-3- La goccia che ha fatto traboccare il vaso

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«Quattrocchi di merda, possiamo pulire o no?» farfugliò Levi da fuori la stanza.

«Beeeene, allora io vi lascio alle pulizie...divertiti.» disse Hanji dirigendosi verso l'uscita.

«A dopo...» borbottai con uno sguardo perplesso e un sorriso amaro.

Nell'istante in cui la castana uscì dalla stanza, Levi entrò, dando un'occhiata schifata e disprezzante alle condizioni della mia stanza.

«Lo so, è un casino.»

«Qui è un porcile.»

«Lo dici come se fosse colpa mia.»

Egli non rispose, semplicemente mi guardò infastidito, come per dire "stai zitta, che non sopporto la tua voce" e sospirò.
Allora prese in mano la scopa, iniziando da subito a spazzare.
Non lo sopportavo.

«Io cosa faccio?» chiesi.

«Stattene lì ferma e buona e non fare disastri, questo devi fare.» disse "leggermente" arrabbiato.

«Ma è la mia stanza. Non starò ferma guardarti mentre pulisci.»

«Mocciosa, sono io il capitano qui e il mio ordine è NON. FARE. NULLA.» ordinò.

Alzai gli occhi al cielo scocciata. Non avevo minimamente intenzione di obbedire a tale ordine, così presi in mano il piumino cattura polvere (ok quello che scrivo così è quello che sto dicendo io da writer della storia; Non credo si chiami così, ma è quello che noi chiameremmo SWIFFER ) e iniziai a spolverare qua e là.
Il corvino mi guardò innervosito, ma dopo avermi mandato un'occhiataccia fulminante tornò a fare quello che stava facendo. Non mi importava di sembrare irrispettosa, non con lui. Non ero neanche il tipo da non rispettare gli ordini, ma i suoi erano insensati e privi di alcuna spiegazione: per questa ragione, non avevo intenzione di dargli ascolto.

Aprii l'armadio, lo svuotai dai vestiti e spolverai lì dentro, poi tolsi le lenzuola e tutte le altre coperte dal letto, sostituendole con delle altre, pulite, linde e profumate, e poi raccolsi tutti gli oggetti fuori posto da terra e li misi dove andavano messi; infine, insieme a Levi, pulii le macchie lasciate dai composti chimici di Hanji dal muro e dal pavimento

«Devo pulire quella mensola là? È tutta sporca di quella roba degli esperimenti di Hanji.» chiesi, indicandola con lo spolverino.

«Mh, no non ce n'è bisogno, se cadessi dalla scala e ti rompessi l'osso del collo, per quanto mi farebbe piacere, poi Erwin se la prenderebbe con me. Ci penso io, tu aspetta qui che vado a prendere una cosa nella mia stanza, tanto è vicina alla tua.»

Non mi diede il tempo di rispondere o anche solo annuire, che uscì dalla camera.

Non so perché volli disubbidirgli, forse era perché volevo dimostrargli che potevo fare anch'io qualcosa e che non serviva trattarmi come una bambina fatta di cristallo, che potrebbe rompersi da un momento all'altro.
Presi in mano il cattura polvere, l'ho stretto nel mio palmo come se fosse la spada con tagliare via la nuca di decine di giganti, così sono salita sulla scala accanto alla mensola, salii uno, due, tre e quattro gradini e allungai il braccio.
Non è successo nulla e stava andando bene, non succedeva nulla.

Ero fin troppo sicura di quella creatura di cristallo, che mi lasciai andare e non posi più attenzione a quello che faceva.
Sentii il mio piede scivolare dalla scala, fortunatamente ero riuscita a non caderci, ma con l'arma da pulizie che avevo in mano, colpii...una statua di marmo.
Avete capito bene, una statua di un busto di qualcuno, forse qualche reale della storia, o qualche nobile. Ma quella statuina pesante mi stava cadendo addosso, e mi stavo già preparando a sentirmela cadere in faccia, per poi fare la sua stessa fine cadendo per terra.

Counting Stars ||𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora