Capitolo 6

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-pronto?- Mikel rispose a quella chiamata parecchio confuso. Stava studiando nella sua camera quando la chiamata da parte di un numero sconosciuto era apparsa sul suo telefono. Era rimasto per un bel po' a fissare lo schermo del suo telefono prima di decidersi a rispondere visto che aveva dato il suo numero a pochissime persone.

-Mikel che taglia porti?- chiese quella che Mikel riconobbe immediatamente come la voce di Kamar.

-cosa? Come hai avuto il mio numero?- domandò il castano lasciando la penna sulla scrivania per grattarsi la testa a disagio visto che in parte aveva capito cosa voleva fare il moro: aveva accettato il suo aiuto infondo qualche giorno prima.

-l'ho chiesto a una ragazza del tuo corso- rispose velocemente Kamar mentre osservava i vari maglioncini a collo alto e attillati che avevano attirato la sua attenzione. Finalmente era riuscito a liberarsi per uscire e comprare un po' di roba per fare il restyling totale della sua anima gemella. -allora? Che taglia porti?-

-Kamar- protestò Mikel -la S ma non devi comprarmi niente visto che ho già detto che sto bene così-

-ormai sono qui, tranquillo non mi devi niente- ed era sincero il ragazzo visto che essere principe aveva anche i suoi vantaggi a volte -ti sto aiutando perché il biondino antipatico continua ad infastidirti- e dicendo ciò prese tre maglioncini di diversi colori per poi dirigersi verso il reparto pantaloni, non poteva continuare ad usare quei jeans scoloriti visto che gli servivano dei bei pantaloni di cotone.

-ma io non ho nessuna intenzione di cambiare il mio aspetto. Lo so che ti vuoi sdebitare ma cambiare il mio aspetto di certo non aiuterà-

-hai delle camicie?- chiese Kamar facendo finta di non averlo sentito.

-no Kamar e non intendo indossarle visto che sono scomode- ma Kamar non lo ascoltò nuovamente prendendo diverse camicie mentre la commessa del negozio lo guardava stranita visto che stava prendendo fin troppa roba.

-signore non può portare tutta quella roba in camerino- si avvicinò la donna indicando poi il cartello dove era indicato che solo sei capi potevano essere provati alla volta.

-li compro senza provarli, non sono per me- disse acido Kamar alzando gli occhi al cielo. Perché non si facevano mai i fatti loro? Poteva tranquillamente avvisarlo della cosa una volta avvicinato al camerino e non mentre stava cercando una giacca carina per Mikel.

-quanta roba stai prendendo?- chiese sconvolto Mikel che aveva sentito la voce della commessa dal telefono.

-poca non ti preoccupare- mentì Kamar anche se in realtà era davvero poca per i suoi standard. -numero di scarpe?-

-Kamar non rinuncio ai miei anfibi o alle mie scarpe da ginnastica- ringhiò Mikel e Kamar alzò gli occhi al cielo mentre si dirigeva alla casa e dava una delle sue carte di credito alla commessa per poter pagare la roba che aveva preso.

-va bene per il momento niente scarpe- concesse Kamar che avrebbe trovato il numero una volta nella camera del castano -quanti gradi hai?-

-KAMAR!-

-ehi non puoi girare con quei cosi obbrobriosi-

-tre e mezzo- borbottò il castano arrendendosi al fatto che Kamar volesse prendergli anche delle lenti a contatto. Lui quelle cose non le aveva mai provate visto che era sempre stato terrorizzato dal provare ad infilarsi qualcosa nell'occhio. Preferiva davvero di gran lunga restare con gli occhiali anche se voleva cambiare quella montatura da moltissimo tempo solo che i suoi genitori erano stati chiari: o la montatura nuova o il college quindi si era arreso e aveva scelto il college sperando di poterseli cambiare fino alla fine quegli occhiali. Forse le lenti sarebbero state un'ottima soluzione se solo avesse superato la sua paura.

-ottimo allora passo a prendere le lenti e arrivo- chiuse la chiamata Kamar con un sorriso sulle labbra mentre prendeva le busta dalla commessa per poi uscire dal negozio tutto felice e contento. Felicità che durò poco visto che sentì il suo telefono squillare e vide il nome del padre sopra.

-cosa c'è?- domandò facendo la voce da finto angelo.

-non ti eri fitto il guardaroba prima di partire?- chiese l'uomo dall'altra parte del telefono segno che Kamar aveva nuovamente preso la carta le cui transazioni finivano sul telefono del padre. Scordava sempre qual era tra le tante che aveva quella non controllata direttamente dal padre.

-mi servivano per una cosa qui al college, non sto spendendo soldi inutilmente tranquillo- rispose lui mentre poggiando i manici delle buste all'interno del gomito con la mano libera spostava nel portafoglio la carta che aveva appena usato per ricordarsi di non usarla più in futuro per spese per Mikel.

-l'importante che tu non ti sia comprato altri abiti nuovi inutilmente-

-tranquillo papà non lo sto facendo inutilmente e lo sai. Comunque quella a cui devo venire è una festa per il mio fidanzamento vero? Alla mamma non ho voluto chiedere niente-

-secondo te Kamar?- Faraji sospirando -i nobili sono convinti che la tua anima gemella sia tra le loro figlie e i loro figli quindi vogliono farti ballare con tutti loro per dimostrare la verità e quindi pretendere il tuo matrimonio-

-ovviamente. E se dicessimo che ho già un'anima gemella? Non ho voglia di farmi dodici ore di volo per una festa inutile, sanno tutti perfettamente che la mia anima gemella non è a Werland-

-Kamar sai che non puoi mentire perché chiederebbero la conferma e in caso ci dovrà anche essere il fidanzamento ufficiale quindi non si può rimandare questo evento- concluse Faraji mentre Kamar sospirava, non voleva andare li, non voleva vedere tutti quei nobili che non avrebbero fatto altro che giudicarlo per non aver ancora trovato un'anima gemella ma allo stesso tempo non voleva rivelare che aveva trovato Mikel. Mikel non era ancora la perfetta anima gemella dell'erede al trono e doveva prima cambiarlo per bene e poi avrebbe potuto presentarlo a tutta la corte come sua anima gemella.


Prince's SoulmateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora