-17- Penitenza

209 12 98
                                    

And if I may just take your breath away
I don't mind if there's not much to say
Sometimes the silence guides a mind
To move to a place so far away
The goosebumps start to raise
The minute that my left hand meets your waist
And then I watch your face
Put my finger on your tongue 'cause you love to taste, yeah
These hearts adore, everyone the other beats hardest for
Inside this place is warm
Outside it starts to pour

Erano già passati un po' di giorni da quella mattina.

Era un venerdì sera, tranquillo come pochi, ed ero andata in camera di Levi a ridargli un libro che mi aveva prestato.

«Potevi tenertelo anche per più tempo, te l'ho dato quattro giorni fa ed è lungo quasi 700 pagine, Emma.» disse rimettendolo nello scaffale, spingendolo nello spazio vuoto con un dito.

«Lo so, ma mi piace leggere. E poi, cosa pensi che faccia mentre aspetto di venire da te sul tetto?» sorrisi sedendomi sul bordo del suo letto.

«Oh beh...» scrollò le spalle. «Comunque vedo che ti è piaciuto.»

«Molto!» iniziai a disegnare col dito delle figure indefinite sul tessuto della coperta del suo letto, abbassando lo sguardo su di essa. «Sai, quella storia mi ha fatto un po' pensare a te. Cioè, a noi due.» mormorai a sguardo basso e sorridente, con non so quale coraggio. In realtà, lo dissi senza pensarci due volte, è stato spontaneo.

Vidi un piccolo avvampamento sulle guance di Levi, poi realizzai il motivo: dopo che la protagonista femminile e quello maschile passano una vita intera ad odiarsi per diverse circostanze, dopo aver scoperto di avere più cose in comune di quanto immaginassero, diventano "amici", poi si innamorano perdutamente l'uno dell'altro, successivamente a vari eventi.
«Cioè, solo la prima parte...nel senso...lui e lei si odiano ma poi hanno occasione di conoscersi sul serio e diventano amici e...beh...cioè, hai capito cosa intendo...!» farfugliai cercando di spiegarmi meglio, gesticolando in modo impacciato.

Levi sorrise gentilmente, e passò la mano sui miei capelli accarezzandoli, come faceva spesso per dimostrare affetto. «Certo, ho capito.»

Si sedette accanto a me, chiedendomi se avessi voglia di fare qualcosa in particolare, in quella sera così tranquilla. Diceva che non capitavano spesso serate libere come queste e che dovevamo approfittarne.

«Che ne dici di una piccola passeggiata? Non faccio una passeggiata notturna da almeno prima di entrare nella Legione! È successo davvero troppo da allora.» proposi euforica. Ero di buon umore, più del solito.

«Andare in giro di notte è pericoloso, mocciosa.» percepii la nota di tenerezza con cui accentuò il "mocciosa", e sorrisi.

«Nah, se ci sei tu non ci sfiorano neanche, credimi. Piuttosto si cavano gli occhi dalla paura.»

«Ah, perché, sono tanto brutto?» rispose alla battuta, sorridendo sotto i baffi. Oh, sapeva decisamente quel che faceva e quel che diceva.

Feci una piccola risata, mentre stavo per rispondergli "no, sei bellissimo" e fare una di quelle solite figure di merda, perché sarei finita col balbettare e dire qualcosa come "no! Cioè, sì! Intendo, certo che sei bello, ma nel senso... cioè..." e lui sarebbe scoppiato a ridere per la mia solita goffaggine. Ma dopotutto, mi piaceva farlo ridere. Anche perché, sapevo di essere una dei pochi a riuscirci.
Infatti la mia risposta fu interrotta da Hanji, che entrò bruscamente senza bussare.

«Leeeev- oh, vedo che...» posò lo sguardo su di me, sorpresa di vedermi. «Ciao Emma! Ho interrotto qualcosa?» lanciò uno sguardo malizioso a Levi, e le mie guance si tinsero di rosa un'altra volta, mentre lui rimase impassibile come sempre.

Counting Stars ||𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora