-25- Resisti

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Vidi la vita scorrermi davanti gli occhi proprio come se fossi stata al posto suo. Sicuramente avrei preferito esserlo.
No, no, non era possibile. Era un'allucinazione. Non poteva essere vero. Per favore...tutti ma non lui. Non in questo modo. Non per me.

Sentii come un mattone in gola e le lacrime offuscarmi la vista al solo pensiero delle condizioni di Levi.
Mi alzai, non riuscendo a reggermi sulle gambe, per via della caviglia che mi chiedeva pietà, ma anche per via di ciò che avrei visto di lì a poco.
Non mi sentivo né braccia né gambe, né percepivo alcun rumore o odore; se ci avessi fatto attenzione, avrei sentito solo le urla dei cittadini che scappavano alla vista di un tale gigante, il rumore dei dispositivi di manovra tridimensionale dei soldati e l'odore del mio stesso sangue, che usciva dalle varie ferite che mi ero fatta poco prima.
Ciò che sentivo era solo dolore. Fisico? No, quello era passato in secondo piano. Sentivo solo la sensazione di una spada conficcata nel mio stomaco, per la paura di perderlo. Perderlo...cosa avrei fatto se l'avessi perso? Io dovevo dirgli ancora fin troppe cose. Lui doveva ancora dirmi fin troppe cose. Noi dovevamo ancora vivere, insieme e per tanto tempo. Non poteva finire in quel momento.

Agganciai il grilletto, mi sollevai in volo con poca leggiadria e molto goffamente: avevo la mente troppo offuscata e allo stesso tempo piena di paure, per preoccuparmi di qualsiasi tecnica per il movimento tridimensionale.

Forse era troppo tardi.
Forse era già morto e forse l'avevo perso.

Misi piede, titubante, su alcune mattonelle staccate.
Iniziai a tremare. Gli occhi mi si spalancarono e rimasi lì immobile, con le pupille contratte dallo shock. Non potevo davvero credere ai miei occhi...
Caddi sulle mie ginocchia, alla vista di ciò che avevo davanti: il corvino aveva perso i sensi, il sangue continuava a scorrergli dalla testa e dal labbro, e la sua camicia bianca era quasi completamente sporca di sangue, soprattutto nei pressi di un'enorme taglio sull'addome. Se nessuno fosse intervenuto in tempo, il dissanguamento avrebbe potuto peggiorare significativamente la situazione, che già era pessima.

Le lacrime scendevano sulle mie gote, piene di piccoli graffi da cui usciva poco sangue, mentre osservavo l'uomo di fronte a me. Era vivo? Era morto? Dovevo controllare se respirasse ancora.
Già, avrei dovuto farlo al più presto, ma all'improvviso sentii una strana sensazione scorrermi per il corpo come un brivido. Era rabbia, odio, dolore, un'incredibile voglia di gridare. Girai il collo di scatto verso Annie, che, girata, si stava dirigendo verso alcuni soldati che provavano a fermarla.
Mi alzai in piedi con le gambe che tremavano e con ancora lo sguardo più che mai addolorato e scioccato, sguainai le spade mentre iniziai a camminare verso la sua direzione, e una singola lacrima scese da un occhio.
Dovevo attaccarla. Dovevo ammazzare quella puttana, dovevo vendicarmi per ciò che aveva fatto al Capitano. Ero così incazzata che avrei giurato che per un momento persi la mia umanità. Non ero più Emma, ero solo una bestia infuriata che non vedeva l'ora di uccidere.

Però...

Non potevo permettere che succedesse di nuovo quello che era successo prima. Se adesso avessi commesso un altro passo avventato come quello di poco fa, non solo nessuno ci sarebbe stato a salvare me, ma Levi sarebbe morto dissanguato se qualcuno non l'avesse aiutato al più presto.
Quindi riempii il petto con un profondo respiro, chiusi gli occhi, e cercai di controllare la mia rabbia. Dovevo farlo per lui, per Levi.

Rimisi le spade all'interno del dispositivo. Mi diressi verso di lui, e quando lo vidi tornai di nuovo a piangere con le sopracciglia contratte e un gran mal di testa.
Aveva ancora le palpebre chiuse, ma un barlume di speranza si accese in me quando poggiai due dita sul suo polso e lo sentii pulsare. Mi sembrò un miracolo, date le condizioni in cui si trovava. Per accertarmi che non fosse stato solo un mio errore, poggiai due dita anche sul collo e l'orecchio sul petto.
Non c'era dubbio...era ancora lì, era vivo.

Counting Stars ||𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora