0. Volume 1

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Flashback

A pensarci bene, della mia scuola salverei solo quel breve momento di intervallo tra una lezione e l'altra, nient'altro. Né professori, né materie, né compagni. Forse uno, ma non mi si fila per niente, non so neanche se conosce il mio nome.

 Forse uno, ma non mi si fila per niente, non so neanche se conosce il mio nome

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La musica nelle cuffie mi isola dal mondo intorno. Guardo i miei compagni in corridoio senza ascoltarli, come un film senza parole ma con una potente, sensazionale colonna sonora dei Tears for Fears.

La vita quotidiana altrui è sempre uno spunto per qualche storia da scrivere per me che vorrei disegnare fumetti. A volte mi chiedo se non perdo tempo ad osservare gli altri perché io non ho una mia vita sociale. Dopo tanti tentativi falliti ho smesso di impegnarmici.

Preferisco guardarli da lontano, immaginare i loro discorsi e inventare le loro storie di certo più interessanti di quanto non saranno mai nella realtà.

Mi passa accanto Max Mayfield, una mia compagna di classe, me la immagino a scappare in bagno a fumare di nascosto, con quella sua solita aria misteriosa.

E Fred Benson, del giornalino della scuola. Si veste da secchione ed è sempre aggiornato su tutto e su tutti, mi chiedo se dietro quel ragazzo esile non si nasconda un serial killer.

E infine, ecco lui. Uno dei ragazzi della scuola da cui forse ho preso spunto per i miei disegni più di tutti. Eddie Munson, un fricchettone metallaro dai capelli lunghi, bocciato all'ultimo anno e sempre sulla bocca di professori e del preside. Si sente parlare quasi ogni giorno di qualche sua nuova bravata ed è forse l'unico di cui vorrei sapere di più.

Anelli, bandana, e toppe di band sul jilet di jeans, ammiro il coraggio con cui sbandiera il suo stile pur conscio che nessuno gli si avvicina per questo, cose che in una famiglia ligia come la mia non saranno mai permesse.

Mi fermo accanto agli armadietti e lo guardo attaccare dei volantini sulla bacheca mentre abbozzo un disegno che lo ritrae, ma a spezzare la scena, alle sue spalle piomba immediatamente il professor Jacobs di Chimica. Non sento cosa gli dice, ma si sta chiaramente lamentando per quanto appena appeso. Prende il foglio, lo accartoccia e lo butta nel secchio lì accanto, continuando a gridare.

Eddie gli impreca alle spalle e gli fa un brutto gesto, poi si allontana a passo nervoso nella direzione opposta lasciandomi il disegno incompiuto.

Rimasta da sola in corridoio, mi avvicino alla bacheca e raccolgo il foglio appena buttato via da Jacobs, sembra il volantino di un gruppo metal. 

"Corroded Coffin" leggo "Hideout, 18 Febbraio 1986. Start h 22.00". È stasera.

Non mi sorprende che Jacobs lo abbia buttato, considerato quanto sia religioso. Raccolgo il volantino e lo metto in tasca, valutando se andarci. Se uno come Munson è così interessato a quel gruppo, credo che varrà la pena andare ad ascoltarli.

1986, Hawkins | IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora