ci passò accanto con Parkinson al braccio e il gruppo al seguito. Crabbe si voltò a guardarmi tirando fuori la lingua, imitando smorfie e gesti che avrebbero dovuto ricordare i pazienti dell'ala psichiatrica del St. Mungo.

Gregory sbuffò. "Pensi ancora che si tratti di Draco?" Non risposi, quindi proseguì. "Non ce lo vedo proprio un Malfoy a rubare la macchina fotografica di Canon. Inoltre, il suo è un modello molto comune, non è detto che il furto abbia a che fare con l'articolo."

"Sei ancora influenzato da Malfoy, è per questo che non mi credi." Sventolai la mano tra di noi, appena sotto il grande ritratto di una dama che si sistemava le gonne allo specchio. "Ci sono tanti pretesti per rubare, uno di questi è depistare i sospetti. Chi penserebbe mai che un Malfoy potesse trafugare qualcosa quando può permettersi tutto ciò che vuole? Inoltre, sarebbe stato più rapido rubarla, piuttosto che farsene mandare una via gufo che avrebbe impiegato giorni per arrivare. Non ti pare?"

"Per me stai esagerando." Si grattò la testa.

"Devo entrare nel laboratorio di Piton." Lo sguardo ricadde alle spalle di Gregory e oltre la grande scalinata che avevamo appena superato. Dalla piccola porta in legno comparivano ancora schiere di studenti, ma l'ora di cena era vicina e a breve l'ingresso sarebbe stato vuoto. Scivolare nel seminterrato di pozioni sarebbe stato facile.

Blood Traitor- Orgoglio e Pregiudizio || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora