-18- Garofani bianchi

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«Sei così silenziosa oggi.» disse, mentre io con le gambe all'altezza del petto continuavo ad osservare il cielo.

«Eh? Ah, sì, scusa.» distolsi lo sguardo. «Ho solo... Tanti pensieri per la testa ultimamente. Non ci far caso.»

«Emma.» marcò il mio nome e spontaneamente mi girai verso di lui, guardandolo con gli occhi brillanti, ma paradossalmente vuoti. «Cosa c'è che non va?»

Mi voltai e abbassai lo sguardo. «Se adesso ti faccio una domanda, promettimi che dopo la risposta non ne parleremo più, come se non te l'avessi mai fatta, okay?» lo guardai di nuovo.

Il corvino annuì e mi guardò un po' confuso.

«Cosa è successo esattamente, l'altro ieri, nello sgabuzzino?» mormai insicura quelle parole.

Sapevo che me ne sarei pentita subito, che avrei immediatamente sperato di non averlo mai detto. E fu così, ovviamente, ma io non pensavo ad altro da giorni. Se non glielo avessi chiesto quella sera avrei continuato a tormentarmi, senza tregua.

«Ci siamo baciati. È quello che prevedeva la penitenza, no?» seppur stesse usando il tono di sempre, lo conoscevo troppo bene ormai. Non mi poteva nascondere neanche quel filo di dubbio, tristezza, insicurezza e paura nella sua voce, perché ormai la sentivo così spesso da conoscerla a memoria. Chissà, magari non ero l'unica ad averci rimuginato per un po'.

«Lo sappiamo tutti e due... che se fosse stato davvero un bacio finto non sarebbe andato così, Levi.» rimase in silenzio e abbassò lo sguardo. Sapeva che avevo ragione, in fondo sarebbe stato inutile negarlo. Siamo quasi andati oltre al bacio e lo avremmo fatto se non fosse stato per Jean, che ci interruppe in tempo. «Credimi, vorrei evitare questo argomento almeno quanto te. Ma non ci capisco più nulla. Non penso ad altro.»

«Emma, non-» lo interruppi.

«Giuro che dopo di questo non ne parlo più, ma devi dirmelo.» chiusi gli occhi, sospirando. «Per te... cos'è significato?»

~

«Hanji, sei sicura che non sia un po' troppo...non so, è attillato e corto, non mi sono mai messa nulla del genere» dissi sorridendo impacciata, mentre mi guardavo allo specchio dopo essermi provata un vestito lilla di seta, che Hanji aveva appena visto dalla vetrina di un negozio.

«Emma, non puoi sprecare il tuo fisico da sogno e la tua adolescenza in questo modo, non mettendoti mai qualcosa così. E poi non è neanche così corto, ti arriva sopra le ginocchia.» obiettò la castana.

«Sono d'accordo con Hanji. Credimi, ci stai da urlo.» si aggiuse Mikasa, che ci aveva accompagnate.

Sbuffando, dissi: «D'accordo, d'accordo. Cazzo, lo sapevo che venire a fare shopping con voi non sarebbe stata una buona idea. Non so neanche perchè ho accettato, in fondo di vestiti ce ne ho e non credo che la "festa" di stasera sarà chissà cosa. Pare stia andando in discoteca.» mi tolsi il vestito per poi rimettere la camicia bianca con cui ero uscita.

«Sottovaluti lo spirito festaiolo di Hanji e di tutti gli altri ricognitori, Emma?» disse Mikasa mentre tutte e tre ci dirigevamo verso la cassa per pagare ciò che avevamo deciso di prendere.

«No no, non metto nulla in dubbio, ma...»

«Credimi, non hai neanche idea di cosa potresti vedere sta sera...» io e la corvina guardammo Hanji con gli occhi spalancati. «che c'è? In fondo noi capitani e il Comandante non siamo dei vecchi. Ci sappiamo divertire anche noi.»

Counting Stars ||𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora