-21- Sbagliato

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[ 🎶 ]
You've been my muse for a long time
You get me through every dark night
I'm always gone, out on the go
I'm on the run and you're home alone
I'm too consumed with my own life
[ 🎶 ]
Are we too young for this?
Feels like I can't move

Sharing my heart
It's tearing me apart
But I know I'd miss you, baby, if I left right now
Doing what I can, tryna be a man
And every time I kiss you, baby
I can hear the sound of breaking down

Pensò a tanti di quei episodi.
Pensò a quando avrebbe voluto baciarla e tenerla stretta a sé, anche quando sapeva che non avrebbe dovuto; come quando la tenne fra le sue braccia la volta in cui ebbe un incubo e, in quel momento, non avrebbe saputo spiegare perché si sentì così tanto in dovere di proteggerla.
E lo sapeva che era tutto dannatamente sbagliato, ma per qualche ragione, lo "sbagliato" lo attraeva da morire. E se lei era questa cosa "sbagliata", lui sapeva che per lei avrebbe fatto tutto, anche se era estremamente scorretto.
Pensò tanto a lei, a loro. Ma dopo un'ora passata lì, al silenzio e al sicuro da tutto il baccano e l'agitazione proveniente dal resto dell'edificio, sentì dei passi insicuri e tentennanti provenire da dietro che si stavano dirigendo verso di lui.
Si girò di scatto, e si ritrovò proprio lei. La ragazza a cui stava così ardentemente pensando da minuti, ore, a dire il vero, giorni, se non settimane o mesi.
Emma camminava traballante e ogni passo o due cercava qualcosa a cui appoggiarsi per evitare di cadere.

«Emma?» domandò, nonostante sapesse già che fosse lei. Insomma, chi sarebbe potuto essere sennò?

«Uhm... sì, sono io...oh, Levi!» rispose con voce tremolante e stonata, ma quando vide la figura del corvino corse verso di lui e gli cinse le braccia attorno al collo, posando la testa sul suo petto. «Ti cerco da un'ora, non ti trovavo...!»

Levi fece una smorfia e la guardò, un po' stranito. "È ubriaca." pensò.

Mentre la ragazza si staccava dall'abbraccio il suo busto barcollò e quasi cadde a terra, l'uomo dovette sorreggerla prendendole la testa fra le mani.
La aiutò a mettersi seduta per bene nel solito punto in cui si mettevano loro due ogni notte e, Levi, dopo averla messa a sedere, le rivolse uno sguardo perplesso.

«Non guardarmi così...lo so che...che sono... che sono un po' brilla...» formulò a stento quella frase.

Levi alzò gli occhi al cielo tirando un sospiro. "Solo un po'?" pensò ancora, ma non lo disse.

Emma si mise seduta in una posizione poco composta accanto a Levi, che non si degnava di rivolgerle uno sguardo. Lei, invece, lo guardava, con gli occhi grandi e brillanti di una bambina, sperando che lui si girasse. Anche se era ubriaca, non aveva certo dimenticato che per lei Levi era una delle persone più importanti della sua vita.
Il corvino diventò freddo, quella sera. Non aveva intenzione di aprire bocca e non si decideva a guardarla finalmente negli occhi. Quegli occhi paragonabili a mille gioielli, e lucidi per via di ciò che ebbe bevuto poco prima.

Però, Emma, aveva sempre avuto l'animo di una bambina allegra e gioiosa, dopotutto. Ma l'alcol e il pensiero che Levi ce l'avesse con lei le offuscavano la mente.

«Levi, sei arrabbiato con me?» chiese con lo sguardo basso, gli occhi rivolti ai loro piedi e la voce tenera e innocente.

Levi rimase pietrificato da quel suo tono e non riusciva a trovare le parole per risponderle. Quella sua voce, così piccola e senza colpe, come quella di una bambina...lo inteneriva, ma lo distruggeva allo stesso tempo.

Counting Stars ||𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora